(Continuazione dell’intervista ad Armando Mei – terza e ultima parte)
– Dov’è finito questo sapere antico?
Gli antichi testi richiamano il misterioso Potere dell’Energia! “Quando la Torre rovinò a terra… nel tempo della caduta degli Dei…”. Il Capitolo XVII del Libro dei Morti sembra chiarire un dato incontrovertibile: dietro le formule rituali si nascondono episodi di inequivocabile rilevanza storica. Sono tramandate nelle forme orali e giungono dopo millenni alle discendenti popolazioni ridotte allo stato semiprimitivo dalle catastrofi planetarie, geologicamente accertate tra il 25.000 e l’8.000 a.C..
Esse vengono raccontate con straordinaria semplicità utilizzando concetti elementari ma estremamente efficaci: “Sono [le gocce di] sangue sgorgate dal phallus di Ra dopo che si mutilò da se stesso… E’ il giorno del combattimento tra Horo e Set… ed è Thoth che ha messo in ordine tutto ciò con le sue proprie dita”.
La rivolta dei Sebau (uomini di Set ed una volta seguaci di Ra), raggiunge il proprio apice quando viene mutilata la Colonna di Ra (volontaria o provocata?). In questa intensa visione della storia due eventi si celano: la rivolta contro Ra il quale si “mutila” di una parte del proprio seguito, e la distruzione del sistema della Colonna (Zed). I “Signori di verità e giustizia, divine potenze che siete dietro a Osiride, che portate la distruzione alle menzogne…” inviano Thoth, il semidio, l’essere umano iniziato dagli “Dei”, a realizzare, con la propria arte, il nuovo ordine sociale che non potrà mai più essere tecnico-scientifico. E’ così che “I Signori di Giustizia e Verità sono Thoth…”
Il Libro narra di rovina e distruzione. Ma come è stato possibile, ci chiediamo, che una civiltà così progredita abbia potuto perdere o rovinare le opere grandiose che aveva costruito? Ci rifacciamo alla solita ricerca a largo raggio. Comuni a gran parte della cultura terrestre, narrate nella tradizione di quasi tutti i popoli che abitano il pianeta, troviamo le ataviche catastrofi geologiche.
– Arriviamo al diluvio…
Sì, potremmo continuare il nostro lavoro col parlare del “Diluvio Universale”, per assecondare l’ordine culturale dell’indagine, arricchendola di contenuti storici a noi vicini. Ma il lettore è certamente a conoscenza degli sconvolgimenti planetari, di eguale portata, avvenuti tra 50.000 e 45.000 anni fa. Così come l’evento su cui c’è grande concordanza tra gli studiosi: l’effetto catastrofico, verificatosi tra il 30.000 ed il 26.500 a.C., che determinò lo spostamento delle masse continentali con conseguenti maremoti e terremoti, i quali causarono l’inabissamento delle terre emerse tra il continente africano e quello americano. Ci sono tracce che legano tali avvenimenti alla distruzione repentina di una civiltà progredita (Atlantide?).
– Il richiamo al Diluvio o ai cataclismi antecedenti può essere collegato allo Zed?
Pensiamo per un attimo al collasso del “mostro”, alla sua energia liberata ed ora svincolata dalle lastre di granito che gli imponevano un ordine assoluto. Se in Ucraina come in altri luoghi, le centrali nucleari provocarono disastri “circoscritti”, la massa energetica dello Zed concorse, in modo determinante, al cambiamento geofisico e climatico del nostro pianeta? Siamo davanti ad uno dei disastri citati precedentemente? “La Torre crolla e gli Dei cadono”, sono citazioni concomitanti; fu una tragedia voluta, programmata in tutti i suoi dettagli? Tutto ciò è possibile, poiché la Tradizione fa riferimento ad una Potenza superiore che decide, ancora una volta, di punire i disobbedienti. E’ come la triste “soluzione finale” di più recente memoria.
“Quando la Torre rovinò in terra si interruppe ogni comunicazione con il ‘Duat’”. I segni della drammatica battaglia tra due opponenti sono chiaramente descritti, sempre nel Capitolo XVII del Libro dei Morti, allorquando Ra – associato al gatto, felino di straordinaria intelligenza e furbizia – dice: “Io sono questo gran gatto che si trova al lago dell’alveo di Persea in On quella notte della battaglia in cui fu compiuta la sconfitta dei Sebau e quel giorno dello sterminio degli avversari del Signore dell’Universo… E riguardo alla notte della battaglia è quando arrivarono all’oriente del cielo e vi fu battaglia in cielo e sulla terra sino ai suoi estremi confini.” Da questo epico confronto tra forze contrapposte, volutamente celato nell’ermetica cosmologia religiosa, che coinvolge il cielo e la terra fino ai suoi estremi confini, si interrompe la funzione della Colonna Zed.
