Quando Javeh pensò a questo pianeta, immaginò qualcosa di esuberante, che lui chiamò di suo “giardino perfetto”. Pretendeva che questo pianeta fosse un luogo dove lui potesse usare tutto il suo potenziale creativo. Qui avrebbe potuto “scatenare” la sua creatività e osservare le esperienze esistenziali in atto, per vedere fino a dove avrebbero potuto arrivare.
Pensò a tutto: all’acqua, alla terra, ai vegetali e dopo agli animali che avrebbero popolato il suo giardino. Pensò ad ogni regno separatamente e nei rispettivi potenziali che avrebbero potuto sviluppare.
Osservava ogni cosa creata e si spaventava quando s’accorgeva di un disimpegno differente da quello che lui aveva immaginato. Si rese conto che questo pianeta si stava incamminando, col tempo, ad assumere una tonalità blu, e si incantò. Rimase allora ancor più innamorato di questo mondo, e lo chiamò di suo “pianeta blu”!
Qui faceva fiorire vite inimmaginabili anche per noi, che eravamo suoi cloni. Noi stessi ci sorprendevamo con la sua creatività. Sembrava che qui sulla Terra lui avesse maggior piacere nel creare! Tutto si formava conforme al suo pensiero. I tempi passavano e la flora del pianeta era sempre più favolosa. Fu quindi solo un passo affinché anche il regno animale potesse cominciare a evolvere.
Javeh continuava osservando la sua creazione più perfetta. Questo era il luogo dove si sentiva un vero Dio Creatore. Qua si sentiva pieno e realizzato con la sua propria creazione.
I tempi passarono e successe quindi ciò che sulla Terra venne conosciuta come la Ribellione di Lucifero. Quegli esseri inquieti furono allora portati sulla Terra per iniziare una nuova tappa di vita nel giardino perfetto di Javeh.
A lui non piacque ciò che vedeva, ma niente avrebbe potuto fare. La ribellione doveva terminare e non c’era altro luogo dove questi esseri avrebbero potuto ricominciare un nuovo percorso evolutivo. Qui, in questo lontano pianeta, avrebbero avuto la possibilità di rimarginare le loro ferite spirituali aperte.
Javeh accettò contrariato di ricevere il primo scaglione, che qua venne su navi spaziali. Vide questi esseri arrivare e cominciare a distruggere il suo bel giardino. Dopo ne arrivarono altri, alcuni in stato spirituale, altri ancora nei loro corpi fisici, provenienti dai propri sistemi d’origine.
Non potete capire il dolore che sentì al vedere il suo pianeta invaso da una popolazione di esseri ammalati e conturbati. Accettò – non c’era altro modo – ma rimase accompagnando da vicino ciò che questi stavano facendo.
Javeh aveva creato esseri primitivi per poter cominciare ad evolvere qui sulla Terra. Questi esseri erano i suoi figli più semplici, ma che a lui piaceva osservare per vedere come si sarebbero sviluppati in questo così bel giardino.
Vide i nuovi arrivati interagire con questi suoi nuovi figli primitivi. Cercate d’intendere com’è vedere distrutto quello che era stato pianificato con tanta dedicazione e amore; per lui fu una perdita irreparabile!..
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