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20.GEBO, LA RUNA DEL DONO E DEL PER-DONO – Suggerimento operativo n° 7

02/07/08

Gebo è una Runa, le Rune sono le lettere sacre dell’Alfabeto Nordico. Le Rune, più che lettere sono delle vere e proprie Onde di Forma, Vive, potenti, descrizioni grafiche delle forze principali che sottostanno alla Creazione.

Gebo è raffigurata da una X, una croce obliqua, aspetto della croce che mette in evidenza l’unione di ciò che sta “dentro”, dentro specialmente alla materia. Il Simbolo della Materia è il Quadrato, figura principe di ciò che è opposto o parallelo, ma tuttavia, nelle sue diagonali, X, unente e convergente. Potremmo parlare ed appassionarci per ore in metafore, glifologie, semantiche e metafisiche del Dono, ma una più semplice e diretta non l’ho trovata: Gebo, X, il Dono e per estensione il Per-Dono. Questa Runa ci indica che nel “crocevia” della Vita, l’incontrarsi, nel bene e nel male, è espressione simmetrica (non casuale), traiettoria interna (diagonali del Quadrato-Materia), interiorità stessa della Materia attraverso la quale procediamo.

Il Bene e il Male sono quindi un’espressione Regolare, simmetrica nel senso di Ordinata; ogni Vita, ogni Evento, sono come dei Quadrati, all’interno dei quali, naturalmente, geometricamente, sono contenute due diagonali che intersecandosi manifestano dei Valori: “Buoni” o “Cattivi”.

L’Alchimista impara in fretta che ogni fatto, incontro od evento – Quadrato – nascondono un contenuto – il prodotto delle due Diagonali.

Ciò che si produce da questo intersecarsi è Dono! Quindi il prodotto dei fatti che accadono è sempre Dono. Il punto è comprendere, quando questo Dono sia Attivo o Passivo, in altre parole è qualcosa che ci è Donato, attivo, che ingenera gratitudine o qualcosa che dobbiamo Donare noi, passivo, che richiede il nostro perdono?

Al centro di Gebo, la Tradizione Nordica, Odinica, ci trasmette uno dei suoi frutti più belli: la Metafisica del Dono e del perdono, il significato del Crocevia sul quale nell’Altro o nell’Evento incontriamo noi stessi, il Divino che si svolve dal suo blocco, elevandoSi, elevandoCi!

Gebo, la Croce obliqua, è il segno dei molti, il segno di tutti, la X con la quale ad esempio si firmavano gli analfabeti.

Sentiamo un Alchimista del passato cosa ci racconta alla voce Perdono nel suo “Trattato della transustanziazione della Materia”

 

•L’operatore deve aver ben chiaro quanto sopra esposto e smettere di cedere all’istinto, terribile e genetico, di incolpare il Mondo, quindi deve imparare a chiedersi perché si trova sulla Traiettoria di “Uomini o fatti non Galanti”. Risolvere deve questo problema di Geometria.

•L’Alchimista riconoscerà che il non aver Perdonato il Mondo nelle sue mille metafore aggressive, ostacola e obnubila irrimediabilmente il suo Atanor. In quanto non avrà intuito le dinamiche e le scelte di Vita (Karmiche – n.d.r.) intraprese, mancanza permessa all’Uomo Ordinario ma non a chi si appresta all’Arte. Dovrà quindi sedere, e Perdonare gli insegnanti, la famiglia, lo stato, i nemici, il coniuge, l’amico. Perdonare è comprendere la Dinamica.

•L’Apprendista prenderà consapevolezza della necessità di Perdonarsi in quanto l’omissione di questa azione manterrà la pressione e l’energia nel Vaso assolutamente inconsistente, oscurata dal senso di colpa, senso che può protrarsi per interi secoli. Il Nostro si siederà in rievocazione cercando i volti e gli eventi presso i quali è stato despota ed offensivo, carnefice e ombra; lo farà separando attentamente i termini di quelle azioni, ora giustificando la contingente reazione quindi il male come effetto, dal male puro, che guarderà con semplicità, come si guardano i gesti di un bambino inconsapevole: se stesso.

•In ultimo, il Neofita, sempre indagando, cercherà come si cerca una volpe nel bosco, tutte le volte che è stato “Vittima”. Con coraggio guarderà attentamente, come ora una tendenza d’animo pessimista, ora una scelta di Vita errata (Karmica n.d.r.), hanno gravitato mezzi, tempi e personaggi, stimolando nuovi carnefici, nuovo dolore (Karma n.d.r.), altro tempo. Se il neofita trova la Volpe, di questo vada fiero ed in silenzio, rialzi la testa e cammini sicuro nel buio verso l’Alba… che non di tanti artifizi è fatta l’opera nostra, ma di cose piccole, luminescenti e sicure.

Quintinio, figlio di un Pittore di Milano, anno domini 19 Giugno, 1210

Tratto dal “Trattato sulla transustanziazione della Materia”

Perdonare è far esplodere una Luce Sulfurea tanto semplice e potente da cancellare ogni cosa, poiché tutto è sceneggiatura, teatro, giostra di ruoli.

Ecco l’Alkaest: se respiri su te stesso divenendo Acido Solforico, se respirando dialoghi con il Divino in luminosa preghiera che ti traspone su di un etere più sottile, se insieme a ciò fai esplodere il potere del Dono, cancellando da te ogni colpa o risentimento, sarai Solvente.

continua..

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