Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

Agosto 2008

23.TANGO VALS

28/08/08

Come abbiamo visto nelle milonghe possiamo ascoltare e ballare tanghi, tanghi vals e, per l’appunto, milonghe. Vediamo un po’ meglio il tango vals, anche conosciuto come “vals crolloâ€�, o più affettuosamente “valsecitoâ€�. Musicalmente ha un tempo di ¾, come tutti i valzer, e si balla con gli stessi passi del tango. Ma è proprio questo diverso ritmo che ne cambia molto la percezione rispetto al tango tradizionale di 4/4 e 2/4. Come sappiamo il ritmo del valzer dà un “saporeâ€� alla musica, la rende più vivace, scorrevole, ha un “umoreâ€� differente. Ecco che allora il tango vals rispetto al tango diventa più allegro, scherzoso, vivace. Secondo l’icona classica il tango è un po’ triste, se sentite le parole delle canzoni sono sempre molto drammatiche: amori impossibili, fine di storie, donne che fuggono, e altro ancora. Il famoso “pensiero triste che si ballaâ€� molto citato un po’ dappertutto credo che sia una delle interpretazioni più errare del tango. È una “credenzaâ€� essenzialmente basata sui testi ma non ha nulla a che vedere con il ballo in se stesso. Ho sempre sostenuto che, anche se non possiamo dire che sia divertimento puro, ballare il tango è un’esperienza molto piacevole, che di sicuro non rende tristi. In ogni caso il tango rispetto al tango vals ha una modalità di ballo più “a terraâ€�, nel senso che sembra che ci sia un maggiore contatto, una maggiore relazione dei ballerini con la terra, mentre il tango vals è più “ariosoâ€�, più “aereoâ€�; la sua vivacità dà un’espressione più leggera al ballo, i passi diventano più veloci. I tanghi vals non sono tantissimi, ma se navigate su internet vi suggerisco di provare ad ascoltarne qualcuno per sentire che effetto vi fa. Uno dei più famosi è “Desde el almaâ€� (dall’anima), scritto da Rosita Romeo a soli quattordici anni. E questa volta ascoltate ascoltate ascoltate…

continua

22.TANGO IN SPIAGGIA

22/08/08

Provate ad immaginare come dovrebbe essere ballare in un posto vicino al mare, d’estate, con la spiaggia ad un passo dalla pista, con per tetto un cielo di stelle, mentre la luna si riflette sulle acque. Bellissimo no? Viene voglia di andarci subito! E magari anche con un partner o una partner di ballo che esalti ancora di più questi momenti.

Bene, in alcuni posti questo si può fare. A Cagliari, per esempio, si è riusciti ad organizzare delle milonghe proprio in riva al mare. Ma ci sono anche molti altri posti dove il tango non viene fermato dalle vacanze o dalla calura. Nelle ore notturne, dove la temperatura è più clemente, ci si ritrova in queste tangherie che con questo ballo così particolare diventano luoghi magici di divertimento e rilassamento.

Il tango si balla dappertutto ed in ogni momento. Così come sulle spiagge, forzatamente estive, anche nelle città si sta diffondendo sempre di più la splendida iniziativa di ballare dovunque capiti. Abbiamo visto nei precedenti post il tango illegal a Milano, i portici di Roma, per citarne solo alcuni, e adesso anche a Parma dove si balla nei parcheggi. Il tango sta diventando sempre più conosciuto ed apprezzato, e la voglia di ballare diventa tale da cercare anche queste situazioni un po’ “insoliteâ€�. Ballare in milonga è bellissimo, e vale la pena di andarci, ma anche ballare in luoghi un po’ fuori del normale è un’esperienza molto divertente ed affascinante. ProvaRe per credere…

Viene stimolato un po’ di più anche l’aspetto speciale che ha il tango: sensualità, improvvisazione, divertimento, percezione; il ballare in un parcheggio, di notte, insieme ad altri appassionati, rende l’ambiente ed i ballerini quasi fiabesco. Buon divertimento in riva al mare o ovunque voi siate, e ballate ballate ballate…

21.UN LINGUAGGIO UNIVERSALE – III

20/08/08

Alcuni scienziati stanno studiando le modalità con cui noi balliamo. Non solo, ma stanno anche cercando di spiegarsi perché lo facciamo. Dalla notte dei tempi la danza è sempre stata un’espressione caratteristica dell’uomo. In moltissime culture ancora rimangono tracce di antichi movimenti rituali, di danze misteriose e affascinanti, ricche di significati reconditi o molto espliciti, che spesso arrivano direttamente a stimolare le nostre emozioni, anche semplicemente guardandole eseguire. Nel precedente post abbiamo visto come alcuni tangheri mentre ballavano mostravano l’attivazione di un’area del lobo frontale dell’emisfero destro che corrisponde ad una stessa zona nella parte sinistra nota come area di Broca, a cui si assegnano le funzioni del linguaggio parlato (Brown e Parson 2008). È probabile che tante tempo fa la danza venisse usata come forma di comunicazione in sostituzione della parola, con gesti e movimenti simbolici per rappresentare vari accadimenti o anche solo per comunicare direttamente. Di fatto abbiamo una naturale capacità di seguire il ritmo che, a vari livelli, è patrimonio di tutti. Vi sarà capitato di seguire con la mano o con il piede il ritmo di una musica: spesso è così istintivo che non ce ne accorgiamo nemmeno. Niente di simile accade negli altri mammiferi, né tantomeno in altre creature del regno animale. “Il nostro talento per la sincronizzazione inconscia è alla base della danza, una confluenza di movimento, ritmo e rappresentazione gestualeâ€� (Brown e Parson, 2008). In effetti anche eseguire dei semplici passi coinvolge moltissime nostre capacità, che siano inconsce o consce, antiche o moderne, comunque cattura la nostra attenzione, si crea quella “presenzaâ€� su cui tanto insisto nei miei post. Quando poi l’attività diventa sociale, ovvero coinvolge anche altri, la capacità di movimento e coordinamento spazio-temporale raggiunge livelli molto elevati. Il tango poi fornisce l’occasione ideale per “conoscereâ€� noi e ciò che ci sta intorno, ed è molto interessante che sia stato scelto dagli scienziati per studiare le nostre modalità e capacità di espressione…

