Quando c’imbattiamo nella parola dieta, l’associamo subito all’idea di dimagrire e ai “sacrifici” che essa comporta. Quella “dei cinque colori”, invece, ha come principale scopo la protezione della salute, poiché stimola il sistema immunitario ed esercita una straordinaria influenza positiva sul sangue, sull’apparato gastrointestinale, sui polmoni e sulle degenerazioni cellulari. È quanto affermano concordemente l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Istituto Superiore di Sanità e le maggiori organizzazioni per la lotta ai tumori. Naturalmente può giovare tantissimo anche alla linea (a condizione che la si prediliga al consumo smodato di dolci e di piatti “pesanti”) e per di più è un toccasana per la pelle e contrasta l’invecchiamento.
In cosa consiste? Nel consumo quotidiano di verdura e frutta (da associare liberamente ad altro cibo, meglio se leggero, e distribuibili anche nell’arco della giornata) di cinque colori: rosso, giallo-arancio, verde, blu-viola e bianco. Si è scoperto infatti che i pigmenti che determinano il colore sono dovuti a composti organici, denominati fitochimici, che svolgono una naturale funzione protettiva contro virus e infezioni e in particolare contrastano l’azione dei radicali liberi, sostanze di scarto prodotte dall’organismo che danneggiano le cellule.
Siamo dunque nell’ambito della cromo-dieta, che rientra in quello più ampio della cromoterapia, non limitata però all’effetto psicologico, di per sé importante, dei colori che mettiamo nel piatto, ma avvalorata da ricerche scientifiche e da significative statistiche che riconoscono l’importanza dei “cinque colori del benessere”.
Il primo posto spetta a verdura e frutta giallo-arancione e in particolare alla carota: basti pensare che in passato (fin dagli antichi egizi) veniva usata solo a scopo terapeutico. Ricca di vitamine (A, B, C, E) e di oligoelementi (potassio, magnesio, rame, calcio e zinco), ha proprietà rimineralizzanti (un vero e proprio integratore naturale) ed effetti cicatrizzanti, sia sulle mucose dello stomaco (perciò raccomandata per bruciori e ulcere) sia sulla pelle (per infezioni e scottature). Il betacarotene, in essa contenuto, che l’organismo trasforma in vitamina A, permette di ottenere un sorprendente effetto protettivo e anticancro e protegge la vista, favorendo la produzione di rodospina, una proteina presente nell’occhio, indispensabile per le cellule nervose che consentono la visione notturna. Eccezionale è anche la scorta di carotenoidi, i pigmenti antiossidanti che colorano di arancione e che contrastano i radicali, i principali responsabili dell’invecchiamento della pelle.
I frutti arancioni contengono anche una grande quantità di flavonoidi, che potenziano gli effetti benefici delle vitamine e dei minerali e bloccano l’ossidazione del colesterolo cattivo, evitando che si depositi sulle pareti delle arterie.
Dunque sulla nostra tavola non manchino, oltre alle carote, zucche, albicocche e tutti i frutti e i vegetali di color giallo (il betacarotene è presente in molti altri vegetali, come asparagi, patate, pomodori, verze, lattuga, angurie, ciliegie e pesche).
Gli alimenti vegetali di colore rosso contengono le antocianine, sostanze utilissime per migliorare la circolazione sanguigna, prevenendo la formazione di coaguli e rinforzando l’apparato vascolare, e il licopene, che esercita una potente funzione antiossidante che preserva dai tumori e favorisce la rigenerazione cellulare.
Quindi conviene mettere in tavola pomodori, peperoni, ravanelli, come pure fragole, ciliegie, ribes rosso e anguria.
Anche nel cibi blu-viola troviamo le preziose antocianine, che, oltre a scongiurare i rischi di trombosi, ictus e infarto e l’aumento del colesterolo, migliorano la vista e la memoria.
Faremo dunque una buona scorta di melanzane, radicchio e di prugne, fichi, uva nera e mirtilli.
Verdura e frutta verde abbondano di clorofilla, che svolge una preziosa funzione fluidificante sulla bile, favorendo i processi digestivi e impedendo le fermentazioni nell’intestino. Inoltre questa sostanza potenzia l’effetto benefico dei carotenoidi.
Aggiungeremo perciò cavoli, spinaci, broccoli, carciofi, zucchine, cicoria, rucola, prezzemolo e kiwi, ma anche legumi, come fave e piselli.
A completare “i cinque colori del benessere” introdurremo da ultimo il bianco, per combattere efficacemente il colesterolo cattivo e l’ipertensione arteriosa. Questi alimenti contengono gli isotiocianati, che rallentano l’invecchiamento cellulare e controllano i livelli di alcuni ormoni implicati nello sviluppo di vari tumori.
Aglio, cipolla, finocchio, cavolfiore e così pure mandorle, mele e pere entreranno a far parte delle nostre abitudini alimentari.
Le proprietà chimiche della dieta dei cinque colori sono dunque un vero e proprio tesoro di composti organici, di vitamine e minerali, a cui va aggiunta una straordinaria ricchezza di fibre e di acqua, indispensabile al nostro organismo. Non dimentichiamo però anche le proprietà psicologiche: la piacevolezza di un piatto ricco di colori e l’influsso che ciascun colore esercita sul nostro equilibrio umorale. La presenza del rosso, infatti, ci dà energia, l’arancione stimola l’appetito e l’allegria, mentre il giallo, oltre a migliorare le funzioni gastriche, suscita vivacità e ottimismo. Il verde ci tranquillizza, facendoci ritrovare calma ed equilibrio, il blu e il viola ci rasserenano e ci infondono pace, mentre il bianco ci dà un senso di pulizia e di purezza e la voglia di riprendere il cammino con rinnovate energie.
Un’ultima considerazione: la cosiddetta “dieta dei cinque colori” (in realtà sette) può includere, oltre al benessere fisico e psicologico, un beneficio più grande, offerto dalla Meditazione Cromatica. Infatti, questi colori fondamentali in campo vegetale non sono forse gli stessi dello spettro solare e quelli che, in ordine verticale, dal rosso al bianco, caratterizzano il percorso evolutivo della coscienza rappresentato dai chakra?
Allora, per gustare pienamente un colore e goderne l’effetto benefico e terapeutico, posso aggiungere al mio piatto la consapevolezza del significato intimo di quel colore e percepirlo come un dono che entra non solo nello stomaco, ma anche nella mente e, soprattutto, nel cuore.
Cesare Peri
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