Sappiamo che il corpo umano (come, del resto, tutto ciò che esiste) genera un campo elettromagnetico che lo avvolge, la cosiddetta aura, ampiamente fotografata e visibile ai chiaroveggenti: dai suoi colori si possono ricavare importanti informazioni sulla salute fisica e psichica. Inoltre non solo questo insieme energetico vibra secondo determinate lunghezze d’onda, ma ogni parte del corpo ha la sua specifica frequenza. In particolare i chakra sono aree di intensa attività elettromagnetica, vere “ruote” (come dice la parola sanscrita) vorticanti di energia, generate dall’intersezione delle due principali correnti verticali. Questi centri energetici non solo hanno corrispondenze con i plessi fisici, ma costituiscono veri e propri livelli di coscienza.
La cromoterapia, come forma di “medicina complementare”, ha come fine quello di rafforzare e riequilibrare queste potenzialità energetiche, che influenzano corpo, mente e spirito. L’uso dei colori a scopo terapeutico ha origine lontane: bagni di luce colorata tramite pannelli di vetro erano già in uso nell’antico Egitto e in Grecia, India e Cina. La visualizzazione dei colori e la meditazione su immagini colorate appartengono da sempre alla tradizione della medicina tibetana.
Oggi i bagni di luce si effettuano tramite irradiazione luminosa di faretti colorati sull’intero corpo o su zone specifiche. Si tratta di faretti elettrici da 100 watt, tenuti a una distanza dal corpo di 50-80 centimetri, per una durata che varia secondo le proprietà del colore. Per esempio, il rosso va usato con prudenza, perché ha effetti stimolanti e aumenta la pressione sanguigna, mentre il verde è più sicuro, per il fatto che promuove il benessere generale dell’organismo (dieci minuti al giorno di irradiazione sono benefici per rafforzare l’equilibrio fisiologico e psicologico). Il giallo accresce l’appetito e aiuta la digestione; l’arancione stimola la tiroide e ottimizza l’attività della milza; il blu è calmante e diminuisce la pressione arteriosa; l’indaco per la sua alta vibrazione è benefico a occhi, naso e orecchie, mentre il viola esercita un influsso rilassante sul sistema nervoso, oltre che stimolare la produzione di globuli bianchi. Naturalmente questi sono solo alcuni, a titolo di esempio, dei molteplici effetti che può produrre l’esposizione, in genere progressiva (da cinque fino a un massimo di trenta minuti), all’irradiazione luminosa di ciascun colore.
Più mirata a punti specifici del corpo è l’applicazione della luce colorata tramite la cromopuntura. Per nostra tranquillità va subito detto che questa pratica non ha nulla a che vedere con siringhe, ma si esegue tramite l’uso di una penna ottica dal puntale luminoso dotato di sette punte intercambiabili di quarzo trasparente, corrispondenti ai sette colori dello spettro. La luce, a seconda del colore usato, ha una penetrazione sottocutanea compresa tra 2 e 30 mm, e i punti di applicazione preferenziali sono i chakra e quelli situati lungo i meridiani dell’agopuntura cinese, nonché nelle zone riflessogene. L’esposizione massima è di un minuto.
La cromoterapia si avvale anche dell’uso delle acque solarizzate, dal momento che, come abbia visto a proposito di quelle mineralizzate, l’acqua si comporta di fatto come un cristallo liquido, capace di memorizzare e trasmettere informazioni energetiche. Si espongono perciò al sole, per una durata massima di dodici ore, contenitori di cristallo non smerigliato (anche semplici bottiglie) di vari colori, a seconda delle proprietà energetiche di cui ci si vuole avvalere. Una volta che l’acqua ha acquisito le qualità elettromagnetiche del colore, è pronta per l’uso e si consiglia di conservarla in un luogo fresco e buio per non più di cinque giorni. Le acque solarizzate possono essere usate esternamente sulla pelle oppure bevute a piccoli sorsi e anche utilizzate per la preparazione dei Fiori di Bach.
Anche le piante, utilizzando la luce solare, racchiudono l’energia delle vibrazioni cromatiche e i loro benefici effetti sul corpo e sulla psiche. Se ne possono perciò trarre preziosi oli essenziali, i cui colori variano a seconda della parte della pianta (fiori, foglie, radici e semi) dalla quale sono ricavati. In questo ambito è particolarmente noto ed efficace il metodo terapeutico ideato da Vicky Wall, denominato Aura-Soma, che si avvale di oli cristallini, estratti di piante ed essenze di erbe, i cui colori hanno corrispondenze con quelli dell’aura.
