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48. LE VALENZE SEGRETE DEI COLORI

29/10/18

Che i colori presentino varie lunghezze d’onda di natura elettromagnetica, tali da riequilibrare le frequenze vibratorie del nostro organismo, agendo sul sistema nervoso e immunitario, e che inoltre i loro significati simbolici possano influenzare positivamente il subconscio è ormai cosa risaputa. Un po’ meno noto è il fatto che i colori posseggano polarità e che, di conseguenza, siano anch’essi soggetti alla legge di attrazione.

«Questo fenomeno della polarità che riscontriamo in ogni parte e in ogni forma del creato, dagli astri ai minerali, dai vegetali agli animali, dai colori agli umani, ha una grandissima importanza anche nella pratica quotidiana della nostra vita», osserva l’ingegner Pietro Zampa in un “venerabile” libro, scritto con la profondità e con l’entusiasmo di un radioestesista allora d’avanguardia (Elementi di radiestesia, Editore Giulio Vannini, 1941).

All’esame radioestesico i colori rivelano dunque le loro diverse polarità, dividendosi in colori positivi (+) e colori negativi (-). Nella prima categoria rientrano il rosso, l’arancione, il giallo e il nero, che determinano la rotazione del pendolo in senso orario. Alle seconda appartengono invece il blu, l’indaco, il viola e il bianco, che generano una rotazione antioraria.

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In quanto dotati di polarità, anche i colori subiscono la legge di attrazione e di ripulsione, secondo il principio generale per cui elementi con lo stesso segno si respingono, mentre col segno opposto si attraggono. «L’Attrazione», precisa il nostro autorevole studioso, «è quella forza che tende a spingere, reciprocamente, alcuni corpi gli uni verso gli altri. L’attrazione può essere magnetica (come quella esercitata dalla calamita), può essere fisiologica o sessuale (come quella che si riscontra fra due esseri di sesso diverso) e può essere anche semplicemente psicologica o spirituale: in questo ultimo caso è quello che chiamiamo simpatia. L’opposto dell’Attrazione è la Ripulsione».

Tra i vari esempi dell’ampio gioco delle polarità, non mancano alcuni relativi al colore: «Il toro e il tacchino (+) manifestano violentemente la loro avversione per il colore rosso (+), mentre la ranocchia (-) ricerca questo colore», il che spiegherebbe, dunque, a livello magnetico, osservo io, la naturale complementarità tra verde e rosso.

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Più interessante ancora si rivela lo sviluppo di questi effetti “magnetici”, direi anche in senso psicologico, riguardo ai colori che indossiamo. Così «un uomo vestito di nero (+) si sente attratto da una donna vestita di blu o di bianco (-), mentre si sentirà respinto da una che sia vestita di rosso (+). Viceversa un uomo vestito di blu o di bianco (-) sarà attirato verso una donna vestita di giallo o di arancione, o di rosso o di nero (+)». In questa prospettiva sentirsi “attratti” o “respinti” da una persona, come pure il cosiddetto “magnetismo” personale, a parte le qualità proprie di ciascuno, si potrebbe spiegare anche in base a una legge universale piuttosto che secondo una semplice e soggettiva sensazione.

Gli opposti, tuttavia, in un’ottica più ampia non sono contrastanti, bensì espressione di un equilibrio fra un’apparente dualità, di fatto espressione dell’Uno. Così «quel mirabile equilibrio fra attrazione e ripulsione, fra il positivo e il negativo», conclude il nostro amico Zampa, «si può definire armonia».

Ma l’energia dei colori risponde non solo alle leggi fisiche, ma anche alle leggi chimiche, dal momento che «i raggi del colore complementare al colore di un corpo provocano delle attività chimiche in quel corpo» (Grothus). L’esempio più evidente è offerto dal processo della fotosintesi clorofilliana. Un autore recente, Stuart Wilde. Osserva: «Ogni cosa che ti circonda ha una sua energia, che si tratti di una cosa alcalina, acida o neutrale. La tua vita dovrebbe essere come il tuo cibo, alcalina all’ottanta per cento. Naturalmente avrai bisogno di un po’ di acidità per equilibrarla…» (La forza, Macro Edizioni, 2001).

Quanto ai colori, per questo noto conferenziere il rosso, l’arancione, il giallo e il nero sono, per così dire, acidi, e perciò andrebbero usati con moderazione sia nell’arredamento domestico sia negli indumenti. Il rosso, infatti, trattiene nel mondo delle energie fisiche, l’arancione in quello delle energie emozionali e il giallo nei limiti del mentale. Quanto al nero, «è il colore dell’energia che implode, non in maniera negativa, ma comunque di un’energia che ricade su se stessa. È un colore che attrae gli individui che sono coinvolti nella negatività e nella violenza, perché queste persone proiettano paura e il nero permette loro di avvertire la reazione emotiva di coloro che hanno intorno (il che dà loro la sensazione di avere potere sugli altri). La difficoltà in cui s’imbatteranno alla fine è che la negatività, nel suo tornare sempre indietro a chi la proietta intorno a sé, li colmerà sempre più e un giorno si manifesterà in qualche avvenimento orrendo. Il nero non è né buono né cattivo, ma implode. Perciò deve essere usato o indossato con moderazione».

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Il blu, l’indaco e il violetto sono considerati alcalini, perciò favoriscono il contatto con il nostro Sé superiore. Anche il bianco è alcalino ed è consigliabile indossarlo quando ci si trova in mezzo a tante persone, perché ha una funzione di schermo nei confronti delle loro energie, respingendo ogni negatività. Alcalina si può considerare pure gran parte dei colori pastello, perché «sono molto morbidi e, anche quando tendono verso tinte più fisiche, emotive o mentali, esprimono luce e colore con una quieta bellezza».

Il verde, colore dell’equilibrio, è neutrale e passivo, poiché produce l’effetto calmante della natura. A questo proposito Stuart Wilde ci ricorda che «anticamente le quinte dei teatri erano dipinte di verde, allo scopo di calmare gli attori prima dello spettacolo».

I colori, dunque, cioè quei sottili mutamenti di frequenza manifestati dalla luce, producono un notevole effetto sulla mente e sul corpo, in quanto energia capace di influenzare la materia, la quale, secondo alcune teorie, altro non sarebbe che «luce intrappolata».

Ma il mistero dei colori, di fatto “creati” dal nostro cervello, resta in definitiva insondabile e inesauribile come l’Essere che si manifesta attraverso di noi. Bene conclude Dominique Simonnet nell’introduzione all’aureo libretto di Michel Pastoureau (Il piccolo libro dei colori, Ponte alle Grazie, 2016): «In passato si diceva ai bambini che c’era un tesoro nascosto ai piedi dell’arcobaleno. È vero: là, nel crogiolo dei colori, c’è uno specchio magico che, se sappiamo brandirlo, ci rivela i nostri gusti, le nostre avversioni, i nostri desideri, le nostre paure, i nostri pensieri reconditi, e ci dice cose essenziali sul mondo, e su noi stessi».

Cesare Peri

 

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