…E’ da un po’ che sto qui seduta alla scrivania cercando di scrivere il post, non credo sia un problema di argomenti, né di concentrazione… è che non riesco a fare silenzio dentro di me. Non posso far altro dunque, dopo aver -a lungo- ascoltato questi rumori che cercare di tradurli in suoni e condividerli con voi.
Una persona che amo molto, mi ha parlato di un grosso problema, vitale, nell’accezione più stretta di questo termine. Ho ascoltato, ho pregato tra me e me, ho cercato il non giudizio, la neutralità dello specchio, ho espresso il mio pensiero solo quando mi è stato chiesto e l’ho fatto pensando a cosa avrei fatto io al suo posto. Da manuale… ma ho sbagliato… Dove?
Ognuno di noi interpreta la realtà, prende delle decisioni, si innamora, soffre, guarisce sulla base del proprio mondo interno. E tanti sono questi mondi, quanti sono gli esseri umani su questo pianeta e oltre.
Posso io sentire o pensare come farebbe qualcuno la cui realtà soggettiva è diametralmente opposta alla mia? No. Ma non posso neanche farlo al posto di chi è cresciuto con me o di chi mi ha generato, per quanto numerosi possano essere i tratti comuni, lo stesso oggetto, la stessa sensazione saranno sempre percepiti in modo differente, non vorranno mai dire esattamente la stessa cosa.
Questo ci condanna ad un’ eterna solitudine, ad un’irreversibile incomunicabilità? No. Io posso ridere, godere, piangere o sognare con loro. Come? Ho pensato a questo punto, che la chiave da scrivere all’inizio di questo pentagramma così incodificabile, fosse LIBERTA’. La libertà che concede all’altro di esistere, la libertà che ci diamo e che gli diamo di essere ciò che è. E non ciò che supponiamo, vogliamo, immaginiamo.
Ho sbagliato perché ho pensato a ciò che avrei fatto io, ho osservato il problema dal mio punto di vista, ritenendo che la mia realtà fosse più ragionevole, opportuna, insomma più vera dell’Altra. Tutto ciò che viviamo non è altro che una nostra proiezione, un nostro riflesso e questo conferisce uguale veridicità alla mia, alla tua, alla sua realtà, contemporaneamente, senza contraddizione.
Vi ricordate il Piccolo Dizionario di Parole Fraintese? Era all’interno di alcuni capitoli de “L’insostenibile leggerezza dell’essere”. Kundera prendeva una parola e ne spiegava il significato dal punto di vista di due diversi personaggi del romanzo. Incredibile come una chiesa, le note di un piano, un temporale evocassero associazioni così lontane, differenti, incongruenti. Si può dire quale fosse più vera? Ancora una volta, no. Inutile affannarsi o discutere non c’è nessuno da persuadere, da cambiare. LIBERTA’.
Libertà quindi di Punti di Vista… qual è il vostro?
Vi abbraccio con una frase di Lama Michel Rimpoce: “Non cerchiamo di cambiare il modo, ma il modo in cui lo percepiamo“!
Nicol
PS. Se vi va, andate a dare un’occhiata al nostro argomentario, molti altri autori ci hanno parlato di… Libertà e Responsabilità…
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