Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

Luglio 2008

18.TANGO ILLEGAL

29/07/08

E’ già da un po’ di tempo che questa iniziativa va avanti. A Milano alcune sere si organizza al volo di andare a ballare in qualche strada, via o piazza, portandosi la musica e utilizzando il pavimento che si trova. Magari perché la milonga ha chiuso troppo presto, e rimane dentro ancora tanto da esprimere, o magari perché si ha semplicemente voglia di farlo. Via messaggi per telefono arriva la notizia con l’indirizzo, e dopo un po’ ecco che sul posto le note di un tango si spandono nell’aria e le coppie cominciano la danza. I passanti stupiti si fermano, come rapiti dal fascino di quello che stanno vedendo e sentendo; qualcuno chiede informazioni, magari già qualcosa lo ha colpito dentro, e fra un po’ comincerà anche per lui l’avventura… Vedere ballare il tango, i movimenti delle coppie di ballerini, che sembrano scivolare con gentilezza e fluidità, l’espressione dei volti catturati da un “qualcosa“, e, infine, la musica, così particolare! …Non riesce a lasciare indifferenti. Alcune coppie si guardano e con un sorriso si chiedono: proviamo?

Anche a Roma esiste da molti anni un’idea simile. Si chiama “i portici�: una volta alla settimana, tempo permettendo, ci si incontra, previa conferma via internet o passa parola, sotto i portici di piazza Augusto Imperatore. Una vecchia valigia con dentro altoparlanti, stereo della macchina e batteria si apre, le casse acustiche a terra a poca distanza, e in pochi secondi questo luogo, prima un po’ anonimo e solitario, diventa per magia una milonga all’aperto. Tanghi su tanghi e decine e decine di coppie che fluiscono mentre tutto intorno passanti e turisti osservano interessati. E queste sono le iniziative più note, delle due città più grandi. Ma ovunque ci siano un po’ di persone che hanno voglia di improvvisare una serata, basta poco e in qualche istante molti luoghi si trasformano in milonga. Come sempre è la passione per questo ballo e per quello che ci fa provare che ci spinge, anche al di fuori dei luoghi convenzionali, a trovare un posto dove vedersi e incontrarsi per ballare insieme…

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17.BALLO DA SOLO

23/07/08

Una delle caratteristiche fondamentali del tango è che si balla in due. Può sembrare ovvio, ma in molti casi non succede esattamente questo. Sempre, ma in questo caso nel tango, possiamo osservare una coppia che balla, e notiamo che c’è qualcosa che non ci convince. Magari stanno facendo passi molto coreografici, ma manca qualcosa. In genere questo accade quando lo scambio tra i due non avviene o è limitato. L’energia non scorre, magari non ci si riesce a rilassare e dedicarsi con tutta l’attenzione al partner. Non c’è quello scambio continuo di energia, il dare e ricevere che abbiamo visto la volta scorsa. E allora può essere anche un bel tango, apparire con passi fantastici, ma manca quel non so che. E invece possiamo vedere due che ballano, con passi semplicissimi, stanno solo “camminandoâ€� ma dalla coppia traspare quella comunicazione, quella condivisione, quella circolazione di energia che ci fa “sentireâ€� come ballano, una sorta di campo empatico che si percepisce intorno ai ballerini. Sovente si cerca di “fareâ€� troppo, l’attenzione va ai passi, o alla sala, o spesso su se stessi. E questo inevitabilmente rompe il dare e ricevere, lo scambio dell’energia. E così che allora ci sembra che anche se in coppia stiano ballando da soli. Forse un po’ meccanici, lui non sente lei, a volte c’è quasi un trascinare la partner… Ritorno ancora su questo punto: nel tango la presenza, l’attenzione verso il/la partner, l’ascolto globale di tutto ciò che sta accadendo, risulta non solo un utile esercizio di percezione del momento, ma la condizione base per poter ballare insieme. Se no si balla da soli. Fateci caso quando vedete ballare delle coppie, ed anche quando ballate voi stessi. E come cambia tutto quanto quando si balla VERAMENTE insieme!

