I PASSAGGI PER TRASMUTARE LE EMOZIONI NEGATIVE: 1° LA CONSAPEVOLEZZA
Da qualche mese Luigi ha intrapreso una psicoterapia, tecnicamente chiamata psicodinamica con finalità di sostegno dell’Io, per curare il suo stato depressivo, con profonda astenia, persistente da oltre tre anni. Ha utilizzato fino ad ora vari approcci terapeutici per curare la depressione: psicofarmaci, colloqui con diversi psichiatri, tecniche di massaggio corporeo, fito e aromaterapia. Il persistere della sintomatologia lo porta a cercare continuamente altri approcci terapeutici. Ha letto in una rivista divulgativa la possibilità di curare la depressione con l’ipnosi ed ora “prova anche questa strada”.
Con la richiesta di ipnoterapia inizia il nostro primo incontro. Concordiamo alcune sedute preliminari per conoscerci meglio. In questa fase iniziale chiedo a Luigi di poter effettuare un incontro con la sua famiglia, la sua compagna e di poter vedere il luogo dove vive. Questa richiesta si concretizza, tranne la possibilità di incontrare la sua “fidanzata”, in quanto lei si rifiuta affermando di non sentire la necessità di conoscermi. Riguardo a Luigi, così riferisce: “E’ grande abbastanza per parlare di se stesso”.
Alla fine di questi incontri preliminari concordiamo un “contratto terapeutico” di psicoterapia dinamica. Decidiamo per qualche mese di lavoro insieme ed escludiamo la terapia ipnotica.
Luigi è un imprenditore edile. Attività che ha sempre amato e che, da qualche anno, esercita di malavoglia e con grande fatica fisica. L’impresa è stata costituita dal padre e, successivamente ad una grave forma depressiva dello stesso, è stata ceduta ai due figli.Luigi è il fratello maggiore. La sua età cronologica è di 51 anni, ma psicologicamente è ancora “un puteleto”. Così si definisce usando il tipico dialetto veronese. Durante le sedute parla sempre in dialetto veronese.
Da oltre 25 anni è fidanzato con Marilena. La loro è una relazione senza sbocchi evolutivi. Sono coetanei e non concretizzano il loro volersi bene con una vita matrimoniale in quanto Marilena, con il pretesto che deve accudire i genitori ammalati, continua a rimandare di anno in anno la vita in comune. Pertanto, Luigi vive tuttora in famiglia con il padre sofferente di una grave depressione e la madre che continua ad accudirlo come “un puteleto”. Da quando Luigi si è ammalato, in cantiere ha preso potere il fratello più giovane. Luigi si sente disconosciuto nelle sue capacità e sminuito dal fratello.
Di fronte alle sue richieste di capire il perché della depressione, ipotizziamo che vi abbiano concorso vari fattori: la malattia del padre, il conflitto con il fratello, l’inadeguata vita affettiva-sessuale nella coppia, il modo infantile di continuare a condividere lo spazio abitativo con i genitori, la dipendenza psicologica dagli stessi, lo stress lavorativo, alcune recenti malattie fisiche che gli hanno impedito di praticare i suoi sport preferiti e quindi di scaricare la tensione. Riferisce di essere stato, prima della depressione, una persona allegra, socievole, amante della vita all’aria aperta e ludico-sportiva, di aver avuto passione per il suo lavoro.
La comunicazione che propone nel setting terapeutico è sempre razionale, vittimistica, lamentosa. Sempre centrata sulla sofferenza, sui sintomi e sulla richiesta di guarigione che deve arrivare dall’esterno di se stesso. Intende le risorse spirituali come religione, atto di fede acritico che lo porta ad eseguire regole e rituali religiosi, e non come potenzialità liberanti e stimolanti l’evoluzione.
Continuamente cerco di rendere la comunicazione più creativa e facilitante l’apertura degli ampi spazi dell’inconscio superiore. Luigi, in questa fase, non vuole aprirsi alla consapevolezza del suo mondo interiore, ad acquisire una visione più nitida della realtà che si crea con il suo atteggiamento mentale. Non accetta la sintomatologia e continua a combatterla. Il suo bisogno è quello di sfogarsi verbalmente e di continuare a lamentarsi dei suoi sintomi. Non vuole vedere la sua esistenza inautentica, robotizzata, programmata dai condizionamenti familiari e sociali. Non acquisisce consapevolezza delle sue attuali relazioni superficiali e prive di vero amore liberante.
Luigi è prigioniero nel suo ego che lo spinge a vivere nella paura, nella richiesta di una continua medicalizzazione. La paura e la sofferenza sono le emozioni che dominano la sua vita. Il pensiero è ossessivamente rivolto ai suoi sintomi.
Apparentemente non ascolta le mie parole quando lo invito ad accettare i sintomi come messaggi dell’anima che non vive un’esistenza autentica e pertanto ripartire da lì, dall’ascolto della sua natura divina, dalle sue qualità dell’anima che percepisco molto grandi: la bontà, la generosità, la semplicità, la correttezza, l’onestà, la lealtà…
Però, il suo inconscio certamente registra tutta la nostra comunicazione e sono fiducioso che presto mi dirà: “Da oggi, dottore, non parliamo più della mia tensione e dei miei sintomi, ma piuttosto di cosa posso fare per mettere ordine e chiarezza nella mia vita. Dottore, sono pronto per trasmutare le mie emozioni di paura e depressione in opportunità per evolvermi e portare amore nel mondo. Mi insegni le tecniche per poterlo fare e vedrà che poi, da solo, le applicherò”…
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