Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

29. RIFLESSIONI IN TEMA DI CONSAPEVOLEZZA

E’ possibile che una persona si rivolga ad uno psicoterapeuta con una precisa richiesta: “Ritengo che i miei disturbi psicosomatici e comportamentali siano legati al rancore che reprimo dentro di me. La causa è il mio partner con il suo modo di porsi (non ama a sufficienza, tradisce, trascura, pensa solo a se stesso…) Mi aiuti a non provare più il veleno del rancore, della rabbia e della depressione. Mi aiuti a recuperare il rapporto oppure a lasciare il partner”.

Personalmente, di fronte a queste richieste, spesso legate ad una grave sofferenza personale, accompagnata da vari disturbi psicopatologici o ad una vita infelice, mi pongo alcune domande essenziali: La persona che si presenta così determinata e consapevole delle sue emozioni, spesso molto colta e già con varie esperienze di percorsi di crescita personale o di psicoterapia, in realtà, al di là della sua età cronologica, quale età psicologica presenta? La sua libido infantile, la sua energia psichica, ha ben superato tutte le tappe fisiologiche di sviluppo?

Inoltre, il suo Io è normostrutturato e quindi in grado di interpretare in modo critico ed adulto la comunicazione, le interpretazioni e le tecniche operative che potrei suggerirle per mettere ordine e chiarezza nella relazione di coppia, o più in generale nella sua vita?

Al di là di ciò che riferisce in tema di consapevolezza è in grado di percepirsi nel qui ed ora della sua esistenza?

Di fronte ad un Io normostrutturato accolgo la richiesta ed inizio il percorso psicologico-spirituale che viene illustrato nelle varie puntate di questo videoblog.

Ma se l’Io della persona è destrutturato od infantile, a seguito di una relazione patologica con la madre, l’ambiente, la famiglia, per le relazioni amicali ed 28_ggaffettive inadeguate, allora cerco di “prendere del tempo”, di rimandare i discorsi sulla centratura, sull’anima, sulla nostra vera essenza o sul fatto che spesso la malattia è un messaggio più profondo che viene dal nostro Sé per stimolarci ad un processo di metanoia, di rinascita e di riscoperta dell’amore.

Propongo invece degli incontri che, prima di tutto, rinforzino l’Io della persona, riarmonizzino e riequilibrino la sua capacità di percepirsi nella vita e nelle relazioni. Con varie modalità tecniche, prevalentemente di tipo simbolico ed immaginativo, cerco amorevolmente di creare una relazione umana positiva in cui possa sperimentarsi nella scoperta delle sue risorse e potenzialità.

Di fronte a persone con un Io che si è identificato con modalità infantili di relazione patologica propongo nuove comunicazioni più armoniose, contenitive, che portano ad interiorizzare nuovi programmi, nuove vie associative nella mente. Da questi nuovi programmi, che decondizionano da imprinting patologici, poi si può partire per insegnare le tecniche di trasmutazione delle emozioni negative in opportunità per sviluppare le qualità dell’anima.

Se la persona non prova amore per se stessa, in quanto non ha ricevuto amore, come può prendersi cura amorevolmente di sé e della propria crescita?

“Quando anche ci sia la dichiarata volontà di diventare i propri genitori adottivi, se nell’Io del paziente è consistentemente sviluppata questa identificazione con le suggestioni negative ricevute dalla madre-ambiente, si corre il rischio di procedere ad una ricostruzione solo mentale o che si limita a rattoppare o a puntellare come può un edificio pericolante”. (Bruno Caldironi)

In conclusione ritengo che chi non si ama non può darsi amore e quindi operare amorevolmente una propria crescita psicologico-spirituale nella trasmutazione delle emozioni negative. Affinché l’Io della persona collabori alla guarigione e alla evoluzione della persona deve essersi prima formato e strutturato armonicamente.

Alla base di ogni formazione di personalità c’è il processo di identificazione in cui il bambino si identifica con le ripetute opportunità emozionali che la relazione ambiente-madre gli ha fatto sperimentare ed interiorizzare. Pertanto, di fronte ad un Io incompleto, prima si propongono interazioni positive con l’ambiente che sviluppino l’innata tendenza ad esercitare le potenzialità di autorealizzazione ed autoriparazione delle ferite infantili, e successivamente si accolgono le richieste di sviluppo energetico-spirituale…