“Ed è Thoth che, sollevando la capigliatura, apporta vita, salute e forza, senza interruzione per il suo possessore”. Quale straordinaria metafora per sostenere come, alla fine della tenzone, Thoth si libera del proprio “cimiero” per ritornare alla sua naturale funzione di “Maestro Istruttore” delle popolazioni sopravvissute fino alla fine del proprio tempo. Nel Capitolo XVII, ancora, si legge: “In quella notte di festa del Lavorare la Terra (in Djedu) con il sangue che rende giustificato Osiride contro i suoi avversari… Ed allorché arrivano gli alleati di Set, essi fanno le loro trasformazioni in animali e poi li uccidono alla presenza di questi dei sino a che sgorga il loro sangue…”. Si conclude così, con l’annientamento fisico delle genti di Set, la battaglia per la conquista del Potere dell’Energia.
Set e le sue genti hanno tentato di conquistare la Colonna Zed, poi mutilata (o bloccata nelle sue funzioni), ora hanno perso la battaglia e, davanti agli dei vincitori, i Grandi Giudici indossano i loro elmi così da sembrare animali (emblematiche le raffigurazioni antropomorfe degli dei egizi) per uccidere (fino a che sgorga il loro sangue…) i ribelli.
Nello stesso capitolo, si evince chiaramente il motivo della battaglia: “Le erezioni delle aste di Horo è la frase di Set ai suoi seguaci: si alzino qui i pilastri”… Nel Capitolo XIX, si cita: “La notte della battaglia e della sconfitta dei malvagi, innanzi ai Grandi Giudici di Abydos, la notte in cui Osiride è reso giustificato contro i suoi avversari… innanzi ai Grandi Giudici che sono in Djedu, la notte dell’erezione dello Djed, in Djedu”, è il momento in cui viene ricostruita la Colonna Zed, la cui funzione energetica è persa o sospesa per sempre, nella terra dello Djedu (Giza).
La conquista del Potere dell’Energia ci spinge inevitabilmente verso due ipotesi.
La prima è legata alla ricerca di una ipotetica “soluzione finale” di cui parlavamo in precedenza e di cui gli antichi testi, come descritto, ne tramandano testimonianza. Ma sembra altrettanto interessante pensare che un solo Zed (quello del Mar del Giappone governato dal dio conosciuto in Egitto con il nome di Atum?), sia sfuggito di mano a chi lo governava ed abbia liberato tutta l’immane energia di cui era depositario. Il cataclisma che ne derivò, lo precipitò irreparabilmente sott’acqua (la “Grande nell’Abisso del Mare”, come cita il Libro dei Morti). Ed a niente valse disattivare le altre strutture continentali: la tragedia era compiuta. Un errore, quindi, che tutto distrusse, cancellando tutte le forme di quella civiltà di alto livello tecnologico.
Chi si salvò, si trovò senza mezzi e materiali, e dovette cominciare daccapo. In più, fu costretto ad adattarsi ad una nuova condizione senza l’ausilio della macchina. E, nel tempo, conobbe la propria involuzione.
– Beh… E’ tempo di rinascita non trovi?
“Lo Zed, orientato secondo l’asse del mondo dovrà ristabilire il patto d’alleanza con la preesistenza, per la trasmutazione dell’uomo nel suo archetipo divino”. L’orientamento dello Zed segue il divenire delle cose. Esso sintetizza le dinamiche astronomiche, allorquando lo Zed è associato all’Albero, simbolo dell’asse terrestre nelle mitologie ermetiche antiche. Nel caso specifico, invece, il Capitolo XVII del Libro dei Morti propone l’ermetico: “Osiride entra in Djedu e ha ivi trovato l’anima di Ra: le due anime si abbracciano reciprocamente divenendo due anime gemelle”. Lo Zed conferisce a chi utilizza la propria energia di essere tutt’uno con gli dèi che lo hanno utilizzato nelle epoche remote. E’ un tecnicismo per descrivere il potere della conoscenza che conferisce all’uomo un potere divino… La riscoperta delle sue funzioni restituirebbe il Potere dell’Energia all’uomo conferendogli gli antichi poteri, propri degli uomini-dei descritti nel Libro dei Morti. Sarebbe il nuovo “patto d’alleanza con la preesistenza”.
Riconoscere l’esistenza di una civiltà antecedente alla nostra preistoria, che impose il proprio dominio sul Pianeta e irrimediabilmente travolta da tragici eventi è un fatto confermato dagli Antichi Testi. Tutto questo potrebbe farci ritrovare la nostra antica natura, che è ancestrale, che portò la nostra specie a dominare su tutte le cose del pianeta e che, nel perfetto equilibrio di una nuova era, ci darebbe il ricordo e la riconquista del nostro archetipo divino….