Il mondo del sogno ha sempre suscitato un grande senso di mistero, fin dalle epoche più remote. I dipinti paleolitici sulle pareti delle grotte di Lascaux rappresenterebbero proprio stati di sonno mistico, e le vivide visioni, veri e propri sogni lucidi, che si presentavano a quelli che, molto probabilmente, furono i primi sciamani della storia dell’umanità.
Nella più antica storia mai raccontata, l’Epopea di Gilgames, il protagonista, l’eroe Gilgames, re di Uruk, prima di ogni nuova impresa si ritirava in fasi meditative entro le quali il sogno assumeva un ruolo magico, di raccoglimento interiore e di catalizzazione delle forze divine.
Ma tra le culture che diedero grande importanza al mondo dei sogni vi fu, sicuramente, la cultura greco-romana. Per gli antichi Greci, il sogno non è una rappresentazione imperfetta della realtà, né unicamente un flusso caotico di pensieri durante il sonno. Il sogno rappresentava uno stadio superiore di realtà, un limbo tra il mondo umano e il mondo degli déi, che analizzarono dettagliatamente, distinguendone diversi livelli.
Nel Commento al sogno di Scipione, Macrobio, pensatore romano, compie una dettagliata anatomia dell’universo dei sogni, descrivendo i cinque tipi di sogno che, secondo gli Antichi, potevano manifestarsi all’uomo durante la notte.
I primi due livelli rappresentano il grado più “basso” del sogno e sono il visum e l’insomnium.
L’insomnium, ossia la visione interna al sogno, è strettamente legato alle immagini dei nostri desideri e delle nostre preoccupazioni che tornano a farci visita di notte. Esso rappresenta l’aspetto “ingannatore” dei sogni, in grado di farci credere di vivere una realtà effettiva che, però, svanisce e non lascia alcuna traccia di interesse o di significato non appena ci svegliamo.
Il visum, l’apparizione, “si verifica in quegli istanti tra veglia e sonno profondo, nel momento in cui, come si dice, si sta per cedere all’influenza dei vapori soporiferi, quando il dormiente, che pensa di essere ancora sveglio […] si crede assalito da figure fantastiche le cui forme e grandezze non hanno niente di analogo in natura” e per natura è simile all’insomnium, con la differenza che in questo caso le immagini che si presentano sono caotiche e confuse.
Come accennato in precedenza, questi due livelli rappresentano i più elementari e meno importanti del mondo dei sogni, poiché un mero riflesso, più o meno confuso, della realtà quotidiana.
Tuttavia, l’universo onirico è molto più variegato e secondo gli antichi, vi sono livelli superiori che possono rappresentare un limbo tra mondo terreno e mondo ultraterreno, uno stadio superiore di coscienza entro il quale la mente umana, libera dai vincoli della materialità e della quotidianità, può entrare in contatto con i segreti della realtà.
Il primo di questi livelli è l’oraculum, l’oracolo; esso “si manifesta quando ci appare in sogno un parente o un personaggio venerabile e importante, come un sacerdote o una divinità stessa, per informarci di ciò che ci accadrà o non ci accadrà e di ciò che dobbiamo fare o dobbiamo evitare”. Essendo l’universo onirico un limbo tra questo mondo e il mondo dei defunti, in alcune occasioni è possibile entrare in contatto con le anime che albergano nell’oltretomba, generalmente le anime degli antenati, che avendo acquisito la prescienza degli eventi futuri possono avvertire i loro parenti circa il fato a cui stanno andando incontro.
Il secondo livello superiore la visio, la visione; esso “ha luogo quando le persone o le cose che vedremo in realtà più tardi si sognano come saranno allora”; si tratta del sogno premonitore, che anticipa eventi futuri mettendoli in scena, senza dunque la mediazione di un antenato che anticipa “verbalmente” gli eventi.
Infine vi è somnium, ossia il sogno propriamente detto; esso “nasconde ciò che ci comunica sotto uno stile simbolico e velato di enigmi il cui significato incomprensibile esige il soccorso dell’interpretazione”. Il somnium vero e proprio, al contrario dell’insomnium e del visum, possiede un significato simbolico che è compito del sognatore riuscire a rintracciare, per decifrare cosa la sua psiche, l’esistenza o gli déi stanno tentando di comunicargli; esso può essere personale, quando il sognatore è il protagonista del sogno; estraneo, quando altri personaggi sono i soggetti delle azioni; comune e pubblico, quando esso mette in scena relazioni tra il sognatore e altri soggetti o, in generale, la comunità; infine, il grado più elevato di somnium, il sogno universale. Si tratta di una forma di sogno mistico, durante il quale la coscienza del sognatore è annichilita dalla manifestazione del Cosmo e delle sfere celesti nella loro immensità.
Gli antichi Greci diedero grande importanza allo studio e all’interpretazione dei propri sogni, non solo per la mantica (ossia per l’arte di prevedere gli eventi che accadranno), ma soprattutto per verificare lo stato del proprio progresso spirituale. Argomento che approfondiremo nel prossimo articolo.
Daniele Palmieri
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