Istanbul è una città fantastica. Si trovano frammenti del passato accanto a novità tecnologiche. Un vero e proprio crocevia, come lo è sempre stata nei secoli. Stiamo camminando alla ricerca della nostra meta. Siamo in una zona centrale, non so esattamente dove anche perché ci sono tanti “centri”, e finalmente troviamo il nostro indirizzo. È una porticina, forse mi aspettavo qualcosa di più… Sulla parete ci sono numerosi cartelli e uno in particolare ci rassicura: dalla figura con due ballerini abbracciati in una posa familiare e dalla enorme scritta “tango” si deduce che la meta è raggiunta.
Una stretta rampa di scale porta ai piani superiori. Saliamo e già dopo il primo piano cominciamo a sentire: le inconfondibili note di un tango vengono verso di noi da qualche piano più sopra. Bastano queste poche note per farci affrettare il passo. Ci siamo!
Effettivamente il tango argentino potremmo definirlo un linguaggio universale. In qualsiasi posto andate, e se avete la fortuna di trovare un locale dove si balla, la musica è sempre la stessa: il bandoneon, i violini, il pianoforte, alcune volte una voce che sembra arrivare da lontano; ma le stesse melodie con la loro personalità e le loro emozioni.
Una volta che vi siete avvicinati al tango, e sentite che vi prende, allora è fatta. Avete davanti anni di studio e di passione, tanta fatica, ma anche davvero tanta soddisfazione. Imparare a ballare il tango apre le porte a un nuovo linguaggio, permette di entrare per alcuni minuti in un mondo particolare e di percepire il movimento e l’energia che lo sostengono.
Se andrete a Istanbul potrete ballare il tango argentino, ma lo potrete fare anche a Roma, a Milano, a Londra, a Parigi, in tutte le città piccole e grandi, in tutti i posti dove si organizza una “milonga”, potrete “parlare” e “ballare” questo linguaggio universale…
continua..
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