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193. LE PERSONE MULTIPOTENZIALI

Ci sono individui che, anche da adulti, ancora non hanno capito cosa vogliono fare: non riescono mai ad accontentarsi di un’unica cosa, saltando da un interesse all’altro. Si tratta di individui che la scrittrice e artista Emilie Wapnick definisce “multipotenziali”. Sei uno di loro? Scoprilo ascoltando l’intervento di Emilie per TED.

 

Trascrizione del video:

Alzate la mano se vi è mai stato chiesto: Cosa vuoi fare da grande?

Se doveste tirare a indovinare, quanti anni direste di aver avuto quando ve lo hanno chiesto per la prima volta? Potete mostrare anche solo le dita. Tre. Cinque. Tre. Cinque. Cinque. OK. Alzate la mano se la domanda “Che cosa vuoi fare da grande?” vi ha mai messo ansia.

(Risate)

Senza nessun tipo di ansia.

Io non sono mai stata capace di rispondere alla domanda “Cosa vuoi fare da grande?”

Il problema non era il non avere alcun interesse; era che ne avevo troppi. Alle scuole superiori mi piaceva inglese, matematica, arte, creavo siti internet e suonavo la chitarra in un gruppo punk chiamato “Operatori Telefonici Frustrati”. Forse avete sentito parlare di noi.

(Risate)

Ha avuto un seguito dopo le superiori, e ad un certo punto, ho cominciato a notare questo schema in me per il quale mi interessavo a un argomento, mi ci immergevo, lo divoravo, e diventavo brava qualsiasi cosa fosse; e a un certo punto cominciavo ad annoiarmi. Di solito cercavo di perseverare comunque,perché avevo già dedicato tempo e energia e a volte denaro in quel campo. Ma alla fine questo senso di noia, quel senso di “ci sono arrivata. Non è più una sfida” diventava troppo. E lasciavo perdere.

E mi interessavo ad altro, qualcosa di completamente diverso, e mi ci immergevo, lo divoravo, e pensavo: “Sì! Ho trovato la mia vocazione”, e poi raggiungevo quel punto in cui cominciavo ad annoiarmi. E alla fine, lasciavo perdere. Ma poi scoprivo qualcosa di nuovo e completamente diverso, e mi ci buttavo.

Questo schema mi ha provocato molta ansia, per due motivi. Il primo era che non ero sicura di come avrei potuto trasformare tutto questo in un lavoro. Pensavo che alla fine avrei dovuto scegliere una cosa, negare tutte le mie altre passioni, e rassegnarmi a essere annoiata. L’altra ragione per la quale mi ha causato tanta ansia era un po’ più personale. Ero preoccupata che potesse esserci qualcosa di sbagliato, e qualcosa di sbagliato in me, per non essere capace di dedicarmi a una cosa. Mi preoccupavo di aver paura di impegnarmi, o che fossi effimera, o che mi autosabotassi, spaventata dal mio stesso successo.

Se vi ritrovate nella mia storia e in queste sensazioni, mi piacerebbe farvi una domanda che mi piacerebbe mi fossi posta a quel tempo. Chiedetevi dove avete imparato a considerare negativa o anormale la capacità di fare molte cose. Ve lo dico io dove lo avete imparato: lo avete imparato dalla cultura.

Ci fanno la domanda per la prima volta: “Cosa vuoi fare da grande?” quando abbiamo circa cinque anni. E la verità è che a nessuno importa davvero quello che dite a quell’età.

(Risate)

È considerata una domanda innocua, fatta a bambini, per ottenere risposte graziose, come: “Voglio fare l’astronauta” o “Voglio fare la ballerina”, o “Voglio essere un pirata.” Inserire costume di Halloween qui.

(Risate)

Ma questa domanda ci viene posta di nuovo da grandi in molte forme, per esempio, agli studenti delle superiori può essere chiesto a quale facoltà si iscriveranno al college. E, ad un certo punto, “cosa vuoi fare da grande?” dall’essere il dolce gioco che era una volta, diventa la cosa che ci tiene svegli la notte. Perché?

