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57. IL BAMBINO E I COLORI

Che i bambini abbiano un intenso rapporto con il colore come mezzo per esplorare e poi rappresentare la realtà, lo si può notare fin dai primi mesi di vita, quando sono i colori ad attirare più che le forme, e in seguito in quei deliziosi capolavori che sono i disegni infantili. Qui l’uso del colore assume significati diversi rispetto all’adulto e il mondo si tinge di riflessi fantastici. Progressivamente il sole, la casa e l’albero (i tre archetipi), oltre che la figura umana (papà, mamma, fratelli e autorappresentazione) andranno acquistando le giuste dimensioni e tinte più verisimili.

A partire in genere dal terzo mese di vita il bambino è in grado di vedere i colori e mostra attrazione per quelli primari e più vivaci. Prima pare che distingua piuttosto sfumature di nero, bianco e grigio. È singolare come inizialmente l’approccio al colore sia sinestetico: oltre che vedere l’oggetto colorato, lo si vuole assaporare e odorare. In effetti esiste una consonanza vibratoria tra la percezione visiva e quella olfattiva, oltre che con l’udito, trattandosi sempre di onde elettromagnetiche. Secondo uno studioso del processo olfattivo, Luca Turin, le differenze tra gli odori non si spiegherebbero come un prodotto chimico, cioè per la diversa forma delle molecole, bensì come l’effetto della loro vibrazione, evidenziata dallo spettroscopio elettronico.

Tra i cinque e gli otto anni di età i colori preferiti in assoluto sono il rosso, l’arancione e il giallo, ma i disegni rivelano anche una certa predilezione per il viola. Dai nove a dieci si aggiunge il verde e il blu, e dagli undici ai quattordici compare il lilla e acquista importanza l’azzurro. Tra i colori normalmente rifiutati, la cui presenza nei disegni infantili potrebbe, se eccessiva, rivelare evidenti disagi, prevale il nero, seguito dal grigio, dal bianco e dal marrone.

L’amore per il rosso si spiega facilmente con la sua vivacità (la stessa del bambino), che attira l’attenzione. Infatti esso esprime l’energia, la vitalità, la corporeità e la voglia di azione che caratterizzano l’infanzia. Il suo largo uso nel disegno rivela una buona “carica vitalistica” e, se associato in modo equilibrato con il blu, un’armonia e uno stato di benessere psicologico, dovuto a una buona integrazione nell’ambiente familiare, che permette al bambino di avere fiducia in se stesso e di essere aperto alle relazioni sociali. Se prevale il blu, si può dedurre un bisogno di tranquillità, mentre, al contrario, un eccesso di rosso mostra una certa irrequietezza e una ricerca di esperienze eccitanti.

Il blu è un colore “carico” e la sua presenza indica sentimenti intensi e un forte desiderio di esprimere il mondo interiore, le capacità ancora potenziali. Associato strettamente al giallo può essere segno di insufficiente autostima, dovuta a un’eccessiva dipendenza dall’ambiente e dagli altri, che il bambino tende a compiacere per bisogno di affetto e di sicurezza. Troppo blu rivela introversione e difficoltà ad esprimere le emozioni.

L’arancione è un altro colore amato dai bambini, perché sprigiona energia e calore. Assomma la carica del rosso e lo splendore del giallo e nei disegni infantili rivela l’evoluzione che è in atto e la determinazione nel portare a compimento le proprie scelte, spesso con un’evidente resistenza ad interrompere l’attività (gioco o disegno), vissuta con particolare applicazione.

Il verde è un significativo indice di crescita in generale, del processo creativo, della formazione dell’io e della dimensione relazionale. Esprime questo bisogno evolutivo di autoaffermazione, accompagnato da determinazione e perseveranza. A esso si associa spesso il giallo come elemento di razionalità, che rappresenta la capacità di scelta, quella selettività indispensabile per procedere nella maturazione.

Nel rosa si riconosce in genere un desiderio di perfezione, l’inizio di un percorso evolutivo che si potenzia nell’azzurro in un crescente desiderio di esprimere la ricchezza, ancora sconosciuta e carica di potenzialità, del proprio mondo interiore. Entrambi i colori infatti aggiungono, rispettivamente all’energia del rosso e alla profondità del blu, il nitore del bianco, l’elemento del codice binario che è alla base della vita materiale e assomma in sé tutti i colori.

Sorprende nei disegni infantili il frequente uso del viola, un colore altamente spirituale. Non dimentichiamo però che in esso si unisce al blu l’intensa carica del rosso. La sua prevalenza segnala l’urgenza di esprimersi, dovuta spesso a un senso di costrizione prodotto da un ambiente familiare eccessivamente rigido, che non permette al bambino di manifestare la propria sensibilità. Quanto poi all’intrinseca spiritualità del viola, non c’è in fondo da stupirsi che colpisca l’animo (o l’anima) dei bambini, se crediamo che in essi sia ancora intatta quella “purezza” dello spirito, che si accinge a fare esperienza della materia. Sembra provarlo anche l’uso istintivo dell’oro e dell’argento, i colori spirituali per eccellenza (quando vengono messi a disposizione dei bambini), che invece raramente compaiono nelle opere degli adulti.

Il marrone chiaro è spesso presente nei disegni dei bambini, in genere per rappresentare la terra (in effetti è simbolo archetipico della Terra-madre), il tronco degli alberi (non di rado più ampio della chioma verde) e il tetto della casa. Di fatto è una variazione dell’arancione, meno luminoso, e come tale esprime gioia e desiderio di integrarsi nella vita con sicurezza, nella stessa misura con cui il piccolo artista riesce ad integrare il marrone con gli altri colori. La sua prevalenza rischierebbe di segnalare (come del resto ogni rappresentazione monocromatica) un certo disagio.

Nero, grigio e marrone scuro sono invece i colori del malessere, che esprimono angoscia, malinconia, tensione e passività. Se utilizzati spesso, costituiscono un segnale da non sottovalutare. Quanto al bianco, difficilmente è usato come colore; compare invece e acquista significato come parte non disegnata, cioè come spazio che unisce, ma talora rigorosamente separa le figure (e di questa eventuale separazione, ovvero non integrazione, degli elementi raffigurati è opportuno tener conto).

I disegni dei bambini dunque ci mostrano come i colori chiari e brillanti siano percepiti e vissuti come i colori della crescita e della gioia, mentre i colori scuri e opachi rappresentino qualcosa che opprime, soffoca e frena le energie e la voglia stessa di vivere. Un’intuizione e un’esperienza che caratterizzano l’inizio della nostra avventura esistenziale, un’indicazione che conviene tener presente nella scelta quotidiana dei colori, dal momento che essi agiscono in maniera rilevante sulle nostre condizioni fisiche, emotive, mentali e spirituali.

Cesare Peri

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