
Se immaginiamo una preziosa lanterna, magari con i vetri smerigliati, in cui sembra muoversi qualcosa che determina un incessante succedersi di luci colorate, ora nitide, ora mescolate in vortici di varie sfumature, potremmo riconoscervi idealmente l’immagine del nostro mondo interiore, ma anche realisticamente il nostro essere fisico con la sua aura che lo avvolge.
Vedremmo accendersi colori fugaci o di varia durata, corrispondenti alle dinamiche degli stati emotivi, e altri più stabili e tuttavia in lenta trasformazione, in linea con i processi evolutivi della coscienza. Di fatto ogni persona è come una lampada con alcuni colori prevalenti, tali da caratterizzarla, anche se costantemente animati da brillii iridescenti, tanto che la “psicologia cromatica” tende a catalogare, secondo parametri generali, il “tipo rosso”, il “tipo verde” e così via.
In teoria, osservando i colori base della lanterna, potremmo riconoscervi le tre componenti elementari della personalità: istintiva (rosso), emozionale (arancione) e razionale (giallo). In pratica però sarebbe difficile distinguerle nel loro naturale intreccio, perché a ogni pensiero si accompagna uno stato emotivo con un relativo riscontro fisico. L’arancione, per esempio, che esprime la gioia e la sessualità, nasce proprio dall’interazione tra il rosso e il giallo.
Ma, volendo determinare il “carattere cromatico” di una personalità, dovremmo considerare non solo la prevalenza della tonalità o tinta, ma anche il livello di saturazione e di luminosità. Così un rosso vivo esprime energia primaria e dinamismo, ma un rosso cupo la negatività dell’istinto e la forza cieca dell’ira, come un giallo luminoso indica vitalità e chiarezza mentale, mentre scuro è segno di insidia e di malattia.
Il cammino dell’uomo si avvale di questi tre colori per costruire il cosiddetto “io”, quell’immagine psicofisica di se stesso indispensabile per avviare e condurre l’esperienza della materia, ma altre tinte attendono di apparire nella sua lanterna, prima come lampi fugaci, poi come “aurore boreali” destinate a creare straordinari effetti di luce.
Dopo i primi approcci relazionali (arancione) e il sano consolidamento psicologico (giallo), ecco manifestarsi la profondità del sentimento come indispensabile porta di accesso alla dimensione spirituale: l’io (giallo) è ancora presente, con le sue tendenze egoistiche, ma il blu lo purifica e dalla loro fusione nasce il verde, l’amore, il cuore stesso della vita.
È questo il colore della Natura, che ci fa sentire in sintonia con essa e, diventando sempre più intenso e brillante, con tutti gli esseri viventi. Esistere significa essere in relazione e chi effonde l’amore espande la coscienza, la quale trasforma il giallo dell’intelletto nell’oro della consapevolezza e della saggezza. A questo punto la lampada splende e tutti i colori manifestano la loro purezza in una crescente armonia.
Allora, se il viandante prosegue nel cammino, la sua lampada azzurra, che tutto rischiara, sembrerà tuttavia a un tratto attenuarsi e come addensarsi in un colore più intenso e quasi cupo, legato alla dimensione mistica della notte: l’indaco annuncia la trasformazione della coscienza, la spogliazione e l’abbandono di tutto ciò che ha permesso di giungere fino a quel punto. È il “salto di qualità”, la “notte oscura” dello spirito, così magistralmente descritta da San Giovanni della Croce nella Ascesa al Monte Carmelo.
Infine, proprio quando la lampada sembra non fare più luce ed essere quasi prossima a spegnersi, ecco d’improvviso esplodere il viola, in tutte le sue molteplici sfumature, il colore dell’Essenza e dello Spirito, la porta dell’Oltre: la trasformazione della coscienza è avvenuta. Le sue intense frequenze si elevano progressivamente fino a condurre il pellegrino oltre la soglia del visibile (radiazioni ultraviolette) e allora la lanterna si dissolve in pura luce, in un bianco abbagliante che manifesta e assorbe in sé tutti i colori.
«Tutti i momenti della nostra vita hanno un colore: il rosso per la nascita; l’arancio per il calore della famiglia; il verde per la giovinezza, che diventa azzurro nella maturità. L’indaco e il violetto sono i colori trascendentali tra la vita e la morte. Il bianco è il termine, la somma di tutti i colori, la fine del nostro viaggio terreno» (Gustavo Rol).
Cesare Peri
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