Mentre questa domanda ispira i bambini a sognare il loro futuro, non li ispira a sognare tutto ciò che potrebbero essere. In realtà, fa esattamente l’opposto, perché quando qualcuno vi chiede cosa volete fare, non potete dare venti risposte diverse, anche se adulti benintenzionati; sogghigneranno e diranno: “Oh, che carino, ma non puoi essere liutaio e psicologo. Devi scegliere.”

Questo è il Dott. Bob Childs

(Risate)

È un liutaio e uno psicoterapeuta. E questa è Amy Ng, un’editrice di riviste diventata illustratrice, imprenditrice, insegnante e direttrice artistica. Ma la maggior parte dei bambini non sa di persone così. Tutto quello che sa è che dovrà scegliere. Ma c’è di più. L’idea della vita strettamente focalizzata è molto romanzata nella nostra cultura. È l’idea di destino o dell’unica vera vocazione. L’idea che tutti hanno un’unica grande cosa che sono destinati a fare nella vita su questa Terra, e bisogna capire quale sia quella cosa e dedicarvi la vita.

Ma se non siete fatti in questo modo? Se siete curiosi di tanti argomenti diversi, e volete fare cose diverse? Non c’è spazio per qualcuno come voi in questo quadro. Quindi potreste sentirvi soli. Potreste avere la sensazione di non avere uno scopo, o che ci sia qualcosa di sbagliato in voi. Non c’è niente di sbagliato in voi. Siete un “multipotenziale”.

(Risate)

(Applausi)

Un multipotenziale è una persona con molti interessi e occupazioni creative. È uno scioglilingua. Può essere d’aiuto dividerlo in più parti: multi – potenziale. Si possono usare altri termini per esprimere lo stesso concetto, come “eclettico”, “uomo rinascimentale”. In realtà, durante il Rinascimento, era ritenuto ideale il fatto di essere portato per molte discipline. Barbara Sher ci chiama “scanner”. Usate qualsiasi termine vi piaccia, o inventate il vostro. Devo dire che trovo appropriato che in quanto comunità non riusciamo a trovare una singola identità.

(Risate)

È facile vedere la propria multipotenzialità come una limitazione o un difetto da superare. Ma quello che ho imparato parlando con la gente e scrivendo di queste idee sul mio sito web, è che ci sono grandi punti di forza nell’essere fatti così. Ecco i tre super poteri dei multipotenziali.

Uno: sintesi di idee. Cioè, combinare due o più campi e creare qualcosa di nuovo nell’intersezione. Sha Hwang and Rachel Binx hanno attinto dai loro interessi in comune nella cartografia, visualizzazione di dati, matematica e design quando hanno fondato Meshu. Meshu è una società che crea gioielli personalizzati ispirati alla geografia. Sha e Rachel sono giunte a questa idea non nonostante ma grazie al loro mix di capacità ed esperienze. L’innovazione nasce nelle intersezioni. È lì che vengono fuori nuove idee. E i multipotenziali, con tutti i loro bagagli, sono capaci di accedere a molti di questi punti di intersezione.

Il secondo potere dei multipotenziali è il rapido apprendimento. Quando noi multipotenzialici interessiamo a qualcosa, ci diamo sotto. Osserviamo tutto quello su cui possiamo mettere le mani. Siamo anche abituati a essere principianti, perché siamo stati abituati a essere principianti molte volte in passato, e questo significa che siamo meno timorosi di provare nuove cose e di uscire dalla nostra zona di comfort. Inoltre, molte capacità sono trasferibili tra le diverse discipline, e portiamo tutto ciò che abbiamo imparato in ogni nuova area a cui ci dedichiamo, quindi raramente iniziamo da zero.

Nora Dunn è una viaggiatrice full-time e una scrittrice freelance. Da bambina concertista di piano, ha affinato una incredibile abilità di sviluppare memoria muscolare. Ora, è la più veloce dattilografa che si conosca.

