Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

37. GLI AMOREVOLI CONSIGLI DI GESU’ – PARTE 1

23/06/11

Gesù tentò di far comprendere a Javeh di non essere propriamente dotato di quei requisiti necessari per poter distinguere spiritualmente l’energia vibratoria di ogni individuo presente sul pianeta, ai fini della valutazione finale, quella che sulla Terra viene identificata con il nome di “giudizio universale”.

Il Maestro gli riconosceva certamente di essere il Signore di tutto ciò che era fisico e materiale, ma Javeh, dal canto suo, doveva intendere che, pur avendo seguito l’evoluzione di ogni essere fisico nelle tante reincarnazioni materiali, questi possedeva anche uno spirito che veniva da molto prima, e da molto più lontano, spirito di cui Javeh non aveva la percezione, e che quindi era impossibilitato a giudicare per il suo percorso evoluzionistico.

Gesù ricordò a Javeh di essere stato proprio lui ad avere dettato a Giovanni, nell’Apocalisse, che l’agnello di Dio sarebbe venuto a separare il grano dalla zizzania, e che quell’agnello era Lui, Gesù.

Javeh riconobbe allora la sua incapacità di giudicare le vibrazioni spirituali degli esseri, mentre sentì di essere adeguato per valutare i loro atti, per quello che avevano fatto sulla Terra, nelle varie incarnazioni che qui avevano avuto. Divenne quindi consapevole che non avrebbe potuto dire con certezza chi meritava di restare sulla Terra, e chi no.

Javeh era giusto nei suoi comportamenti. Poteva anche non comprendere alcune azioni delle sue creature, ma non aveva mai fatto niente per malvagità: agiva con fermezza solo perché voleva raggiungere i risultati che si era prefissato. In verità non era molto paziente, ma i terracquei umani erano una razza piuttosto complicata, che sempre soccombeva ai propri desideri e ambizioni. Javeh aveva poca fiducia in loro, troppe volte era già rimasto deluso.

Gesù allora chiese a Javeh di lasciargli quest’incombenza di giudicare “i vivi e i morti”. Gli domandò quindi il permesso per poter tornare sulla Terra e capire, guardando nell’intimo di ogni essere umano, quali avessero ancora una qualche possibilità di miglioramento nella strada del bene. Promise a Javeh che poi avrebbe assunto il comando del nuovo esilio di quelli che non avessero raggiunto il livello minimo di evoluzione, ma solo Lui, Gesù, avrebbe potuto giudicarli.

Javeh accettò la proposta. Gesù avrebbe accompagnato questi esseri, comandati dallo stesso Javeh, nell’esilio in quei nuovi mondi dove avrebbero abitato dopo la reintegrazione cosmica della Terra.

Noi, figli di Javeh, fummo contenti della decisione. Sapevamo che la cosa migliore era stata fatta…

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