Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

70. TU CREDI IN DIO?

“Tu credi in Dio?”

Quante volte ci hanno rivolto questa domanda?
Quante volte l’abbiamo fatta a qualcun altro?

La fede è spesso confusa con la credenza, eppure non sono la stessa cosa. La credenza è il frutto di auto-convincimenti, costruiti per mascherare paure inconsce o frutto di una percezione limitata della realtà. Coloro che non hanno fede (gli atei) sono spesso convinti che coloro che dicono di averne si siano autoconvinti per non affrontare la “verità”: che siamo figli della materia e nessun principio divino sottintende i nostri percorsi… e a volte hanno ragione!

Sia gli atei sia certi “credenti” si muovono in realtà sulla stessa linea illusoria: la credenza che non ci sia o che ci sia qualcosa che va al di là di quello che appare… Ma essendo una credenza, assumerà sempre la forma che meglio si adatta alla loro visione interiore.

70_FAITHLa fede, invece, implica un atteggiamento di apertura di cuore e mente che consente di guardare alla realtà esterna ed interiore senza giudizio, senza separazione. La fede permette di cogliere la trama sottile che governa il percorso di tutti noi. La fede è uno stato interiore, una percezione tangibile del proprio stato di divinità, che ci porta a sentire come la realtà sia parte di noi, e noi parte di essa… La fede è realizzare che non può esserci qualcosa contro cui combattere che sia al di fuori di noi, così colui che ha fede benedice il proprio nemico perché gli sta mostrando parti di sé…

Forse la fede autentica non porta risposte, ma permette di fare domande più grandi. La fede non ha bisogno di dare spiegazioni, ma spinge con energia lungo percorsi più arditi, dentro esperienze più grandi… al di là di quello che gli altri – o il nostro piccolo sé impaurito – si aspetta. 

“Tu credi nel Sole?”
Ecco cosa rispondo a chi mi chiede se ho fede.
Il Sole è lì, ne facciamo esperienza ogni giorno, è parte della nostra realtà. Così è per la “divinità” che colgo in ogni cosa: è lì, mi parla attraverso il sorriso delle persone, i piccoli grandi miracoli della vita, le coincidenze improvvise eppure mai veramente nuove… La “divinità” è lì ogni volta che mi accorgo di essere parte di un pensiero comune, di un cuore comune…

La fede per me è avere una direzione, è una luce che indica la via… nella consapevolezza che poi occorre percorrere il sentiero con le proprie gambe, per trasformare una direzione interiore in una direzione esteriore…

Avere fede non ha nulla a che fare con il dirsi delle frasi o convincersi solo sul piano mentale, ma è realizzare con ogni parte del nostro essere l’unità e l’amore che collega ogni cosa. Questo dicono i maestri, i filosofi e i saggi di ogni epoca… e sono sicura che ciascuno di noi ha avuto dei momenti in cui si è sentito completamente “nel flusso”, in cui ha percepito la bellezza della propria anima, e un senso di unione con gli altri esseri umani, gli animali e le cose. Questi sono “momenti di fede”… che nutrono la nostra aspirazione a trovare una fede ancora più grande… è come se, una volta sbirciato al di là del buco della serrattura, fossimo chiamati con ogni parte di noi a cercare di aprire la porta… Almeno questo accade a me.

Ma si può veramente parlare della fede? Si può veramente trasmettere a qualcun altro il senso della fede? Probabilmente no, poiché l’esperienza è sempre personale e indiscutibile… a differenza delle “nozioni” e delle credenze, che possono essere instillate negli altri. Ma forse si può lasciarne testimonianza, alimentando così unasperanza, sapendo che siamo tutti connessi a livello di anima e che è possibile, quindi, toccare le anime degli altri…

Mentre scrivo passa in Redazione Roberto Maria Sassone e ne approfitto subito per chiedergli: “Roberto, cosa è per te la fede?”

Senza esitare e con occhio vispo, Roberto risponde:

“La fede è conseguenza di un’aspirazione, di un’anelito dell’animo… Chi ha fede ha già un piccolo contatto con l’anima, contatto che quindi si trasforma in una ricerca, e in questa ricerca si mettono in discussione i presupposti della fede stessa… Con la ricerca si passa alla conoscenza, che si basa sull’esperienza. Grazie a questo percorso si arriva ad eliminare le sovrastutture legate all’ego, per giungere al messaggio essenziale che va al di là di ogni religione particolare e che ti fa entrare in una religione universale…
“Attraverso l’esperienza, si giunge quindi alla Vera Fede, che è la fede unita alla conoscenza, cioè si sviluppa una fiducia totale con il divino: non c’è più dubbio… sei nel surrender totale…!”

E allora capisco che non esistono percezioni assolute, che la fede è fatta di tanti scalini o dimensioni, e che la “mia” fede sta ancora cercando di farsi strada nell’esperienza, sta cercando di maturare conoscenza… Un giorno forse arriverò alla “Vera Fede” ma nel frattempo eccomi qua, a fare quel che posso… mentre una parte di me ha dubbi… e un’altra non ne ha affatto…

E voi… avete fede?
Cosa significa per voi avere fede?

Mentre rifletto e cerco ancora parole per l’inspiegabile, vi segnalo la conferenza di Salvatore Brizzi dedicata proprio al tema della fede… e a seguire la spendida intervista a Swami Kriyananda… queste sì che sono “parole di fede”!

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Camilla Ripani
www.anima.tv..

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