(Risate)

Prima di diventare scrittrice, Nora era pianificatrice finanziaria. Ha dovuto imparare sottili meccanismi di vendita quando ha iniziato la sua pratica, e questo capacità ora l’aiuta a scrivere messaggi convincenti agli editori. Di rado è una perdita di tempo perseguire qualcosa a cui siete affini, anche se finite per mollare. Potrete applicare quella conoscenza in un campo completamente diverso, in modi non prevedibili.

Il terzo potere dei multipotenziali è l’adattabilità; cioè, la capacità di trasformarsi in qualsiasi cosa bisogna essere in una data situazione. Abe Cajudo è a volte un regista di video, a volte un web designer, a volte un consulente Kickstarter, a volte un insegnante, e a volte, sembra, James Bond.

(Risate)

È apprezzabile perché fa un buon lavoro. E ancora più apprezzabile perché può assumere diversi ruoli, a seconda delle esigenze del suo cliente. La rivista Fast Company ha identificato la capacità di adattamento come la più importante capacità da sviluppare, utile per crescere nel 21esimo secolo. Il mondo economico sta cambiando in maniera così veloce e imprevedibile che sono gli individui e le organizzazioni che possono adattarsi per soddisfare i bisogni del mercato che stanno davvero crescendo.

Sintesi di idee, rapido apprendimento e capacità di adattamento: tre capacità nelle quali i multipotenziali sono davvero esperti, e tre capacità che possono perdere se spinti a convergere la loro attenzione. Come società, abbiamo un grande interesse nell’incoraggiare i multipotenziali a essere loro stessi. Abbiamo molti problemi, complessi e multidimensionali, nel mondo, e abbiamo bisogno di pensatori creativi, fuori dagli schemi per affrontarli.

Ora, diciamo che siete, nel cuore, uno specialista. Siete usciti dall’utero sapendo di voler diventare neurochirurgo pediatrico. Non preoccupatevi, non c’è nulla che non va anche nel vostro caso.

(Risate)

Alcune delle migliori squadre sono composte da specialisti e multipotenziali affiancati. Lo specialista può scavare a fondo e implementare idee, mentre il multipotenziale fornisce una mole di conoscenze al progetto. È una bella collaborazione. Ma dobbiamo tutti costruirci vite e carriere che sono in linea con come siamo fatti. E purtroppo, i multipotenziali sono stati spesso incoraggiati solo ad essere come i loro colleghi specialisti.

Ciò detto, se c’è una cosa da imparare da questa relazione, spero che sia: abbracciate il vostro modo di essere, qualunque esso sia. Se siete specialisti fino al midollo, allora con qualsiasi mezzo, specializzatevi. È lì che farete del vostro meglio. Ma i multipotenziali in sala, inclusi coloro di voi che devono essersi accorti negli utimi dodici minuti di esserlo…

(Risate)

… a voi dico: abbracciate tutte le vostre passioni. Seguite la vostra curiosità in quelle tane di coniglio. Esplorate le vostre intersezioni. Abbracciate i vostri fili interiori per una vita più felice e autentica. E forse, ancora più importante: multipotenziali, il mondo ha bisogno di noi.

Grazie.

(Applausi)

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3 commenti su “193. LE PERSONE MULTIPOTENZIALI”

  1. wow, interessantissimo punto di vista, ho avuto un A-HA moment guardando questo video. Mi ci sono riconosciuto in pieno e mi ha dato la risposta che andavo cercando da tempo e che mi ha procurato qualche ansia. Anche una mia psicoterapeuta un giorno mi disse che io sono come uno di quelli che inizia a scavare un nuovo pozzo ma dopo un pò abbandona per cercare un altro posto da scavare, senza mai riuscire quindi ad andare mai fino in fondo. Questo nuovo punto di vista invece mette in luce quali sono i benefici di un simile agire, e mi ha fatto scoprire e apprezzare quindi un pezzettino di me che cercavo di nascondere e sopprimere. Grazie

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