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10. LA MEDITAZIONE CROMATICA

10/11/15

Cari amici, dopo una breve introduzione (I colori sono dentro di noi) abbiamo fin qui percorso insieme i sette fondamentali gradini cromatici con i relativi chakra, sperimentando per ciascuno un esercizio, e ci siamo fermati un attimo a considerare anche le valenze dei miti e le possibili corrispondenze (Il colore e il mito).

Prima di proseguire nella nostra esplorazione (e sperimentazione) dei colori mi sembra bene riprendere e approfondire qualche spunto iniziale, precisando le caratteristiche della Meditazione Cromatica, o meglio di quel metodo personale che ho elaborato in molti anni di pratiche meditative.

La Meditazione Cromatica “tradizionale” propriamente è una delle tecniche della Cromoterapia, in cui rientrano per eccellenza l’irradiazione luminosa tramite faretti colorati, la cromopuntura, la cristalcromoterapia, come pure i bagni colorati, gli oli essenziali colorati, le acque solarizzate, fino alla cromodieta, alla scelta cromatica dell’abbigliamento e dell’arredamento, all’uso delle lenti colorate e alla cura elioterapica, fra tutte la più completa.

La-Meditazione-cromatica4Ma la Meditazione Cromatica si diversifica da tutte le altre tecniche, perché basate su mezzi materiali, cioè su strumenti esterni: essa richiede invece la partecipazione attiva del soggetto e costituisce un’esperienza squisitamente interiore, capace di produrre effetti anche più rilevanti.

Sappiamo infatti che la nostra mente non distingue tra un’esperienza reale e una intensamente immaginata. Ne consegue che la visualizzazione del colore (cromovisualizzazione) e la “virtuale” respirazione del colore (cromorespirazione) costituiscono i due fondamentali mezzi adottati fin dall’antichità e tutt’ora in uso nella medicina tibetana, che si avvale di colori e di immagini colorate.

Il Metodo di Meditazione Cromatica che ho elaborato unisce a questi due elementi, nel complesso statici, un elemento dinamico: la gestualità cromatica, che avete già potuto sperimentare negli esercizi associati ai sette colori. Si tratta di movimenti lenti e armoniosi, di facile esecuzione, sempre legati al ritmo respiratorio, alcuni attinti allo Yoga e al Baduanjin (pratica affine al Qi gong) e reinterpretati in chiave cromatica, altri, in prevalenza, appositamente creati.
Questo elemento mi pare molto importante, perché permette di coinvolgere pienamente il corpo nell’esperienza del colore, potenziando la concentrazione e il senso di equilibrio e di calma. L’interdipendenza corpo-mente-respiro è, infatti, indispensabile per entrare nello stato meditativo e potenziare le correnti energetiche dei colori. Inoltre, in seguito alla condizione di rilassamento prodotta dagli esercizi (e dalla meditazione guidata, preceduta da tecniche di rilassamento profondo, che conclude ogni lezione) si genera un particolare benessere psicofisico.

La-Meditazione-cromatica2Il quarto elemento, a mio avviso, indispensabile per rendere il Corso di Meditazione Cromatica (che ho chiamato Vivere i colori) un’esperienza davvero completa, consiste nella conoscenza delle valenze energetiche, psicologiche e simboliche dei colori, il che significa avviare un processo di autoconoscenza.

Questa parte teorica, che precede la pratica di ciascun colore, ci permette di capire di volta in volta qualcosa di più di noi stessi. Il colore, infatti, corrisponde alla personalità e rispecchia i tratti del carattere e del nostro modo di essere. E poiché ogni colore (degli occhi, dei capelli, degli abiti e degli oggetti che siamo soliti usare) invia continuamente, a nostra insaputa, messaggi agli altri, la conoscenza del significato e degli effetti dei colori può migliorare anche la nostra capacità di comunicazione. A tal fine ho introdotto nel Corso Vivere i colori anche il Test dei Colori di Lüscher, ampiamente utilizzato in vari ambiti, dalla medicina psicosomatica alla pedagogia, dall’orientamento professionale alla selezione del personale.

È a Max Lüscher che dobbiamo l’importante definizione dei colori come «il linguaggio emozionale dell’inconscio», in quanto istintiva (e universale) associazione tra stati d’animo e colori, curiosa caratteristica del nostro mondo interiore. Un linguaggio sotterraneo così naturale che affiora nei quotidiani modi di dire: «un periodo grigio», «sono nero», «vedo rosso», «sono al verde»… I sentimenti hanno un colore: l’invidia è gialla, la rabbia verde, la paura blu, la felicità rosa… Anche l’aspetto dell’aura ce lo conferma. Altre belle definizioni dei colori, un po’ meno scientifiche ma assai significative, li qualificano come «musica dell’anima» e «linguaggio di luce».

Ecco, dunque, che cosa intendo per Meditazione Cromatica: un percorso di riequilibrio energetico e di autoconoscenza, potenziato dallo schema evolutivo della coscienza rappresentato dai chakra e dalla loro ricca simbologia, con esperienze sinestetiche (colore-sapore-odore-percezione tattile-associazione mentale) e l’ausilio di mudra (un colore per ogni dito) e mantra (un colore per ogni vibrazione).

Mi sembra così di aver ora tracciato una doverosa cornice in cui inscrivere quei dati e quegli esercizi cromatici che vi ho trasmessi e che mi riprometto di farvi conoscere. Una cornice che desideravo offrirvi, perché ciascuno possa metterci la propria immagine.

Un arcobaleno di saluti!

Cesare Peri

 

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