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26. IL FUMO – PARTE II

Cari amici, come anticipato proseguiamo la nostra indagine sul fumo esplorando stavolta il punto di vista psicoanalitico… Per approfondimenti vi rimandiamo sempre allo speciale argomentario video in palinsesto sulla webtv

II – L’INCONSCIO DEL FUMATORE

26_fumo-illusioneCome Italo Svevo ci suggerisce con finissimo intuito, Zeno proietta nella sigaretta la colpa, l’incapacità, l’ostacolo; butta fuori qualcosa che è dentro, mima psichicamente il percorso fisico del fumo. Non a caso la prima immagine che mi è venuta in mente pensando al fumo è il suo essere “ponte”, trait d’union tra l’interno e l’esterno, una sorta di nutrimento che possiede effetto stimolante o sedativo.

Per molte correnti di matrice psicodinamica, il fumo può essere letto come un equivalente del latte materno, che nutre non solo i tessuti biologici ma anche il tessuto emotivo-affettivo. Può inoltre rappresentare un sistema di controllo intrapsichico rispetto agli eventi e alle emozioni e sottendere, frequentemente, un vissuto emotivo del tutto peculiare: ciò significa utilizzare la sigaretta come regolatrice degli stati emotivi interni, come aggressività, tristezza, euforia, appagamento. Un mezzo, anche, per ammortizzare gli stimoli ambientali fonte di stress. In questo modo la sigaretta diventa una compagna di vita, e la gestualità ad essa correlata si trasforma in un movimento rassicurante, evocativo e protettivo (una componente presente in tutte le ripetizioni, nelle varie ritualità).

E poi c’è il “piacere” del fumo: sfogo della libido, intesa come energia

a contenuto sessuale che ha origine nel nostro corpo e che può trovare soddisfazione in esso oppure in qualcuno o qualcosa di esterno, l’oggetto. Ogni tipo di sessualità trova la sua origine nello sviluppo infantile che, a seconda dell’esito, indirizzerà la spinta sessuale a scaricarsi attraverso parti del corpo differenti.

Lo sviluppo pulsionale, come Freud spiega in Tre Saggi sulla teoria della sessualità del 1905, procede lungo una linea temporale dall’infanzia all’età adulta, attraversando vari stadi durante i quali una parte specifica del corpo passa in primo piano come zone erogena.

Ecco la gratificazione sensuale della sigaretta: come la prima esperienza di piacere è data dalla suzione e si colloca nella bocca, così fumando stimoliamo le zone erogene legate all’oralità, quelle zone cioè che continueranno a fornire soddisfazioni “parziali” anche nell’età adulta come preliminari dell’atto sessuale, ma sempre sotto la predominanza di quello che, secondo Freud, è lo stadio più elevato raggiunto dal piacere – quello connesso alla zona genitale.

Nella fase orale, l’atto di portare alla bocca, esplorare con essa, succhiare rappresenta il prototipo di ogni successiva soddisfazione sessuale; ed è proprio in questa fase dello sviluppo psicofisico che il fumatore (e non solo) sembra aver subito un arresto, una “fissazione” in termini psicoanalitici: invece di fluire liberamente verso gli stadi successivi dello sviluppo, la libido resterà intrappolata condizionando così pensieri, azioni, propensioni e blocchi più o meno patologici.

Nicol

(Continua)..

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