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Giugno 2010

34. COSCIENZA INTERAGENTE – II PARTE

COSCIENZA INTERAGENTE E TRASMUTAZIONE DELLE EMOZIONI NEGATIVE – II PARTE

Teresa è nata in Germania da madre tedesca e padre italiano. Il padre è emigrato per cercare lavoro. In Germania ha conosciuto l’attuale marito. Insieme hanno deciso di risiedere in Italia, in provincia di Brescia. Lei gestisce una piccola edicola e lui lavora nel mondo dello sport come procuratore-dirigente. Teresa è figlia unica. E’ stata partorita con gravi difficoltà. Si è molto temuto per la sua vita; a lungo è stata ricoverata nel reparto di patologia neonatale.

Inevitabilmente nel suo inconscio si è formata l’associazione: nascere=ammalarsi, vivere=pericolo di morire. Sua madre, per esorcizzare le personali, più che comprensibili, paure, fin da piccola l’ha iperprotetta, coccolata continuamente. Il padre, impegnatissimo nel lavoro, ha delegato alla moglie l’accudimento e l’affettività.

Per Teresa, soffocata dall’amore apprensivo della madre, l’infanzia e l’adolescenza non hanno comportato apparenti manifestazioni di disagio.

All’età di 24 anni, con la nascita dell’unica figlia, non particolarmente desiderata, Teresa si scompensa. Manifesta gravi attacchi di panico, costanti stati di angoscia, insonnia, depressione e disturbi psicosomatici a carico dell’apparato genitale.

L’improvvisa morte della madre aggrava tale patologia. Teresa inizia un lungo periodo di ricoveri in reparti psichiatrici.

Le cure sono prevalentemente psicofarmaci.

I risultati di tali trattamenti sono scarsi. Ogni volta che il marito si assenta dalla famiglia per lavoro si scatenano le crisi.

Conoscenti comuni le hanno proposto di intraprendere il percorso psicologico-spirituale che porta a trasmutare le emozioni negative in opportunità per sviluppare le qualità dell’anima.

E’ in sede del primo colloquio che le indico le tappe fondamentali che caratterizzano questo percorso:

a) acquisire la consapevolezza della presenza delle emozioni negative, anche di quelle più profonde, più mascherate e/o sopite da lungo tempo. Riconoscerne l’origine. Spesso sono collegate a comunicazioni interpersonali non chiare, ad uno stile di vita non coerente, ad antichi traumi infantili.

b) Essere determinati nel voler creare un nuovo ambiente mentale che non accolga e non giustifichi l’esistenza di emozioni negative. Essere decisi nella volontà di cambiare programma: “non ne voglio più sapere di provare queste emozioni negative”.

c) Disidentificarci dalle emozioni negative e costruire un testimone, un osservatore interno che osserva il manifestarsi del nostro comportamento collegato all’emozione negativa. “Io sono anche queste emozioni negative, ma il mio centro, la mia parte più autentica è una dimensione spirituale in evoluzione. Faccio tesoro di questa sofferenza per migliorarmi”.

d) Costruire un intreccio di pensieri positivi che, opponendosi alle emozioni e immagini mentali negative, creino come un attrito, un impedimento all’emozione negativa.

E’ uno sforzo costante, concentrato, volitivo che sviluppa i corpi sottili dell’anima e ci aiuta ad uscire dai programmi negativi attivatisi nella mente.

e) E’ fondamentale accettare le emozioni negative come parti di noi stessi, come processi collegati al nostro psichismo, come parti della nostra personalità. Questo non vuol dire che dobbiamo subirle. Accettarle come opportunità per crescere e non accanirci a combatterle o aggredirci perché persistono.

f) Mandare amore alle emozioni negative, portare le emozioni negative nel centro spirituale del nostro essere è il passaggio finale. Lo sforzo fatto per dominare e trasformare le emozioni negative contribuisce al nutrimento energetico del corpo sottile dell’anima e allo sviluppo delle emozioni superiori. E’ il mondo del cuore, della dimensione dell’anima che aperto, grazie anche al nostro sforzo di trasmutare le emozioni negative, ci indica gioiosamente il modo migliore di vivere l’esistenza.

Teresa mi ascolta apparentemente con interesse, ma ho la netta sensazione che pensi ad altro, che sia troppo presa dai suoi sintomi per cogliere la comunicazione che le propongo. Decidiamo insieme di intraprendere “l’avventura di questo processo alchemico”.

