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55. ROL E IL POTERE DEL VERDE

30/08/19

Di quel grande uomo che fu Gustavo Adolfo Rol (20.6.1903-22.9.1994) sono note le qualità spirituali e morali, nonché quei “poteri paranormali”, che lui chiamava semplicemente “possibilità”. Benefattore, guaritore, testimone del Divino, sempre disposto ad aiutare e consolare, egli ebbe eccezionali facoltà medianiche e telecinetiche: scrittura diretta, lettura di libri chiusi, del pensiero e dell’aura, pittura senza toccare i pennelli, chiaroveggenza, viaggi nel passato e nel futuro con apporti, capacità di modificare la materia con la forza del pensiero.

Chi gli è stato vicino e ha avuto la fortuna di partecipare ai suoi “esperimenti” (medici, scrittori, politici, attori e gente “comune”) ha lasciato bellissime testimonianze, che vale davvero la pena di conoscere (vedi bibliografia a piè di pagina).

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Noi ci occupiamo qui della sua passione per i colori e in particolare per il verde. Rol amava dipingere, perciò ci pare bene avviare il discorso con questa sua dichiarazione: «Come pittore ho scoperto i colori e la possibilità di esprimere il mio stato d’animo e i sentimenti della vita attraverso i colori. Ne sono sempre stato affascinato e, attraverso questa esplorazione, sono entrato nella luce stessa delle cose».

La “luce delle cose” è da lui intesa come energia di un Tutto, in cui ogni cosa vibra con la sua frequenza in corrispondenza ad apparenti opposti in perfetta armonia. Su questa armonia insita nella materia-energia, in cui egli sapeva immettersi e interagire, Rol fonda la sua visione spirituale della realtà: «Il significato di tutta la mia ricerca è quello di superare le apparenze, rintracciando la possibilità di un’unione e di un equilibrio tra elementi diversi e contrari»; «Bisogna imparare a vedere nell’insieme, cercando di comporre in armonia le contrapposizioni e le diversità, anche se ciò dovesse creare sofferenza». E i colori ci richiamano l’essenza di questa realtà, a cui ispirare le scelte sociali ed esistenziali: «Del resto i colori creano la luce, i sentimenti e le emozioni insieme la vita. E ogni uomo è destinato a unirsi con gli altri uomini».

Queste “corrispondenze” (amava citare l’omonima poesia di Baudelaire), in particolare tra suoni e colori, lo affascinava: «L’influenza dei colori, non solo sulla psiche, ma anche sull’organismo umano, è fortissima e può essere addirittura terapeutica. È possibile stabilire un’unione e un equilibrio meraviglioso tra elementi diversi, a volte addirittura opposti. I suoni si rivestono di colori e i colori contengono la musica», dal momento che «tutto vibra, ogni corpo emette vibrazioni, che percepiamo con la vista e con gli altri sensi».

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Il concetto di “analogia reciproca”, all’interno di una visione unitaria, per cui, come afferma Herder, «tutta la natura obbedisce a un’unica forza organizzatrice», è fondamentale per capire il pensiero e l’agire di Rol: «Tutto fa parte di un disegno superiore, di un piano divino. Nell’armonia della vita c’è una corrispondenza perfetta fra tutte le cose. Sarebbe sorprendente se il suono non potesse suggerire il colore, se i colori non potessero dare l’idea di una melodia: tutte le cose sono sempre espresse da analogie reciproche, fin dal giorno in cui Dio ha creato il mondo, come una complessa e indivisibile totalità».

In questo armonioso e meraviglioso universo, pervaso dallo Spirito, che, passando dalle cose inanimate e dagli animali all’uomo, si accresce dell’attributo dell’intelligenza (lo “spirito intelligente”, a cui Rol attribuiva tutti i suoi “poteri”), i colori hanno per noi valenze non solo energetiche, ma anche simboliche: «Tutti i momenti della nostra vita hanno un colore: il rosso per la nascita; l’arancio per il calore della famiglia; il verde per la giovinezza, che diventa azzurro nella maturità. L’indaco e il violetto sono i colori trascendentali tra la vita e la morte. Il bianco è il termine, la somma di tutti i colori, la fine del nostro viaggio terreno».

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Tra tutti i colori il verde occupava per Rol un posto speciale, simbolo stesso dell’equilibrio, situato nel centro dell’iride, per la sua straordinaria energia. Se ne rese pienamente conto all’età di ventiquattro anni, dopo due anni di prove e tentativi di riconoscere il verde a occhi chiusi (passando la mano sulle carte da gioco, di cui pervenne a “indovinare” anche i semi), in base alle radiazioni emesse dal colore, finché giunse a quella «sensazione verde profonda e leggera», come la definisce nel suo diario, «suscettibile di ottenere risultati ancora modesti, ma determinanti per i futuri sviluppi della mia sensibilità».

Il suo primo grande passo verso quel dominio della materia, che gli permetteva di andare al di là delle leggi fisiche (apporti, asporti, materializzazioni, trasformazione delle cose, oggetti fatti passare attraverso il tavolo e le pareti), è da lui così annotato: «Ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musicale ed il calore. Ho perduto la gioia di vivere. La potenza mi fa paura. Non scriverò più nulla» (28 luglio 1927). È qui racchiuso il segreto di quella che definì come «coscienza sublime», termine con il quale indicava il punto di arrivo di quell’alchimia spirituale per cui l’uomo giunge a riconoscere in sé la presenza e l’espressione del Divino, la stessa forza creatrice che gli permette perciò di agire sulla materia.

