Frequentare persone e luoghi ben noti permette al nostro sentire di trovarsi al sicuro, in un nido caloroso da cui è esclusa ogni possibilità di pericolo per il nostro mondo interiore. Ma non sempre è così. Capita infatti che per paura di fronteggiare un cambiamento di vita, decidiamo di rimanere in zone di confort emotivo scarsamente potenzianti e altamente tossiche.
Da questi contesti, sì noti e protettivi, non traiamo la linfa giusta per procedere e aprirci a nuove possibilità, e seppure talvolta ci è chiaro che stiamo seguendo uno stile di vita sbagliato, ci sentiamo impotenti nel modificare le cose voltando direzione. Circostanze professionali, sociali o familiari, relazioni con persone significative da cui è impossibile prendere le distanze diventano pian piano gabbie invisibili che ci inchiodano, bloccano la nostra espressione, non permettendo ai nostri pensieri di librarsi leggeri e di creare. Il prezzo da pagare, se le riconoscessimo per ciò che realmente sono, sarebbe troppo alto e doloroso per noi.
Essere al mondo implica sempre un’apertura a cui come individui volenti siamo chiamati. Un’apertura di cuore, di mente, di spirito e di consapevolezza nel permettere alla nostra energia personale di cambiare in relazione ai contesti, alle situazioni e alle persone con cui interagiamo.
Quando, per cause di forza maggiore, siamo in preda ad ambienti che invece di innalzare la nostra energia vitale la sfibrano perché carichi di vibrazioni basse e disarmoniche, la nostra totalità risentirà in modo continuativo di queste energie disturbanti. Ciò vale sia per l’ergere dei nostri personalissimi talenti di cui siamo portatori taciti, sia di quella gioia che è racchiusa in fondo al nostro cuore, nell’anelito vitale della nostra anima.
Le nostre frequenze personali, che sono diverse per carica da quelle di qualsiasi altra persona con cui veniamo a contatto, possono risentire dello scambio di informazioni nel momento in cui ci sintonizziamo completamente con la fonte di emittenza. Immaginiamo un cavo elettrico in grado di far scorrere corrente in modo veloce al suo interno. Stesso vale per noi. Assorbiamo nel tempo frequenze in entrata che non ci appartengono, ma che sono dovute a questi legami appartenenti ai vari ambiti di vita. Fin quando il conduttore energetico non verrà reciso, ci nutriremo di queste frequenze tossiche informate.
Alimentarsi vuol dire lasciare libero passaggio al flusso in entrata. Assorbire energie esterne capita soprattutto in quei momenti in cui siamo maggiormente vacillanti, non centrati fermamente sulla carica e i bisogni del nostro cuore. Perdendo la centralità, diventa inevitabile che l’energia esterna gestisca la vita al posto nostro e ciò che è il centro, ovvero l’amore per sé, inizia a spostarsi, assimilando e riempiendosi di veleni invisibili e altamente distruttivi.
Accordarsi all’energia di ambienti e situazioni che in sé possiedono basse frequenze non significa soltanto entrare in risonanza continua con queste, lasciandoci sfibrare, ma diventare dei produttori attivi, a vicenda, della stessa energia con cui siamo entrati in contatto, trasformandoci da ricevitori a emittenti disarmonici.
Divenire consapevoli di un contesto distruttivo che sia di lavoro o personale, o addirittura familiare, da cui non c’è possibilità di abbandono per svariate ragioni, non significa rimanere impassibili e in preda dell’ambiente tossico che pian piano ci avvelena, ma rendere possibile un primo moto di coscienza verso un piano più alto che ci mostra un orizzonte di possibilità più ampie.
Comprendere con che tipo di cibo emotivo stiamo alimentando il nostro interno e se questo è fatto da condizioni che risuonano con la rabbia, il giudizio, la sofferenza e i pensieri negativi diviene il primo passo per iniziare a depurarsi e a recidere quei cordoni di energia spuria.
Voler cambiare gli altri e i contesti è una battaglia persa in partenza. Al contrario seguire il flusso della vita, scegliendolo volontariamente di mutare a nostro vantaggio rispetto a determinate situazioni, inevitabilmente ci disporrà verso la scelta di battere la via che porta alla guarigione e alla disintossicazione emotiva, portando nel tempo anche chi ci circonda a trasformarsi. La vita è movimento e quando non c’è niente che cambia non c’è niente che vive. Tutto parte solo e soltanto da noi.
Carmen Di Muro
..
Lascia un commento con Facebook