Il blu segna il passaggio dalla dimensione psicologico-affettiva, rappresentata dal verde, a quella propriamente spirituale. Infatti nel verde, caratterizzato dall’esperienza dell’amore e dell’altruismo, è ancora presente il giallo, simbolo dell’io.
Il profondo capovolgimento iniziato con il risveglio del chakra cardiaco (una vera rivoluzione copernicana che spodesta, per gradi, l’io dalla sua presunta centralità) trova qui il suo pieno sviluppo: se da un lato cresce il processo di interiorizzazione avviato dalla dinamica dei sentimenti, fino ad accedere alle esperienze proprie della spiritualità, quali meditazione e contemplazione, dall’altro, come fenomeno conseguente, si approfondisce la dimensione relazionale con un desiderio di unione basato sulla fiducia e sull’autenticità.
Colore primario, endotermico e centripeto, il blu in noi si associa istintivamente alla vastità del cielo e alla profondità del mare: da qui le sue principali caratteristiche naturali, che evocano di conseguenza l’idea di divino, di trascendenza, di eternità e di verità. Il cielo, infatti, è sempre stato visto come dimora della divinità, mentre il mare, che cela il “mistero degli abissi”, richiama la sconosciuta, ma spesso intuita, profondità racchiusa in ciascuno di noi (l’acqua è anche simbolo dell’inconscio).
Con il blu entriamo così in una nuova dimensione, che trascende il piano terrestre e ci conduce alle soglie del mistero che sta per essere svelato. Nell’azzurro, dove il blu si carica dell’energia del bianco, le forme si alleggeriscono e perdono i loro contorni, spazio e tempo vengono trascesi. Di fatto smaterializza anche i limiti dell’io, perciò questa energia viene percepita come accoglienza, protezione e sicurezza, amore profondo e conoscenza dell’essenza spirituale dell’altro. L’esperienza relazionale si sposta qui dal piano dello scambio affettivo a quello della misteriosa comunione di due esseri, che colgono ed esprimono la loro essenza, con sincerità e onestà.
Dalla trasparenza di questo colore derivano anche le idee di purezza, di saggezza, di serenità emotiva, di gioia di vivere, di calma, di silenzio e di armonia, sperimentabili anche a livello di sensazioni osservando, per esempio, il colore del cielo nelle prime ore del mattino. Per i Cinesi il blu è il colore dell’immortalità, come per gli antichi Egizi, mentre la tradizione cristiana ne evidenzia l’amorevole aspetto protettivo associandolo alla figura di Maria e al suo manto.
Dimensione interiore e apertura al prossimo trovano concreta espressione nell’esperienza della comunicazione e dell’ascolto. Parola e silenzio si integrano in una dinamica inscindibile e generano una profonda unione con l’altro. Non a caso il blu è il colore del chakra della gola, il cui verbo è «Io comunico», mentre il senso corrispondente è l’udito. Lo stesso nome sanscrito, Vishuddha («Purificazione»), indica un processo di superamento dei vecchi schemi mentali legati all’io e una nuova dimensione conoscitiva e relazionale.
La gola è infatti considerata il centro energetico del cambiamento, sede delle potenzialità inventive, dell’autoguarigione e della ricezione delle vibrazioni di pensiero inviate dalla mente degli altri (dal chakra superiore, Ajna). Ci troviamo qui nell’area delle facoltà mentali superiori.
Nella cornice circolare del loto campeggia un “triangolo femminile” (con il vertice rivolto verso il basso), simbolo della dimensione interiore e, in quanto poligono chiuso con il minor numero di lati derivante dal cerchio, della primordiale espressione dello Spirito. In esso è inscritto un cerchio bianco, che rappresenta la realtà divina (il bianco è associato allo Spirito perché contiene potenzialmente tutti i colori) e il suo nome, Akashamandala («Porta della liberazione»), indica nel chakra laringeo la sede di profonde rivelazioni spirituali.
Come animale araldico ritroviamo qui l’elefante, che caratterizzava già il primo chakra (rosso), ma non rappresenta più l’incarnazione materiale, bensì, come “figura sonora”, il suono puro, parola-vibrazione che mantiene la forma a ogni cosa (energia del doppio eterico). Anche il suo colore è cambiato: in Muladhara appare grigio, colore della trasformazione e del cambiamento, mentre qui ha assunto il bianco, colore dello Spirito. In alcune raffigurazioni del quinto chakra l’elefante non mostra più le sette proboscidi, simbolo dei piani spirituali che dovranno essere sviluppati, ma una sola, a indicare il puro suono che è all’origine della creazione.