continua

20.UN LINGUAGGIO UNIVERSALE – II

08/08/08

Nel post 2 ho introdotto l’argomento del linguaggio, ora approfondiamo un po’ il discorso. Nell’ultimo numero di Scientific American (Giugno 2008) è stata pubblicata la ricerca di due neuroscienziati (Brown e Parson) che hanno esplorato l’attività del cervello con neuroimmagini tramite PET (tomografia ad emissione di positroni) su un gruppo di persone che ballano il tango. Prima effettuavano la misurazione sulle persone sdraiate e inattive, e, in un secondo tempo, durante l’esecuzione della “salida basica�, una serie di passi base del tango che vi illustrerò più avanti. I risultati sono stati stupefacenti: oltre ovviamente alle aree preposte al controllo e coordinamento motorio, si è notato che, durante il ballo, vengono significativamente interessate anche quelle relative al linguaggio. Sembra, quindi, che parlare e ballare abbiano delle attinenze, ovvero, durante entrambe le “azioni�, si utilizzano aree comuni del cervello. In realtà questo non ci dovrebbe poi stupire così tanto. Abbiamo più volte sottolineato come il ballo sia un modo per esprimere molto di quello che c’è dentro di noi. Nel tango in particolare, per la vicinanza e per il contatto, queste espressioni raggiungono livelli molto intensi. Per fare questo, dal punto di vista corporeo, del soma, dobbiamo fare ricorso a tutte le nostre capacità di coordinamento e di espressione. Per il coordinamento motorio, il controllore della postura, usiamo il cervelletto oltre ad altri settori cerebrali; per l’espressione altri ancora, e, ora, attraverso lo studio fatto da Brown e Parson, sappiamo che vengono utilizzate anche le aree del linguaggio.

E che questo linguaggio per la maggior parte della comunicazione (avevamo detto circa l’80%) è proprio non verbale. In ogni caso non credo in una interpretazione troppo meccanica di tutto questo, c’è molto di più e che è ancora sconosciuto. Questi studi semplicemente ci danno delle conferme sperimentali degli effetti della danza e del ballo. Possiamo misurare qualcosa, e quindi conoscere meglio quello che avviene. E’ stato fatto uno studio a questo proposito anche su pazienti affetti da Parkinson, con cui si è preso atto di notevoli miglioramenti in coloro che avevano seguito lezioni di ballo e lo praticavano. E chi balla conosce bene gli effetti benefici di una serata tanghera.

continua

19.TANGO IN VACANZA

01/08/08

Dal passaparola per ritrovarsi a ballare nei posti insoliti dei portici e di tango illegal, alla vacanza organizzata con argomento tango. Sono due aspetti quasi oppostI, ma in realtà molto vicini per la passione di base che li anima. E così anche nell’organizzazione di vacanze tango ecco fiorire tantissime iniziative. Tango al mare, di giorno tintarella e bagni, e la sera, col fresco, lezioni e pratiche, e poi, dopo cena, si balla fino a tardi, tanto si è in vacanza (anche se si balla quasi sempre fino a tardi…). O in montagna, o in una località turistica: possono variare gli orari delle lezioni, ma il fattore comune è che si abbina il fatto di passare qualche giorno fuori dalla solita routine, alla possibilità di ballare in questa nuova ambientazione. In ogni caso esiste un’offerta di vacanze-tango piuttosto cospicua. C’è un po’ di tutto, dalle più improbabili combinazioni, ai seminari con personaggi famosi. Chiedete a chi c’è già stato per qualche consiglio. Dal punto di vista del somatotango è una situazione molto interessante. Per qualche giorno non dobbiamo fare le solite cose e possiamo uscire dalla routine quotidiana. Che succederà? Riusciremo a goderci pienamente la vacanza e dedicarci completamente al tango, perlomeno nelle ore assegnate, o magari di fronte all’improvvisa mancanza dei nostri “riferimentiâ€� di tutti i giorni ci troviamo un po’ disorientati? Non ci resta che provare… Se vi capita cercate anche di osservare se vi riesce più facile ballare e fare lezione, o se viceversa trovate difficoltà. Questi possono essere dei segnali interessanti che il vostro “somaâ€� vi sta inviando. Nel tango c’è sempre l’“attenzioneâ€�, la “presenzaâ€�, e tutti i momenti sono validi per sperimentare e per sentire. Buone vacanze e ballate ballate ballate…

continua