CONSAPEVOLEZZA EMOTIVA: LA TUA ENERGIA MI IRRITA A PELLE
“Mi irrita a pelle!” Quante volte questa frase è risuonata in noi, lasciando un velo di fastidio nella nostra mente e sul nostro corpo?
Non di rado ci accade di sperimentare situazioni di questo genere senza comprenderne il senso e sorprendendoci per aver avuto comportamenti poco cortesi con chi non ci ha fatto apparentemente nulla. Eppure, un motivo c’è, e seppure questo sfugga alla nostra vista non è detto che sfugga al nostro mondo emotivo. L’ago puntatore della nostra energia interiore non sbaglia, ma è una fonte inesauribile di informazioni preziose capaci di svelarci quegli enigmi che appartengono alle leggi del mondo invisibile. Enigmi che riguardano noi, ma anche l’altro e i relativi campi energetici che in un determinato momento si interconnettono.
Siamo network biologici sottoposti all’incessante flusso di vibrazioni provenienti dalle persone che incontriamo, nonché da quelle dell’ambiente di vita quotidiano.
Mettendoci in rapporto con chi ci circonda gli attribuiamo, senza accorgercene, delle caratteristiche conformi alla percezione personalissima che abbiamo del nostro modo di sentirci, ma nel momento in cui le nostre frequenze toccano il campo energetico altrui inevitabilmente ci sarà un passaggio di informazioni sottili diverse da quelle attese. Esse saranno depositarie di tutta una serie di movimenti energetici che la persona sta compiendo, una sorta di mappatura della storia dell’individuo nella sua complessità di pensieri, emozioni e sentimenti rispetto a ciò che sta vivendo in quell’arco esistenziale. Il fastidio sopraggiunge quando il nostro campo risulterà poco coerente rispetto alle frequenze di campo di chi stiamo incontrando, causando un’interferenza di contenuti tra noi e l’altro, che non sapremo cogliere coscientemente se non come un sentire di “fastidio a pelle”.
Che qualcuno ci infastidisca non significa però che questo sia un male per noi. Al contrario l’altro diventa una fonte importantissima per comprendere quanto entrambi viaggiamo su informazioni che non rispecchiano la stessa frequenza energetica. Pertanto, i cambiamenti repentini di umore che a volte è difficile spiegarsi acquisiscono senso in virtù di questa modalità perché l’altro diventa sì portatore di messaggi depositari della sua storia, ma al contempo raccontano di noi, della nostra energia e di come questa si stia manifestando nelle varie dimensioni della nostra esistenza.
Quando ci lasciamo orientare esclusivamente dalle attese o dall’idea che ci siamo creati nei confronti di qualcuno, il nostro modo di reagire, nel momento in cui l’energia dell’altro si muoverà in una direzione contraria dalla nostra, farà emergere instabilità, specchio del fatto che il nostro investimento energetico si àncora inscindibilmente all’esterno, non trovando punti fissi all’interno a partire dai quali muoversi. Infatti, ostinandoci nell’ancoraggio a un determinato tipo di pensiero nel bene e nel male sull’altra persona, rimarremo bloccati energeticamente, investendo tutte le nostre forze su quell’idea iniziale, che, invece di divenire il nostro punto di stabilità, si trasformerà al contrario nel nostro punto di vulnerabilità generando caos, comportamenti poco consoni e soprattutto mancata consapevolezza rispetto a ciò che ci sta accadendo.
Ogni qualvolta ci imponiamo all’altro, rifiutando la possibilità che possa esistere una volontà diversa dalla nostra, stiamo mancando di rispetto dapprima a noi stessi, perdendo l’occasione di vivere pienamente in uno stato di benessere energetico. “Chi ci infastidisce ci domina” e non c’è nulla di più vero, perché se qualcuno ci irrita è perché noi gli abbiamo concesso il permesso di farlo, concentrandoci su di lui piuttosto che sulla nostra dimensione interiore. Non possiamo controllare o cambiare il modo di essere delle altre persone, ma possiamo certamente modificare il nostro modo di posizionarci e di affrontare la vita, mettendo a fuoco quegli aspetti che ci irritano degli altri così da lavorare di conseguenza sui nostri, migliorandoli.
Partendo da questo diventa più facile discernere tra ciò che appartiene e non appartiene alla nostra energia, spostando, così, l’attenzione dall’effetto alla causa che provoca malessere in presenza altrui, facendoci ridisegnare anche la mappa delle informazioni di cui noi stessi siamo portatori e che possono infastidire di conseguenza gli altri. Ciò permette di sviluppare una sensibilità tale da poter sempre dar ascolto alle nostre sensazioni, così da imparare a collegarle a quegli aspetti di noi che vogliamo modificare, affinché divengano punto stabile che ci direziona e, nel mentre, si intreccia alla diversità e all’unicità di chi ci circonda.
Carmen Di Muro
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