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16.DARE E RICEVERE

21/07/08

È nella relazione che si svolge tutto il tango. Nel rapporto che si crea tra i due ballerini e nel come, istante dopo istante, si comunica. E questa comunicazione, questo scambio di energia e quindi di informazioni, avviene continuamente ed in entrambe le direzioni. Dare e ricevere. Uno dei due dà e l’altro riceve, ma mentre questo avviene sta accadendo anche il contrario. Nella tradizione orientale questo viene simboleggiato molto bene dall’immagine di yin e yang. Con una immagine in cui lo yin va verso lo yang mentre lo yang va verso lo yin, mischiandosi e connettendosi pur rimanendo con la propria identità. È un continuo interscambio. Questo succede sempre ed in ogni momento, con tutto l’ambiente che ci circonda, sia oggetti che esseri viventi. Nell’esperienza del tango abbiamo l’opportunità di sperimentare molto da vicino tutto ciò, e con la possibilità di essere più consapevoli di tante cose. Secondo la codifica di base l’uomo “guida� e la donna “segue�; l’uomo ha la responsabilità di condurre la donna, e questo non vuol dire solo dare i segnali per la guida e per la conduzione del ballo, ma assumersi l’impegno di percepire lei, fare attenzione alla pista, proteggerla da contatti con gli altri, sentire la musica, interpretare i segnali della donna, e l’elenco continua ancora. Che fatica, sembrerebbe, ma è un impegno molto bello e pieno di soddisfazione. E così pure la donna, che “segue�, ascolta i segnali dell’uomo e li modula con la sua energia dando al ballo la sua connotazione; non è un ruolo passivo, solo ad un occhio superficiale può apparire, anzi è molto attivo e creativo. I ruoli sono molto chiari e si integrano a vicenda, come nella figura dello yin-yang, non c’è una supremazia. Quella tendiamo noi a vederla, per varie e tante ragioni. Ma la bellezza in tutto questo è nel sentirsi, nella relazione, nello scambio: nel dare e ricevere, mutando continuamente i ruoli.

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15.COMME IL FAUT

11/07/08

Le scarpe nel tango costituiscono non solo un elemento fondamentale per ballare, ma arrivano ad essere un oggetto di culto e di raffinata ricerca, soprattutto in campo femminile. Per gli uomini il discorso è più semplice e la ricerca del paio di scarpe più adatto è più facile, non solo per la differenza di attenzione per l’oggetto, ma anche perché effettivamente il rapporto numerico tra le varietà che si possono trovare rispetto a quelle femminili è veramente spropositato. In ogni caso la calzatura gioca un ruolo fondamentale per ballare, maggiormente per le donne. La posizione nel ballo favorisce, anzi richiede, l’uso di un tacco (molte figure possono essere eseguite solo con il piede in punta), che può andare da pochi e molti centimetri. Si arriva anche a vertiginose altezze di dieci e più centimetri. Ogni tanto si vede la pubblicità di un corso per imparare a ballare sui tacchi molto alti. Dal punto di vista posturale e ortopedico sono un vero disastro, ma in effetti per ballare sono essenziali. Tenuto conto che si indossano per periodi non troppo lunghi, è tollerabile il loro uso; quello che consiglio è di non oltrepassare troppe ore (e i vostri piedi gambe e schiena sapranno dirvelo), e magari fate un po’ di stretching e di esercizi di rilassamento dopo. Però la scarpa “giusta� si sente! Due signore di Buenos Aires, ballerine di tango, hanno addirittura creato una marca di scarpe studiate per poter dare il massimo alle ballerine. E le hanno chiamate “comme il faut�, “come deve essere�, nome molto azzeccato che ricorda anche un famoso tango. Addirittura si parla di ballerini che adorano ballare con donne con queste scarpe, ed esiste anche un club di donne che usano queste scarpe. Senza sconfinare e fare pubblicità si riconosce che la qualità e la fattura delle scarpe sono dei fattori rilevanti per la buona riuscita del ballo, ma che comunque ci sono anche molti altri elementi che in ogni caso servono. In genere, se non si hanno problemi, un tacco da sei, sette centimetri va benissimo. È compito della tanghera scegliersi il proprio paio di scarpe, e sicuramente nel seguito ce ne saranno molte altre. E vi permetteranno di fare degli “ochos� bellissimi oltre a tantissime altre figure. Provate a fare caso alle scarpe quando andate a ballare e vi renderete conto che potrebbero da sole costituire una storia.

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14.CONTATTO

08/07/08

Finalmente siamo andati a ballare, magari lo facciamo già da un po’, le prime lezioni ci hanno permesso di arrivare ad andare in milonga e abbiamo fatto il nostro invito o ci hanno appena invitati. E’arrivato il momento del contatto. Le note di un tango già sono nell’aria e, magari un sorriso, ecco che finalmente ci si “incontraâ€�. Sono pochi attimi, ma in questi pochi attimi possono accadere moltissime cose. Provate a guardare in che modo molte coppie si avvicinano e prendono contatto. C’è molto da imparare su questi momenti prima del ballo. In realtà, poiché alla fine il tempo è qualcosa di soggettivo, questi istanti possono diventare molto lunghi, o molto veloci a seconda del nostro stato percettivo e di consapevolezza. Secondo la moda antica di Buenos Aires, alle prime note della musica si dovrebbe conversare un po’, come per fare una prima conoscenza della persona con cui stiamo per ballare e per far superare un primo momento di possibile imbarazzo, o se già siamo familiari per sentire come sta e di che umore è la/il partner. Percepire insomma quei segnali non verbali pre-contatto così importanti per il nostro corpo, e dei quali non tutti sono consapevoli. Abbiamo detto varie volte che il tango è un’occasione speciale per entrare in contatto con un partner del momento, o anche più di questo, e che la maggior parte dei messaggi che ci scambiamo sono non verbali, avvengono a livello corporeo, con un linguaggio che, anche se non comprendiamo con la nostra mente superficiale, arrivano comunque al nostro sistema nervoso e generano una serie di risposte di vario tipo. Questo è uno dei momenti chiave in cui tutto questo avviene…

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