Quante volte vorremmo tornare indietro e riprendere quel tempo che ci è sfuggito di mano?
Il tempo è un maestro concreto, che ci indica sempre quando è il momento di lasciar andare eventi, situazioni e persone che ci sottraggono troppa energia e ci derubano di ore preziose capaci di irradiare e rendere produttiva la nostra vita. Eppure sorgono i rimpianti, le lacrime solcano il viso e il dolore per “non aver fatto” diventa l’energia che più risuona e decanta dentro di noi, conducendo il nostro mondo interiore a uno stato di sofferenza talmente grande da non esser facilmente smaltibile. Nuclei di energia emotiva spuria diventano i nostri fedeli compagni, costringendoci a rimanere ancora di più nel circolo dell’inerzia e dell’accidia.
Ma la vita ci dà sempre la possibilità di risollevarci se sappiamo ascoltarla, se sappiamo coglierne i segnali sottili e soprattutto se diveniamo in grado di abbandonare la vecchia energia per tuffarci incondizionatamente nel nuovo. A volte risulta davvero difficile spingersi oltre e intraprendere il viaggio verso la scoperta di scenari che riguardano il nostro senso di benessere personale. “Pensare a sé” è un’arte semplice da dirsi, ma difficile da compiersi. Viviamo nella maggior parte dei casi un “malsano altruismo” che invece di aiutarci a sentire meno il peso delle cose, al contrario lo amplifica rendendo il cammino personale colmo di zavorre di insoddisfazione.
Molte delle faccende e delle persone che nella maggior parte del quotidiano occupano il nostro panorama interno non ci meritano, togliendo linfa drenante alla nostra vita, alla voglia di costruire, creare e darci al mondo in modo diverso. Pensieri ripetitivi che affollano la mente, emozioni che ci trattengono nella paura di fare e nel timore di esporsi, pena il giudizio da parte di chi per noi è importante, false ideazioni che ci impediscono di affrontare le situazioni a testa alta, o quantomeno di provarci. Se solo per un attimo ci fermassimo per analizzare quanto tempo perdiamo nel non fare, piuttosto che nel provare a direzionarci verso qualcosa di nuovo, avremmo sicuramente il peso e la misura della nostra energia e del campo vibrazionale che in un determinato arco di vita ci sta muovendo.
Avere il senso di questo ci mette in una posizione privilegiata per capire anche quanto il nostro stato emotivo sta fungendo da catalizzatore di informazioni disfunzionali e discordanti, che ci conducono verso il caos e la stasi, e che di conseguenza hanno un impatto marcato sul nostro stato di salute e sull’ambiente stesso. La realtà è una possibilità della nostra coscienza e, tutto parte e prende piede, nel momento in cui noi la guardiamo attraverso determinate lenti o meno. Se il nostro livello di consapevolezza non ha presa sul reale, continuando a filtrare l’informazione attraverso lenti di osservazione sporche e scure, chi ci circonda avrà sempre maggiore presa sul nostro procedere.
L’energia del mondo ci conduce nel momento in cui noi glielo lasciamo fare. Le persone che non ci comprendono, nel tempo, non potranno che non comprenderci ancor di più. Sta a noi decidere se perseverare, inutilmente, nel voler cambiare ciò che non ci piace degli altri, se investire tempo e risorse oppure spendere la nostra carica verso quel sentire che più ci appartiene e parla del nostro cambiamento. Non sempre è facile tagliare i fili con tutto ciò che ci appare familiare. Ma ciò che iperconosciamo, non di rado, è anche la causa più profonda del nostro malessere. Eppure irroriamo il motore degli altri pensando di avere un compiacimento personale. No! Non è così che la logica dell’energia intesse le sue trame. Solo l’informazione in linea con la nostra parte più vera è ciò che può fare la differenza in termini di equilibrio e salute. Il resto che non risuona con il nostro campo di informazione e, che sfibra profondamente le nostre caratteristiche personali, deve essere messo fuori!
Ciò significa far in modo che la nostra attenzione consapevole possa planare meglio su ciò che per noi è importante, lasciando fuori tutto ciò che non ci appartiene e che vorremmo ci abbandonasse. Problemi, persone che non ci piacciono e che non sappiamo lasciare andare, situazioni che non condividiamo. Ciò a cui si resiste, persiste. Ed è così. Tanto più resistiamo a quella forma di energia tanto più le permettiamo di entrare in contatto con noi poiché abbiamo su di essa un’attenzione negativa che condensa la realtà facendola diventare viva. Al contrario svestendola da un’attenzione costante, inevitabilmente daremo la possibilità al nostro mondo interiore di esprimersi armonicamente e di sortire i suoi effetti nella creazione di dinamiche energetiche funzionali, capaci di liberarci dai lacci dell’attaccamento da chi non ci merita, e al contempo daremo la possibilità al nostro animo di risuonare con il flusso della vita che scorre sulle note della guarigione emotiva.
Carmen Di Muro
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Fantastico! Talmente toccante e vero che l ho girato ai miei contatti e l’hanno apprezzato e non solo…sull’onda dell’energia hanno agito! GRAZIE?❤?