Rol non disponeva a piacimento degli straordinari poteri, ma agiva, citando Goethe, «sotto l’impulso di un ordine ignoto», simile a «una grondaia», come amava definirsi, in cui confluisce l’energia dell’acqua, e per questo rifiutò sempre di sottoporsi alle “prove di laboratorio” dei cosiddetti parapsicologi, esibendosi invece liberamente (e con assoluta gratuità!) in casa propria e in quelle degli amici. Tuttavia per lui la presenza del colore verde fu sempre un mezzo destinato a facilitare l’estrinsecazione dei fenomeni.

Verde era il tappeto che ricopriva il tavolo intorno a cui sedeva con gli amici per gli esperimenti, verdi le pareti della sala, coperte di pregevoli carte del primo Ottocento dipinte con soggetti alpestri. Quando, dopo aver fissato la data e il luogo, preparava i partecipanti a un viaggio nel tempo (occorreva almeno un’ora di preparazione), raccomandava loro di rilassarsi e di concentrarsi sul colore verde. Con i malati imponeva di rado le mani, preferendo fare dei “soffioni verdi” sulla parte sofferente dopo averla coperta con un fazzoletto bianco: diceva allora che era importante immaginare di immettere energia di colore verde, perché «il soffio possiede un’energia vitale incredibile», come è espresso nel racconto della creazione della Genesi.

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(“ROL”, Olio su tela, 2018 – opera dell’artista livornese “CCH”)

A Maria Luisa Giordano, che per molti anni gli fu accanto, trasmise questo insegnamento, affinché potesse operare anche lei con le carte quelle trasformazioni che era solito compiere all’inizio di ogni seduta, “per creare l’atmosfera” e procedere poi a “esperimenti” più complessi: «Ricordati di questa raccomandazione: immagina un piano tutto verde, come un prato senza alberi, senza particolari che turbino l’uniformità del verde; immagina di essere sommersa in un’immensità di vernice verde. Tu vuoi che tutte le carte di questo mazzo si dispongano in un certo ordine? Chiedilo mentalmente e poi immagina il verde: nel momento in cui tu vedi il verde, la trasformazione è avvenuta».

Uomo profondamente religioso, ma rispettoso di ogni fede, rattristato dal diffondersi dell’indifferenza e del materialismo, cioè dalla mancanza di consapevolezza spirituale, così motivava il proprio agire, sempre al sevizio del prossimo: «L’importante è che l’uomo si accorga che il Meraviglioso esiste e che voglia accedervi. È l’unica strada per arricchire il nostro spirito e sollevarlo verso espressioni più alte». A Dino Buzzati, ammirato testimone oculare dei suoi prodigi, che gli chiedeva perché facesse tali esperimenti, rispose: «Li faccio proprio a confermare la presenza di Dio».

Cesare Peri

Libro-Peri-Potere-Scelta    Libro-Interpretare-Mito-Peri    Libro-Colori-Peri

 

Renzo Allegri, Rol, il mistero, Musumeci Editore

Maria Luisa Giordano, Rol mi parla ancora, Sonzogno

Maria Luisa Giordano, Rol e l’altra dimensione, Sonzogno

Remo Lugli, Rol, una vita di prodigi, Mediterranee

Gustavo Adolfo Rol, “io sono la grondaia…” (diari, lettere e riflessioni, a cura di Catterina Ferrari), Giunti

Franco Rol, Il simbolismo di Rol, Ed. ilmiolibro self publishing

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3 commenti su “55. ROL E IL POTERE DEL VERDE”

  1. Ma tutto quello che avete scritto, è l’assoluta verità?! Perché Gustavo Rol s’era sempre rifiutato di dire al completo, la formula del colore verde, la quinta musicale e il calore. Ah, gia, non avete scritto nulla sulla sensazione di calore, come mai?!

    1. ROL CON LA FRASE “HO SCOPERTO UNA TREMENDA LEGGE CHE LEGA IL COLORE VERDE, LA QUINTA MUSICALE ED IL CALORE.
      HO PERDUTO LA GIOIA DI VIVERE.
      LA POTENZA MI FA PAURA.
      NON SCRIVERÒ PIÙ NULLA” STAVA PROFETIZZANDO UNA SITUAZIONE SCONVOLGENTE RIGUARDO ALLA QUALE HA LASCIATO QUESTI POCHI INDIZI CHE NON HA SPIEGATO E CHE SONO COMPRENSIBILI SOLO OGGI.

    2. Ciao. Ogni essere ha una vibrazione e percepisce il calore in maniera assolutamente individuale . Hanno fato una grande confusione sulla quinta musicale perché non hanno sentito quando lui stesso disse che la quinta e fata di due note (Sol e La ) per percepire la giusta vibrazione si deve usare il violino . Attraverso la vibrazione del colore verde e della quinta musicale si crea il calore che dissolve la materia per breve tempo.

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