All’inizio di questo trattamento cromatico si chiede al paziente di scegliere quattro tra le varie bottigliette di oli colorati, le quali simboleggiano (a sua insaputa) la storia della persona e la sua evoluzione: la prima rappresenta l’aura, lo scopo e il potenziale del soggetto; la seconda il suo processo evolutivo fino a quel momento; la terza il punto attuale del suo sviluppo; la quarta le probabili tendenze future. «Dopo aver discusso il codice del colore o l’interpretazione col paziente», scrive Wall, «avremo dischiuso i livelli spirituali ed emotivi rivelati dal simbolismo dei colori» (Guarire con i colori, Edizioni Mediterranee).
Perciò, ad esempio, l’olio blu-verde, si addice al petto, in corrispondenza del quarto chakra: «Dà spazio. Porta armonia. Fa prendere decisioni. Efficace per il cuore, sia dal punto di vista fisico che emotivo», mentre l’olio giallo oro, «il raggio della saggezza», agisce nell’area del plesso solare (terzo chakra), con effetti benefici non solo a livello fisico (su stomaco, fegato, cistifellea e milza), ma anche psicologico e spirituale («La calendula oro profondo è efficace nel rimuovere i blocchi che hanno origine nel passato o nel presente e che si manifestano sulla pelle o come problemi nervosi. Apporta la luce del sole, che scioglie la mente e i muscoli»).
Altri modi per trarre benefici dai colori sono la cromodieta, l’uso attento e consapevole delle valenze cromatiche nella scelta dell’abbigliamento, dell’arredamento e dell’illuminazione ambientale. Ottima anche l’Art therapy, con il libero e creativo uso di pennelli, pennarelli e matite colorate. Esistono anche occhiali con lenti colorate intercambiabili: rosse, per stimolare energie fisiche; arancioni, per infondere vitalità e gioia di vivere; gialle, per migliorare la concentrazione; verdi, per tonificare e rasserenare; blu, per il rilassamento e per abbassare la pressione; indaco, per riposare (magari dopo una lunga permanenza al computer) e rigenerare; indaco anche per il rilassamento profondo e la meditazione; viola, il colore della “guarigione globale”, per accedere alla dimensione dello spirito.
Ma il colore, per produrre effetti ancora più intensi, può non solo essere visto, ma anche immaginato, anzi, meglio, visualizzato e, in tale ambito, persino “respirato”. Si tratta infatti di esercizi di respirazione cromatica di carattere necessariamente meditativo, che possono avere effetti positivi a livello fisico, psicologico e spirituale. Lo svolgimento di tale pratica si basa in genere su una successione di cinque momenti: 1. Rilassamento; 2. Concentrazione sul respiro; 3. Richiamo alla mente di una circostanza felice da cui derivare lo stato d’animo; 4. Visualizzazione del colore prescelto, magari sotto forma di “nuvoletta” all’altezza del capo; 5. Inspirazione del colore, sentendolo scendere e pervadere tutto il corpo o la parte dove lo si vuole indirizzare, quindi espirazione del colore complementare.
Un particolare sviluppo di questo genere di esercizi, orchestrati in modo organico, così da costituire un vero e proprio percorso evolutivo della coscienza, lungo la linea ideale dei chakra, è costituito dalla Meditazione Cromatica. Questa pratica si diversifica da tutte le altre tecniche, perché non utilizza strumenti esterni, ma richiede la partecipazione attiva del soggetto e costituisce un’esperienza squisitamente interiore, capace di produrre effetti anche più rilevanti. Si basa infatti su un fenomeno dell’inconscio per cui la nostra mente non distingue tra un’esperienza reale e una intensamente immaginata, producendo così gli stessi effetti, come accade negli stati ipnotici.
Questa straordinaria esperienza interiore del colore, che con gli anni ho avuto modo di elaborare in un metodo personale, viene rafforzata da esercizi di carattere sinestetico (associare un colore a un sapore, a un odore, a un suono, alla percezione tattile) e di gestualità cromatica (movimenti lenti e armoniosi sempre legati al ritmo respiratorio). Infatti l’interdipendenza corpo-mente-respiro è indispensabile per entrare nello stato meditativo e potenziare le correnti energetiche dei colori.
Cesare Peri
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