Accanto alle rive segrete di un lago
lontano dal mondo viveva un Mago.
Grazie agli studi e tanta esperienza
aveva raggiunto una vasta sapienza,
o è meglio dire che il suo sapere
gli aveva donato un grande potere.
Passarono gli anni, più di duecento,
e lui si stancò di parlare col vento,
fu stanco di avere la sola risposta
del proprio eco nella valle nascosta.
Seppur gli uccellini udiva ogni giorno
che lieti fischiavano a lui tutt’intorno,
seppure ogni foglia a lui sussurrava
e persino l’acqua del lago parlava,
sentiva nel cuore tristezza e dolore
per essere solo a tutte le ore.
Sapere i segreti della natura,
conoscere ogni più antica scrittura,
fare magie, volare o guarire,
a cosa serviva apparire e sparire,
se poi nessuno di tutto quel fare
poteva realmente beneficiare?
Per quale motivo vero e profondo
aveva deciso di lasciare il mondo?
Capire se stesso e capire la vita
era l’intento e divenne eremita.
Le leggi dell’uomo e dell’universo
voleva scoprire ma si era perso
di tutte le cose la più importante,
la più bella e la più appagante:
solo l’amore che sia condiviso
è un volo diretto per il paradiso.
Avvenne allora che il grande vecchio
nell’acqua del lago come uno specchio
guardò ridendo il suo vecchio volto
e ridendo disse: sono uno stolto!
Dopo l’ironica rivelazione,
che dentro al petto fu un’esplosione,
lasciò il suo rifugio, spense il camino
e a passo spedito si mise in cammino.
Poi come un bimbo allegro e giocondo
corse a giocare di nuovo nel mondo.
Grazia Siscar
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