Anche i sedici petali del loto alludono all’intimo rapporto con l’altro, non più come specchio di sé, ma nella sua integrità, in quanto nella simbologia numerica la totalità della manifestazione (maturità dell’io), rappresentata dal 10, è unita al potere creativo del 6, che implica sia l’idea di creazione (ad esempio i sei giorni di creazione nella Bibbia) sia propriamente la relazione con l’altro (come già osservato a proposito dell’arancione in Swadhisthana). Ne risulta così un numero che esprime sia un potere di irraggiamento dell’essere sia l’idea di conoscenza universale (i Pitagorici solevano giurare sul quadrato di 4).
Dal punto di vista fisico il blu ha effetti antispastici, analgesici e rilassanti. Diminuisce la pressione arteriosa e il ritmo respiratorio. È utile in tutti i casi in cui sia in atto un processo infiammatorio. Lenzuola e lampade blu favoriscono il sonno, ma un eccesso di blu (irradiazioni luminose e ambienti non spezzati da altri colori) può provocare un senso di spossatezza.
Dal punto di vista psicologico ha effetti calmanti superiori a quelli prodotti dal verde ed è perciò usato in psicoterapia per il rilassamento e la distensione. Favorisce l’autoanalisi e le pratiche meditative, mentre non è adatto a chi soffre di depressione (consigliabili invece i colori caldi, quali il rosso, l’arancione e il giallo).
Chi predilige il blu è in genere una persona affidabile, introspettiva e spirituale, amante della pace e della famiglia, capace di profondi legami con gli altri e caratterizzato da un vivo senso del dovere. A una spiccata tendenza verso questo colore possono accompagnarsi atteggiamenti eccessivamente rigidi, volontà di persuadere fino a manipolare gli altri e spesso tendenza all’introversione.
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Il respiro azzurro
Cari amici, la volta scorsa con l’esercizio Effondere amore abbiamo creato e indirizzato verso ogni essere vivente una sfera verde di energia, scaturita dal cuore e carica di compassione. Con l’esercizio di oggi vi invito ad approfondire e interiorizzare questo sentimento nella consapevolezza di appartenere al Tutto e col desiderio di sperimentare una gioiosa comunione.
Distesi supini, braccia rilassate lungo il corpo con i palmi delle mani appoggiati al suolo, occhi chiusi. Concentrazione sul respiro (senza alterarne il ritmo). L’esercizio richiede una particolare concentrazione, accordando visualizzazione, ritmo respiratorio e lenti movimenti del capo, ottimi per irrobustire i muscoli del collo e tonificare il plesso cervicale. Durata: 10 minuti.
1) Percepisco la breve pausa che intercorre tra il movimento attivo dell’inspirazione e quello passivo dell’espirazione.
2) Visualizzo ora l’area della gola e, al suo interno, una sfera di energia che irradia una brillante luce blu.
3) Ascolto il respiro, che fluisce dolcemente nella gola, e immagino che, attraversandola, si tinga di azzurro e riempia i polmoni di energia azzurra, benefica e luminosa.
4) Ora mi sollevo lentamente sui gomiti e sorreggo i fianchi con le mani.
5) Inspirando, piego lentamente in avanti il più possibile il capo, premendo con il mento sulla gola. A questo movimento associo la visualizzazione di un mare blu e profondo, in cui a poco a poco penetro con il capo e con tutto il corpo (breve apnea).
6) Quindi, espirando profondamente, reclino indietro il capo lentamente fino a sfiorare il pavimento. A questo movimento associo la visualizzazione di un cielo azzurro, in cui a poco a poco penetro con il capo e con tutto il corpo (breve apnea).
7) Inspirando, riporto lentamente il capo in avanti fino a premere col mento sulla gola, mentre sprofondo nel blu marino.
8) Espirando profondamente, reclino indietro il capo lentamente e mi abbandono alla vastità dell’azzurro. (Ripetere almeno dieci volte.)
9) Ora mi distendo e resto concentrato alla gola: mantengo la visualizzazione di un’energia azzurra all’interno e prendo atto delle sensazioni fisiche e dello stato d’animo prodotti dall’esercizio.
Cari amici, nel darvi appuntamento al prossimo mese vi invito a meditare sul prezioso dono della parola, che ci permette quella straordinaria esperienza che è la comunicazione. Quanto è importante scegliere con attenzione le parole («Le parole del saggio sono pesate sulla bilancia» ci ricorda una massima biblica) e offrire un vero ascolto agli altri con un silenzio ricco di amore e di rispetto (leggasi in proposito il bellissimo libretto di Thich Nhat Hanh, L’arte di comunicare)! Davvero il silenzio (quello fatto di attenzione) è d’oro, un colore che sta così bene accanto al blu…
Cesare Peri
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