Apparentemente tutti dicono di essere contenti di se stessi, recitando ogni giorno una parte per dimostrare la vita splendida che professano di avere e, seppur non siano soddisfatti, nulla fanno per mutare certe condizioni. Proseguono la recita, inscenano la felicità e di questo si accontentano, attribuendo al mondo esterno e agli altri la colpa dei propri fallimenti. Eppure è impossibile vedere la lealtà negli altri se prima non sappiamo cosa significhi realmente vivere alla luce del sole. E così per tutti i sentimenti. È impossibile riconoscerli se in primis noi non cogliamo il flusso di energia emotiva che muove le cose dentro e fuori di noi. Perciò è inutile disperarsi o fare le vittime ogni qualvolta non ci sentiamo capiti. Non è una colpa non capire, né tantomeno è un obbligo accettare di rimanere in posti privi di comprensione. Nascondersi e stagnare all’interno di quella poca vera vita che rimane autentica costa fatica ed è frutto della responsabilità personale. Come pure incastrarsi in tutte quelle relazioni inutili, malsane, costruite su macerie d’inganni pur di non cedere una parte di noi, pur di non perdere qualcosa o qualcuno su cui abbiamo investito tempo, energia e motivazioni, desiderando e ostinandoci di cambiare ciò che non può essere cambiato perché appartiene alla sfera del passato.
Ognuno ha un filo invisibile che ci lega a qualcuno, solo che nessuno può sapere fino in fondo quanto sia lungo, resistente, ma soprattutto limitante. Il più delle volte si evita di misurarsi con la sorpresa, con la capacità di accettare l’assenza di un legame e di scegliere di cambiare punto di osservazione. Ed è così che si impara a rinunciare e a fuggire da quelle occasioni di rinascita che si presentano quando la vita ci mette in condizione di assumere una posizione diversa, di riassettare la nostra energia verso una direzione che prima non avevamo preso in considerazione. Questa condizione diviene il fondamento per la maschera, l’unico volto tra gli infiniti volti che riusciamo ad assumere. E imparando a far questo si diventa infelici, costretti a rivivere le tracce del passato per timore di abbandonarlo.
La nostra vibrazione personale tende ad auto-preservarsi attraverso questo travestimento, non sapendo che è proprio esso a drenare risorse essenziali nel momento in cui viene usato per mantenere intatte le barriere protettive che coprono i nostri punti deboli e le nostre ferite. Non serve a nulla nasconderli e far finta non ci siano, anzi necessario diviene renderli visibili, per evitare ogni volta di cascarci dentro, non sapendo che è proprio in quel luogo profondo, sede delle nostre più spaventose paure, che la felicità ama celarsi.
La felicità è sempre in noi, coperta da pensieri, desideri, paure e grovigli emotivi. E quando timori e preoccupazioni giungono al termine, una temporanea scomparsa di queste corazze fa sì che l’anima trapeli esprimendo quella magica sensazione di soddisfazione. Questo è il “fattore felicità” (o “fattore F”). Noi siamo il frutto di questa essenza di felicità, come una gemma è il frutto dell’albero che la produce. La cerchiamo al di fuori, negli eventi, nei beni e nelle persone, perché crediamo che sia là, nei nostri punti certi, ma in realtà è solo dentro di noi.
Il “fattore F” è azione che parte dall’interno. Per sperimentarlo e goderne quotidianamente, non è necessario rincorrerlo, né passare attraverso esperienze bizzarre. Al contrario! Ogni azione di ricerca deve cessare, ogni barriera, ogni timore, ogni difesa deve crollare, per lasciare affiorare il vuoto, un varco capace di aprire al più vasto campo di possibilità di essere veramente Sé.
Nulla e nessuno potrà mai risanare le ferite dell’esperienze passate, ma smascherando la nostra più totale sensibilità ci viene data l’occasione di rinascere al mondo e di diventare estremante forti, recuperando quell’energia dormiente che alberga negli abissi del nostro cuore. Essa se non assecondata plasma il nostro quotidiano facendo sì che non fluisca in linea retta, ma concentrica, ripercorrendo infinite volte il medesimo percorso.
Essere felici è un risultato alla portata di tutti, se davvero lo si vuole.
La vita è ciò che siamo stati, ma soprattutto ciò che ancora resta e possiamo scegliere, attimo dopo attimo, voltandoci alla verità. La verità è luce che informa il presente con il passato, preparando le basi del futuro verso una nuova rotta che non è fine a se stessa, ma che si innalza verso nuove frequenze energetiche in attesa di accadere e di manifestarsi sotto forma di gioia autentica e che aspetta solo e soltanto noi.
Carmen Di Muro
Autrice del libro Anima Quantica
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Beh, l’evoluzione delle conoscenze è in continuo evoluzione. Avverto una certa fatica a mantenermi al passo. Sono affascinata e curiosa di apprendere sempre! Argomenti super-interessanti. Comprerò il libro ?. ? Grazie.