Arriva dal Regno Unito e non sembra una grande novità, tuttavia si sta diffondendo rapidamente in Europa. Si tratta del “reducetarianesimo“, uno stile di vita adottato da coloro che si impegnano a ridurre il proprio consumo di carne, scegliendo solo da allevamenti al pascolo, e di prodotti animali in generale (pesce, latticini, ecc).
Tipico dei “reducetariani” è, per esempio, scegliere un giorno a settimana dove alimentarsi solo su base vegetale, per poi aumentare, gradualmente, il numero dei giorni. Sui social network i reducetariani pubblicano i loro progressi e le alternative vegetali attraverso l’hashtag #lessmeat
Il movimento è stato così chiamato dal suo fondatore Brian Kateman, ricercatore della Columbia University, il quale afferma che lo scopo del reducetarianesimo è arrivare a consumare prodotti animali solo occasionalmente e non su base regolare. Le motivazioni addotte sono il miglioramento della salute, la salvaguardia dell’ambiente (la produzione di CO2 derivata dal consumo di carne è stimata essere il 20% del totale) e migliorare la condizione animale.
Brian Kateman è convinto che il movimento reducetariano possa coinvolgere tutto il pianeta perché incontra meno resistenze (e abbandoni) rispetto al vegetarianesimo e al veganismo, e che quindi possa avere un impatto concreto e immediato. Ma non vuole essere un’alternativa alla dieta vegetale, piuttosto vuole essere un ponte che permetta di coinvolgere anche coloro che non riescono a essere vegani/vegetariani (o che non lo sono ancora), in un’ottica di collaborazione e non di scontri ideologici.
Non mancano le polemiche e le accuse di contraddizione da una parte, e gli entusiasmi e i sostegni dall’altra…
E voi, cosa ne pensate?
Qui sotto l’intervento video di Brian Kateman, in inglese, per TEDxCUNY:
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