Se l’arancione ci ricorda il bagliore dell’alba e, come abbiamo visto, il nascere della coscienza di sé e della personalità attraverso il rapporto con l’altro, il giallo è il colore solare per eccellenza e richiama l’immagine del sole che splende alto nel cielo in tutto il suo fulgore. E in effetti ha in sé l’idea di completamento del processo di crescita dell’io e di pienezza, come le spighe d’oro del grano maturo.
È uno dei tre colori primari (rosso = materialità e blu = spiritualità) e rappresenta il piano mentale, la dimensione dell’intelletto e della razionalità, dove la “luce della conoscenza” consolida il pensiero lineare, i meccanismi psicologici dell’io e la sua volontà di affermazione. Esotermico e centrifugo, esprime intenso dinamismo, movimento di emanazione e di espansione, e in senso esoterico simboleggia il corpo come irradiazione dello Spirito. Siamo ancora nel regno delle emozioni, che tuttavia qui trovano ordine e controllo, se la personalità risulta ben strutturata ed equilibrata. Tuttavia confina già con la dimensione interiore più profonda, rappresentata dal blu, e ad essa potrà accedere attraverso quell’area di “sovrapposizione”, costituita dal verde, cioè dall’esperienza dell’amore.
La carica di vitalità, benessere e positività che caratterizza questo colore, infatti, genera una notevole spinta verso la ricerca del nuovo e del cambiamento. L’espansione dell’io, come necessario stadio evolutivo della coscienza, segue un processo naturale di passaggio progressivo da un sentire egoistico a un nuova percezione altruistica della vita. E solo un io forte e maturo permetterà quel passaggio che lo trascende. L’io “patologico”, invece, che diventa e resta lo specchio narcisistico della propria identificazione, potenziando le spinte dell’autoaffermazione e dell’antagonismo, finisce con l’imboccare la direzione opposta, che accresce il senso di separatività e alimenta contrasti e persino crudeltà. Questa deviazione dell’io, che credendosi forte rivela così tutta la sua debolezza, va giustamente deprecata, e non va confusa con la sana manifestazione dell’io (condizione ineliminabile per accedere a livelli superiori di coscienza), equivoco comune a un certo moralismo e a presunte pratiche ascetiche.
Questa chiarezza mentale, simboleggiata dal giallo, può assumere anche i caratteri della prudenza e della saggezza, propri dell’oro, e alimentare una forte volontà, fondata su un senso di ottimismo e di fiducia in se stessi. Sono le qualità riscontrabili in chi predilige questo colore, in genere una persona estroversa, aperta alle novità, dotata di senso pratico e insieme di fervente immaginazione. Il desiderio di cambiamento è necessariamente associato alla speranza (due elementi destinati a crescere e a realizzarsi nello stadio successivo del verde). Di conseguenza chi non ama il giallo spesso associa inconsciamente a questo colore un’insufficiente autostima o l’amarezza per aspettative deluse.
Ritroviamo il concetto di maturità dell’io nel terzo chakra, Manipura («Città dei gioielli»), caratterizzato dal prevalere del colore giallo, in corrispondenza del plesso detto “solare”, proprio perché da questo punto, situato al di sopra dell’ombelico, s’irradia in tutto l’organismo, come da un sole, l’energia pranica, che alimenta e regola i processi vitali. È il centro del dinamismo e della trasformazione, simboleggiati dal fuoco, l’elemento a esso associato, mentre l’organo di azione è rappresentato dai piedi e il senso corrispondente dalla vista, a indicare l’interdipendenza tra la facoltà di vedere con chiarezza e quella di procedere nella giusta direzione.
Nella cornice circolare del loto è inscritto un triangolo “acqueo” o “femminile”, cioè con il vertice rivolto verso il basso, a indicare interiorità, quindi un processo introspettivo e di autoconoscenza, mentre l’animale araldico che sembra far la guardia al vertice è un ariete, simbolo di forza e determinatezza, pronto a “sfondare” per farsi largo nella vita. I dieci petali della corolla del loto ci ricordano che questo numero significa totalità della manifestazione e allude alla pienezza dell’io, come risultato della somma del 4 (i petali del 1° chakra), che indica il radicarsi dell’io nella materia, e del 6 (i petali del 2° chakra), che indica lo sviluppo dell’io attraverso l’esperienza relazionale.
