Camminare, muoversi, spostarsi, sono delle attività quasi completamente automatiche che tutti noi facciamo più o meno bene… Quando si comincia ad imparare a ballare il tango, una delle prime cose di cui ci rendiamo conto è che siamo capaci di camminare, muoverci, spostarci, ma che spesso lo facciamo in un modo molto goffo e poco elegante. In effetti, a prescindere dal tango, la nostra camminata potrebbe essere soggetta a notevoli miglioramenti, ma sono rari i casi in cui questo viene messo in evidenza.
Con il tango diventa un “must”, una necessità importante. Ecco così che con tanta pazienza (mica tanta però) ricominciamo a camminare , a muovere i “primi” passi. E scopriamo molti errori comuni. Alcuni derivano proprio dalla mancanza di educazione al movimento, alla percezione dello stesso e di come ci muoviamo, alla consapevolezza con cui mettiamo in atto tutto ciò. Facendo una serie di esercizi preparatori ai vari passi ci si può rendere conto di come attuiamo dellestrategie posturali e degli atteggiamenti corporei che riducono le potenzialità del nostro incedere. Uno dei principali è quello di effettuare i movimenti utilizzando delle strategie volte adeconomizzare gli sforzi. Mi spiego meglio. Per tenere il nostro corpo in certe posizioni possiamo adottare degli atteggiamenti in cui sfruttiamo la nostra struttura scheletrica e altri in cui usiamo di più la parte muscolare. Siccome la tendenza è quella di usare il meno possibile i muscoli, ecco che allora la strategia strutturale ha la prevalenza. Ma questa non è quella ottimale dal punto di vista dello spostamento nello spazio. Facciamo meno “fatica”,ma ci muoviamo “male”. Con il tango abbiamo la possibilità di rivedere queste strategie, e con l’obiettivo di ballare meglio, o per lo meno di ballare, ed ecco che vediamo le persone, già dopo poche lezioni, incominciare a muoversi “bene”…
continua..
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