La straordinarietà dei colori si rivela sia come fenomeno fisico sia come processo fisiologico. Nel primo caso si tratta di radiazioni elettromagnetiche di diversa lunghezza d’onda e frequenza; nel secondo di una sensazione ottica, per cui gli impulsi luminosi si convertono in impulsi nervosi, che, trasmessi alla corteccia cerebrale, vengono “letti” come colori. Di fatto possiamo dire che questa lettura cromatica del mondo che ci circonda è una nostra creazione!
Ma la complessità del fenomeno moltiplica i suoi effetti nelle reazioni che desta dentro di noi, influenzando profondamente la nostra vita sul piano energetico, psicologico e spirituale. Infatti in primo luogo le frequenze dei colori, essendo energia, interagiscono con quelle dell’organismo, incidendo sul sistema nervoso, immunitario e sui processi metabolici.
A livello psicologico è ancora più sorprendente il ruolo che i colori svolgono nell’inconscio, abbinandosi ciascuno a un sentimento o a uno stato emotivo. A ragion veduta Lüscher, il famoso creatore del test dei colori (rivelatore dello stato psico-fisico del soggetto nel metterli in ordine di preferenza) li definisce «Il linguaggio emozionale dell’inconscio».
Il nostro sé profondo si esprime tramite simboli e colori.
D’altro canto questo linguaggio cromatico inconscio non manca di affiorare in molteplici spontanei (e significativi) modi di dire: «periodo grigio», «sono nero», «vedo rosso», «anni verdi», «situazione rosea». Per tradizione (e per istinto) abbiniamo al giallo la gelosia, al verde l’invidia e al blu la paura («una fifa blu!»). Di fatto i colori rivelano il nostro mondo interiore. Possiamo anche credere che una spiccata preferenza o un forte rifiuto nei confronti di un determinato colore sia dovuto a un fattore estetico, ma in realtà queste reazioni celano desideri, bisogni e paure.
Se l’analisi cromatica si mostra complessa nell’ambito dell’area emozionale, più ampio è il suo spettro a livello simbolico, in cui valenze psicologiche e spirituali si intrecciano in una molteplicità di aspetti e significati. In primo luogo occorre ricordare che ogni colore presenta un simbolismo primario, di carattere positivo, e uno secondario, di carattere negativo (eccezion fatta per il grigio, il marrone e il rosso-bruno, che invertono le valenze).
Inoltre, mentre la reazione dell’organismo umano al colore è universale (evidentemente filogeneticamente trasmessa), i valori simbolici, pur conservando una certa omogeneità, possono mutare di significato secondo le culture e il vissuto individuale: per esempio, in occidente il colore del lutto è il nero, mentre in oriente è il bianco, e a livello personale la simpatia o meno per un colore può essere abbinata a un ricordo o a una determinata esperienza.
La complessità simbolica si rivela dunque nell’ambivalenza stessa del colore, nel suo valore di archetipo, che, in quanto tale, non si esaurisce in una corrispondenza univoca di tipo logico- razionale, ma costituisce un “grappolo” di significati, spesso contraddittori e difficilmente esauribili. A titolo esemplificativo (ma con il beneficio della necessaria concisione e brevità) proviamo a prendere in considerazione il verde, il colore che le inchieste demoscopiche pongono al secondo posto, dopo il blu, tra i colori preferiti.
Anzitutto è un colore primario nella sintesi additiva (colori trasmessi attraverso la luce), ma è comunemente considerato secondario in quella sottrattiva (pigmenti e vernici). Colore terapeutico per eccellenza (la sua frequenza è quella naturale dell’organismo in stato di quiete), antisettico, battericida, tonifica gli organi e riposa la vista. Per i suoi effetti calmanti e riequilibranti è efficace nella cura di stress, ansia e cefalea.
Positivi anche gli effetti psicologici: accresce equilibrio, perseveranza, facoltà decisionale e autostima. Che dire delle straordinarie valenze simboliche? Vita, fertilità, primavera, rinascita, speranza, giovinezza e, in particolare, amore (diversamente dal rosso, che rappresenta la passione), ma anche armonia, conoscenza, insegnamento, eppure… eccolo mutarsi in un simbolo di malattia, veleno, muffa, indigenza, instabilità, caso, destino, sfortuna e persino morte! All’effetto rassicurante della natura si contrappongono le simbologie malefiche dei medievali omini verdi e dei fantascientifici Marziani, con il loro occulto carico di minacce.
Verde è la speranza, ma verde è anche l’invidia e la povertà: l’espressione «essere al verde» trae origine dal fondo colorato delle candele, quando costituivano il principale mezzo di illuminazione, e segnalava allora la necessità di provvedere per non restare al buio.
Buio e luce… dualità, il “codice binario” con cui leggiamo il mondo, e i colori rispecchiano nella loro complessità la semplicità e insieme la ricchezza del nostro sentire.
Cesare Peri
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