Dal punto di vista fisico il giallo è energetico e incrementa il tono neuro-muscolare. È benefico per lo stomaco, perché, stimolando la produzione di succhi gastrici, favorisce la digestione, e per l’intestino, riducendo il gonfiore addominale. Antidepressivo, vivifica la mente, potenziando la capacità di attenzione, di analisi e di memoria, ed è perciò associato alla parte sinistra del cervello.
Dal punto di vista psicologico favorisce la concentrazione e l’impegno intellettuale, ma anche buon umore, estroversione e comunicazione. Di conseguenza è indicato sia per ambienti riservati allo studio sia dove si vogliono coltivare i rapporti sociali.
Nella cultura orientale il giallo, in quanto associato allo splendore solare, è simbolo di fertilità e regalità. In generale si tende a esaltare le proprietà positive di questo colore quanto più è chiaro, fino a identificarlo con la luce stessa, da cui derivano sentimenti di gioia e spensieratezza, mentre il giallo scuro evoca cose sgradevoli, quali malattia, tradimento, gelosia e vigliaccheria.
La sfera di energia
Cari amici, dopo l’esercizio preparatorio (Il vortice dei colori), con cui è consigliabile iniziare sempre la Meditazione, l’esercizio sul rosso (Respirazione cromatica) e quello sull’arancione (Visualizzazione sinestetica), desidero proporvi una “doccia rigeneratrice” di luce: si tratta di una visualizzazione intensa che, vissuta con concentrazione e ripetuta almeno tre volte, ha il potere di spazzare via ogni negatività, lasciando spazio a una sensazione di gioia e di profonda pace. Se il vostro “spazio sacro” è per necessità limitato e quindi dovesse mancare il tempo per gli esercizi precedenti, riservate questo momento meditativo per la sera, poco prima di coricarvi, dopo esservi rinfrescati le mani e il viso.
In piedi, gambe leggermente divaricate. Schiena e capo diritti, spalle e braccia rilassate, occhi chiusi. Concentrazione sul respiro. Durata: 10 minuti.
1) Inspirando profondamente, porto lentamente le mani al plesso solare (poco sopra l’ombelico) e le appoggio a coppa (la destra nella sinistra), come se celassi un bene prezioso.
2) Concentrazione al plesso solare: respiro in modo rilassato e tranquillo in quel punto.
3) Con l’immaginazione creo in quella parte dell’addome una sfera di luce gialla: la sento formarsi a poco a poco, carica di vibrante energia dorata, finché riempie il cavo della mano. (Rotare allora lentamente la mano in avanti, mantenendo il contatto con il plesso solare.)
4) Questa sfera di luce gialla è il centro del mio dinamismo vitale, della mia volontà, della mia capacità di trasformazione.
5) Mentre inspiro profondamente, sollevo lentamente le mani e muovo la sfera di energia, toccando il petto, la gola, la fronte, fino alla sommità del capo.
6) A questo punto, aprendo le mani e alzando il capo, lascio andare sopra di me la sfera di luce, ed essa diviene sempre più grande, carica di energia vitale.
7) Un attimo di apnea (con le braccia sempre sollevate), e vedo che la sfera sopra di me si apre e genera una pioggia di luce d’oro che scende su di me e mi permea di gioia.
8) Espirando, chino lentamente il capo e abbasso le braccia lungo il corpo, come ali, sotto il flusso d’oro e di gioia profonda.
9) Resto immerso nella tiepida e vibrante luce d’oro, finché la scintillante pioggia si esaurisce.
10) Raccolgo di nuovo la mia energia vitale all’altezza del plesso solare, formando una sfera di luce gialla, con cui ripeto l’esercizio.
Vi auguro di cuore di poter irradiare intorno a voi la luce d’oro del vostro essere e di restare sempre aperti alle novità e ai cambiamenti!
Vi ringrazio per aver condiviso con me questo spazio e vi do appuntamento al prossimo mese.
Cesare Peri
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