Le disarmonie quotidiane rubano energia come fanno le scaltre gazze quando c’è qualcosa che luccica. Occorre imparare ad averne sempre meno, a saperle gestire meglio, a sdrammatizzarle sempre di più, a portare amore nei luoghi più intimi e consuetudinari della nostra vita.
Noi abbiamo la libertà di poter essere ogni giorno così come siamo, questo è già un dono che la vita ci concede giornalmente. Permettersi di essere se stessi è un regalo. Nel nostro essere noi stessi non c’è un vero sforzo. Lo sforzo nasce quando vogliamo spiegare a tutti costi agli altri perché siamo come siamo! L’atto di giustificarsi è una di quelle disarmonie che ci invadono.
Questo non vuol dire che non bisogna spiegare, con amore e pazienza, agli altri cosa abbiamo fatto e perché… Il gioco è quello di stare attenti se la persona o le persone con cui ci stiamo relazionando mettono in atto il comportamento “vittimistico”. La vittima è colei che ti fa sentire in colpa, che si presenta come un “dimenticato dal mondo” e tu sei il responsabile delle sue disavventure. Questo è praticamente assurdo. Ogni persona crea la sua realtà al 100%, gioie e dolori compresi. E lo fa attraverso relazioni interpersonali, incontri, pensieri, sincronicità, emozioni, stati d’animo, scelte, azioni.
Non ci si può assumere la piena responsabilità del malessere di qualcun altro che ci sta dicendo a piena voce quanto siamo stati cattivi. Entrando in questo meccanismo veniamo privati del nostro divino potere creativo e permettiamo all’altro di delegare il suo potere di creativo su di noi, in modo che ne esca deresponsabilizzato e sempre più vittima.
Se siamo davvero come una fiaccola accesa e vogliamo portare consapevolezza nella nostra vita e nel nostro mondo personale allora dobbiamo accorgerci di tali dinamiche. Le dobbiamo far notare con leggerezza e consapevolezza. Poi possiamo aspettare il momento in cui è possibile instaurare un dialogo costruttivo, consapevole, vero, integro, dove ognuno si assume la sua responsabilità di aver creato quella realtà disarmonica e cerca di capire il perché. Questa è vera crescita!
Essere se stessi è vivere ogni giorno come un altro giro di giostra. Veniamo chiamati ad accorgerci chi siamo rispetto a noi stessi, agli altri e al mondo intero. È un viaggio davvero bello, che auguro a ognuno di intraprendere.
Molti pensano che essere se stessi voglia dire essere perfetti in tutto: lavoro, relazione, amicizie, svaghi e divertimenti. Invece non è affatto vero. La perfezione, o il presunto desiderio di diventare come delle entità che rispondono sempre alla stessa elegante e consapevole maniera a tutto, è soltanto una gabbia.
Meglio stare lontani dalle gabbie. Essere se stessi è una danza creativa che ogni giorno ti sorprende. Il fuoco alchemico che ti permette di evolvere in questo flusso quotidiano di emozioni, pensieri, azioni e avvenimenti è quello dell’osservazione costante di te stesso. Ci dev’essere una parte di te che costantemente guarda “dall’alto” quello che fai, quello che dici come fai tutte le cose. Questa osservazione rimane sempre distaccata da ogni eventualità che si presenta, guarda questa vita come se fosse un film che accade sotto ai tuoi occhi. Situazioni gradevoli e sgradevoli si avvicendano e tu le guardi, ma non ne vieni catturato. È l’arte di schivare gli attaccamenti. Scivoli nel torrente del mondo e sei presente.
Cosa succede quando ti permetti di essere te stesso e quello che sei veramente? Puoi iniziare a scoprirlo se, mentre sei preso nel flusso di ciò che crei, allo stesso tempo ti osservi dall’esterno e vedi come il mondo risponde alla tua essenza. Guarda te stesso, le persone intorno a te, le cose intorno a te, come si trasformano sincronicamente ai tuoi cambiamenti psichici ed emozionali. Se cambi tu cambia il mondo. E questo accade praticamente ogni momento.
Ogni disarmonia è davvero una perdita di energia quando tu sei identificato in ciò che stai vivendo. Se invece lo vedi come un grande gioco dove fai esperienza e impari a conoscere chi sei, tutto questo magma di pesantezza inizia a lasciarti in pace. La pace mentale non arriva standosene seduti per tutta la vita sulla cima della montagna, ma dall’imparare a scorrere nel fiume degli eventi ricordandoti sempre che stai facendo esperienza per conoscere te stesso e realizzare i compiti che ti sei assegnato in questa vita.
Non esistono fallimenti se ogni occasione viene sfruttata per imparare qualcosa di più su di te. Le cose più belle iniziano ad accadere proprio quando esci da ruoli definiti e statici e ti permetti di essere quello che sei, soprattutto se questo causa confusione a chi si “aspetta” da te sempre le stesse risposte, gli stessi atteggiamenti e le stesse reazioni emotive. Non siamo macchine, siamo anime immortali, queste macchine dobbiamo imparare a utilizzarle, a guidarle noi stessi e non lasciarci guidare da loro.
Immagina un’assurda situazione in cui una persona chiede sbalordita a una farfalla perché è colorata, vola libera ove preferisce, mette in risalto i suoi colori muovendo le sue ali, e lascia andare la sua piccola e dolcissima vita solo dopo qualche giorno. Perché lo fa? La farfalla non può rispondere. Non risponderebbe mai. Lei non potrebbe essere che se stessa. Nel suo essere ciò che è, senza alcuna spiegazione in merito, essa diviene la libertà.
La grande anima chiamata Amma, una volta rispose alla domanda di un interessato che le chiedeva perché abbracciasse tutti in giro per il mondo; lei disse che era come chiedere a un fiume “perché stai scorrendo”? Non c’è una risposta. Se impariamo a interpretare la libertà in questo modo allora capiamo che non siamo stati mai prigionieri di niente.
Anche nelle nostre difficoltà e traumi subiti, possiamo essere noi stessi, oggi, con tutto il bagaglio di esperienza e consapevolezza e rinascere tutte le volte che vogliamo. La nostra missione si manifesta a noi, senza sforzo, a ogni passo consapevole che facciamo.
Andrea Zurlini
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