Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

16. “ABBASTANZA” O “ABBONDANZA”?

Se faremo quello che abbiamo sempre fatto, otterremo quello che abbiamo sempre avuto.

Quante volte ci abbandoniamo a comode esternazioni del tipo, “non cambia nulla”, “va tutto storto”, “che sfortuna”? E quante volte spostiamo lo sguardo dall’interno utilizzando come alibi l’esterno?

Forse perché non ci siamo mai chiesti veramente se siamo individui di “abbastanza” o di “abbondanza”.

I primi sono quelli che, non di rado, pensano “a tutti va bene tranne che a me”, mantenendosi sempre sull’orlo di un equilibrio instabile. Basta un lutto, una malattia importante, una separazione, un tracollo economico, e a volte anche delle banali avversità, per mostrare tutte le loro debolezze, dimenticandosi di se stessi e dei propri sogni per accontentarsi di ciò che gli impone la vita, con rassegnazione e vittimismo.

I secondi invece, non si accontentano. Sono alla ricerca costante del proprio sé, comprendendo che, seppure la vita accade nel suo perenne fluire, c’è sempre un tempo per lasciar decantare la sofferenza, per evolvere, anelando alla fiducia e alla certezza di realizzare concretamente i propri desideri. Essi si contrappongono con ardore all’atteggiamento impaurito e difensivo degli “abbastanza”, cercando sempre il meglio, progettando, ideando e lanciando nuove sfide oltre tutto e tutti per sovvertire ciò che avvertono come negativo in opportunità di cambiamento e crescita. Non si frappongono alla stasi lottando, ma andando oltre, utilizzando il loro massimo potenziale per influenzare positivamente la propria esperienza, essendo disposti a plasmarsi repentinamente a ogni situazione, senza lamentarsi, abbattersi o costringere gli altri a cambiare con loro. Hanno però la certezza che la loro energia influenzerà tutto ciò che li circonda.

Gli “abbondanza” sono in continua uscita dalla zona di confort, laddove invece gli “abbastanza” si fermano nel subire un lento e inesorabile detrimento che li porta alla totale insoddisfazione, che a sua volta amplifica i timori e le ansie, chiudendoli in una gabbia sempre più incolore e inodore.

Ognuno di noi può essere un individuo di abbondanza. Può scegliere a ogni attimo di esserlo, comprendendo come non sia una questione di ricchezza a fare la differenza, ma di felicità, soddisfazione e di gioia.

E il cammino verso la gioia e l’abbondanza è un’esperienza che si rinnova quotidianamente, che necessita di impegno costante nel procedere verso quella lunga via che conduce all’anima. Questo cammino seppur faticoso, poiché in salita, ci riserva bellezze sconfinate una volta arrivati in cima a quel monte che ci appare impervio e difficile da scalare. Meta che, a volte, costa sofferenza nel dover trasportare sulle spalle i pesi contenuti nel nostro zaino. Queste zavorre altro non sono che i vecchi legami, tracce di esperienza che solcano e chiudono il cuore, e nel viaggio di riscoperta creano il dubbio circa la direzione da seguire.

Abbandonare lungo il percorso ciò che provoca e arreca peso alla nostra andatura, concretamente, vuol dire liberarsi dal passato che ha determinato in modo invasivo il nostro modo di essere e la nostra infelicità. Significa guardare in se stessi, nel proprio cuore, dove sono racchiuse le memorie emotive della nostra esistenza, spogliandoci di ciò che siamo stati e cambiando la nostra energia rispetto a persone e situazioni che agiscono in noi, avvelenandoci. Comprendere a cosa sia dovuto il peso dello zaino significa non aver paura di incamminarsi verso il futuro, pur intraprendendo il tragitto in totale solitudine.

Eppure soli non siamo, in quanto accanto a noi abbiamo compagni preziosi di viaggio. Abbiamo il coraggio, la forza, la fiducia e la perseveranza nel tenerci centrati nella serenità d’animo, che ci consentirà di spogliarci gradualmente da tutto ciò che non si addice più al nostro nuovo ruolo di viaggiatori. Solo lungo il cammino scopriremo che questi sono alleati e amici importanti, soprattutto in quei momenti di sconforto che è perfettamente naturale che ci si trovi, ogni tanto, a sperimentare. Ci sentiremo forti, seppur apparentemente deboli, ci sentiremo liberi, seppur con lo zaino pesante. Avremo scelto la strada da seguire, con il meglio di noi che ci accompagna, decidendo di prenderci cura di quel meglio, di nutrirlo, di farlo crescere, di farlo uscire fuori, per rendere la nostra vita migliore, nonostante tutto. E la vita risponderà a questa nostra intenzione, ci asseconderà, ci accompagnerà e migliorerà, giorno dopo giorno con noi, regalandoci abbondanza.

Carmen Di Muro

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