Siamo all’inizio di un nuovo anno, mentre quello passato è stato lentamente assorbito dal movimento dei giorni precedenti, passando nell’atmosfera silenziosa della transizione. Sebbene sia solo un taglio nella conta dei periodi, uno spostamento dei numeri, un modo per mettere ordine nel concetto lineare di tempo, al momento c’è sempre la sensazione di una certa chiarezza e purezza, quando i nuovi mesi sono alle porte. Per un istante usciamo dalla nostra routine quotidiana, dai nostri piccoli mondi in cui i modelli sono continuamente ripetuti, per indirizzarci verso quello stato in cui si dà spazio al nuovo, a nuove possibilità, a quel campo di desideri custodi dei nostri più intimi bisogni.
Qui, per un breve momento, tutto sembra possibile, qualsiasi cambiamento.
L’anno in corso è completamente sconosciuto, alato, con orizzonti che i nostri occhi possono cercare, ma non riescono ancora a trovare. Come un foglio di carta bianco che promette sempre l’esordio per la penna di uno scrittore, stesso vale per la gioia che emerge dal vuoto, un vuoto che è ricettivo per un nuovo seme. Il seme è il simbolo del mistero più profondo della creazione e allo stesso tempo è il mistero. Ogni seme contiene una luce. E la luce divina si manifesta attraverso la sua fertilità, attraverso il potenziale di crescita e di essere fonte di nuova vita. Quando questa luce si ritira da un seme, si ritira da tutta la creazione e le nostre anime iniziano a morire di fame, non trovando il nutrimento essenziale per progredire, per dar spazio ai nuovi germogli di noi che forti originano dalla terra. Quel terreno depositario di tutte le esperienze vissute, delle tracce solcate durante il cammino, di ciò che ci ha fatto bene, ma anche di quello che ci ha fatto male ed ha permesso al gambo di crescere. Lì è racchiusa la luce capace di creare, di dar origine allo sconosciuto, al non sperimentato.
E questo periodo dell’anno sembra offrire uno spazio puro, un terreno fecondo, in cui vi è una certa consapevolezza che non è presente altre volte. Per un brevissimo momento le persone sembrano uscire dai loro piccoli confinati vissuti, aprendosi a una prospettiva più ampia, magari pensando alla pace nel mondo o considerando che questo potrebbe essere diverso. Per un momento c’è la consapevolezza della possibilità di lasciare qualcosa alle spalle, di smettere di vivere nelle sofferenze, nei conflitti di chi non la pensa come noi, sulle tracce del passato, e allo stesso tempo di rinunciare a quei concetti di un futuro che contengono solo il continuum infinito di ciò che già conosciamo. E così, come abbiamo sentito e letto moltissime volte – se siamo in grado di vivere senza passato e futuro, almeno per un istante, siamo nel momento presente.
Forse c’è qualcosa, uno spazio puro, al limite della nostra coscienza quando decidiamo di vederci meglio, poiché questo momento è sempre presente, non solo quando giriamo il calendario, quando ricominciamo a contare i giorni, le settimane e i mesi da zero. Questo è il momento in cui siamo completamente svegli. Svegli alla vita così com’è. Svegli e attenti, curiosi nel guardare la sua complessità, spostando lo sguardo dalla piccola dimensione dei nostri problemi personali, quella solita che siamo così abituati e “affezionati” a scorgere e a cui non diamo la possibilità di mutare in quanto la cristallizziamo e la amplifichiamo. Un momento in cui possiamo offrire il nostro amore, le nostre preghiere che salgono dal profondo dei nostri cuori. Un momento a cui possiamo dare respiro, inspirando ed espirando, e ricordando la fonte da cui proviene tutta la vita.
È questo il nettare, l’ambrosia che riempie lo spazio e l’anima di un nuovo palpito capace di mutare e rimodellare tutto. È questo il momento puro che fa da spartiacque tra ciò che siamo stati e ciò che ancora vogliamo essere. La vita non è data una volta per tutte, ma ognuno di noi può impegnarsi con la propria luce nel generare un nuovo spazio che diventi contenitore del buono per noi e del buono per l’intero pianeta. Questo è l’inizio e il termine in cui culmina la più grande trasformazione. A noi la scelta di cercarlo, vederlo e usarlo.
Carmen Di Muro
Autrice del libro Anima Quantica
Ho letto da poco questo libro e posso affermare che è stato( anzi, è) uno dei testi più coinvolgenti, belli e che toccano l’animo umano che abbia letto finora