Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

85. COLORI E SUONI

18/12/23

Il potere del messaggio vibratorio per guarire o stimolare certe emozioni è noto fin dai tempi più antichi. Il suono, in quanto oscillazione dalle caratteristiche simili ai campi elettromagnetici che compongono il nostro corpo, specie in quelle aree di concentrazione energetica dette chakra («ruote»), è in grado di purificare le cellule dell’organismo, di risvegliare sentimenti e favorire stati psichici. Che sia una campana di cristallo o la bocca dell’uomo, la vibrazione emessa può incidere profondamente sul nostro essere. Ben noto è l’effetto delle sillabe mistiche dei mantra, metodo yogico di autorisveglio.

I colori, in quanto onde di carattere elettromagnetico di varie frequenze, analogamente alle correnti sonore influiscono sulle funzioni fisiologiche e psichiche, offrendo possibilità di benessere e di autoconoscenza, sia in generale sia come supporto terapeutico, poiché è possibile agire sui chakra, e quindi sui plessi nervosi e sugli organi, con la corrispondente frequenza di suoni e di colori.

In quell’enciclopedico libro di André Van Lysebeth (Tantra, Mursia, Milano 1992), dove si spazia dalla ricostruzione della civiltà dell’India dravidica, preariana, alle pratiche sessuali tantriche, si riporta l’interessante storia di un giovane viennese (Leser-Lasario), affetto fin dall’infanzia da una grave forma di reumatismo articolare, ritenuta dai medici incurabile, il quale, osservando e imitando le vocalizzazioni di un neonato, scoprì (o riscoprì) le valenze terapeutiche dei suoni, fino a guarire perfettamente se stesso ed elaborare un metodo con cui curò con successo migliaia di altre persone.

Dalle prime constatazioni (lah… lah faceva vibrare le costole superiori, poh… poh l’addome) egli si mise a vocalizzare per ore quei suoni, rendendosi conto che essi associavano la vibrazione alla respirazione, con un conseguente mutamento dello stato emozionale: «All’inizio non duravo a lungo, avevo dei capogiri, ma, a poco a poco, ci riuscii. Cercavo sempre di far corrispondere l’atteggiamento mentale al suono emesso. La iii era luminoso e gaio, l’ooo più grave e cupo, senza essere triste». E tra i primi miglioramenti della salute incominciò col notare che il suono iii eliminava il muco dalla gola e dai bronchi.

Da questa personale riscoperta dei mantra (per un totale di trentadue suoni) e del pranayama, che gli permetteva di «indirizzare il sangue in qualsiasi parte del corpo» (nello yoga, diremmo prana, o «energia vitale»), eliminando le tossine accumulate nei tessuti, sviluppò un sistema di combinazione di suoni, che adattava alle necessità di ciascuno: «Bisogna innanzitutto immaginare la vocale, immaginarla emozionalmente, poi vocalizzarla. Ognuna ha il suo campo di azione: la i vibra verso l’alto, verso la laringe, il naso, la testa e fa passare l’emicrania; la e agisce sulla gola, le corde vocali, la laringe, la tiroide; la a sull’esofago, le tre costole superiori e i lobi polmonari superiori; la o sul centro del torace e il diaframma; la u su tutte le viscere addominali, cioè stomaco, fegato, intestini e gonadi».

Di fatto si tratta di una pratica meditava e curativa, che richiede raccoglimento, un’ampia inspirazione e la vocalizzazione (concentrazione sul punto toccato dalla vibrazione), accompagnata da un lento svuotamento dei polmoni: «Assumete un atteggiamento fervido e raccolto. Concentratevi sull’emozione suscitata con la vocale scelta. Poi, senza cambiare questo stato d’animo, inspirate attraverso il naso, trattenete senza sforzo il respiro, concentrandovi sulla vocale da emettere».

Dal punto di vista cromatico, l’effetto di questo potente binomio respiro/suono potrebbe altresì essere accresciuto, inserendo la visualizzazione del colore nella fase in cui ci si concentra «sull’emozione suscitata con la vocale scelta». Si può, per esempio, fissare la mente sull’immagine colorata della vocale in stampatello (la I indico, la E blu, la A verde, la O gialla, la U arancione), oppure visualizzare il colore nella zona corrispondente o, meglio ancora, inspirare ed espirare il colore, sentendosi pervadere dalle sue proprietà.

Infatti, come il suono «può risvegliare il sentimento desiderato e creare il clima interiore voluto, e perciò anche eliminare un’emozione indesiderata» (Van Lysebeth), così l’apporto cromatico aiuta a «liberare la mente dal costante flusso di pensieri, paure, ansie che ci impediscono di raggiungere l’armonia con il resto del creato» (Muz Murray). In questo modo trasformeremo un “massaggio vibratorio”, che rinnova le energie, in un “messaggio vibratorio”, che, oltre a favorire il benessere fisico, ridesta dal profondo il nostro vero essere.

 

Cesare Peri

         

 


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