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137. IL CIBO SPAZZATURA RIDUCE IL QUOZIENTE INTELLETTIVO DEI BAMBINI

137. IL CIBO SPAZZATURA RIDUCE IL QUOZIENTE INTELLETTIVO DEI BAMBINI

È di pochi mesi fa la pubblicazione dei risultati di una ricerca che riguarda il rapporto fra alimentazione dei bambini e sviluppo delle loro capacità intellettive. La ricerca sostiene che i bambini alimentati prevalentemente con cibo fast food o “cibo spazzatura” sembrano sviluppare un quoziente intellettivo inferiore rispetto ai bambini alimentati con cibi più sani.

Claudio Schirru su www.greenstyle.it scrive:

Il consumo di cibo spazzatura da parte dei bambini riduce il loro quoziente intellettivo. Questo il risultato della ricerca condotta dalla dottoressa Sophie Von Strumm, ricercatrice presso il Dipartimento di Psicologia della Goldsmiths (Università di Londra). Secondo quanto riportato i bambini del Regno Unito alimentati con cibi sani risulterebbero avere un QI (Quoziente Intellettivo) maggiore rispetto ai coetanei che ricorrono sistematicamente ai fast food.
La ricerca riguardo i possibili effetti del cibo spazzatura sul potenziale cognitivo è stata condotta su 4.000 bambini scozzesi di età compresa tra i 3 e i 5 anni. L’analisi ha cercato di individuare le eventuali connessioni dell’alimentazione con il loro sviluppo intellettivo, comparando i risultati ottenuti da chi assumeva come pasto principale della giornata alimenti “slow” rispetto a quelli di chi ricorreva al fast food.
Secondo quanto affermato dalla stessa dottoressa Von Strumm: “È opinione comune che il tipo di cibo che mangiamo influenzi lo sviluppo celebrale, ma le ricerche precedenti hanno unicamente guardato agli effetti specifici di alcuni gruppi di alimenti sul QI dei bambini piuttosto che un generico tipo di pasto. Questa ricerca intende fornire prove evidenti a supporto delle numerose campagne di alto profilo che invitano a ridurre il consumo di cibo da fast food dei bambini del Regno Unito”.
La propensione verso il cibo spazzatura nei casi analizzati è apparsa spesso originata da fattori sociali. I bambini delle famiglie meno abbienti hanno mostrato una maggiore propensione verso un’alimentazione di tipo “fast food” a causa dello scarso tempo per la preparazione dei pasti evidenziato dai loro genitori. Questo porta a risultati inferiori rispetto a quelli ottenuti dai bimbi alimentati con cibi sani.
Un segnale da non sottovalutare, come conclude la Von Strumm: “I risultati della ricerca mostrano come la freschezza e la qualità dei cibi influenzano molto più che il senso di sazietà, specialmente quando i bambini sono più giovani e nel pieno dello sviluppo”.
(Fonte: www.gold.ac.uk)

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Da un punto di vista che vuole guardare oltre quello che appare, sorge spontanea una domanda: i cibi naturali, oltre a essere più sani, potrebbero nutrire l’intelligenza del bambino anche per il fatto che sono preparati in casa dalla “mamma”? In fondo i nostri pensieri e i nostri intenti si trasmettono anche nelle cose che facciamo, e quindi perché escludere il beneficio “energetico” di un pasto preparato amorevolmente in casa?..

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