Teresa mi telefona ogni altro giorno per essere rassicurata dei suoi sintomi e nel lavoro che svolgiamo nel setting terapeutico, la maggior parte del tempo è “sprecata” a parlare dei suoi sintomi. Ogni volta che mi è possibile, al telefono, mentre chiede rassicurazione, in terapia, mentre parla angosciata delle sue crisi di panico, chiudo gli occhi e mi rappresento l’immagine mentale di una bambina piccola che cresce serena, ben accudita da una madre responsabile ed amorevole, che dorme serena in una culla accogliente e profumata di fresco.

Queste immagini ed altre simili le vengono inviate dalla mia mente secondo i metodi della medicina telesomatica. Sono convinto, come dimostrato scientificamente da Radin, Braud, Schiltz e da tanti altri coraggiosi ricercatori, che “le immagini mentali del trasmettitore possono superare lo spazio ed indurre dei cambiamenti nella fisiologia del ricevitore distante”. Sono convinto che l’azione “telesomatica di una persona distante possa essere effettiva tanto quanto l’influenza psicosomatica del soggetto stesso”. (E. Laszlo).

In attesa che Teresa riesca a procurarsi da sola, amorevolmente, immagini rassicuranti, lo faccio io a distanza usando le tecniche della medicina telesomatica.

33. COSCIENZA INTERAGENTE – I PARTE

COSCIENZA INTERAGENTE E TRASMUTAZIONE DELLE EMOZIONI NEGATIVE

“Il nostro cervello non solo può comunicare spontaneamente con altre menti; possiamo anche interagire in questa maniera non sensoriale con altri organismi. Si stanno accumulando delle prove affidabili che la mente conscia di una persona può produrre effetti ripetibili e misurabili sul cervello e sul corpo. Questi effetti sono noti come ‘telesomatici‘” (E. Laszlo)

Gli studi di D. Radin, dell’Università del Nevada, del cardiologo R. Byrd, Università della California, gli scritti di G. Braden, le ricerche di S. Grof e di numerosissimi altri studiosi dimostrano, in modo indiscutibile, come la preghiera, il pensiero positivo rivolto verso un’altra persona, le emozioni di amorevole compassione possano influenzare, migliorandolo, lo stato di salute dei soggetti a cui è rivolto l’atteggiamento “pensante” del guaritore e del trasmettitore di energie mentali.

Al tempo stesso vari ricercatori invitano ad essere molto prudenti nell’inviare energia mentale, pensieri di luce, preghiere di guarigione in quanto bisogna sempre ricordarsi che l’energia è neutra e che essa potenzia le forze che trova al suo arrivo.

Così ci ricorda il maestro D.K. (detto il tibetano) “…l’amore è essenzialmente una potenza o energia impersonale, i cui effetti dipendono dal tipo di forma con cui entrano in contatto e sulla quale esercitano un influsso. Perciò, riversandosi sulla natura egoista e materialista, non farà altro che accrescere il desiderio e promuovere una maggiore aggressione allo scopo di acquisire, incoraggiando così la natura inferiore, deformando la vera espressione dell’amore ed accrescendo l’attività malvagia. Riversandosi sugli altruisti, i puri e i disinteressati, favorirà la realtà e il vero amore”.

Inoltre, C. Ripani ci ricorda che la scienza dello spirito ci invita “non tanto ad inviare pensieri di luce, amore o energia in generale, ma che dobbiamo semmai visualizzare la persona come se stesse bene, e mettesse in atto le sue migliori qualità.

E’ la persona che deve operare un cambio di vibrazione, aprirsi ai buoni sentimenti. Noi non possiamo forzare con il pensiero o le nostre aspettative, il suo atteggiamento, per non operare interferenze karmiche di qualunque natura, e rispettarne il percorso evolutivo”.

Con il riferimento degli studi scientifici della medicina tradizionale prima citati, applicati con rigore metodologico ed aperto agli insegnamenti della scienza dello spirito, utilizzo in modo clinico, in situazioni in cui è possibile, i principi della medicina “telesomatica”, come indicata negli scritti di E. Laszlo.

Eccone un esempio recente.

Qualche mese fa ricevo, per posta elettronica, la cortese richiesta di Anna che così si esprime riguardo al figlio Pietro: “Le scrivo per avere un parere e dei suggerimenti riguardanti mio figlio di 37 anni che, ormai stanco di soffrire e di non riuscire a vivere bene, vorrebbe curarsi con l’ipnosi.

Vive da solo a Milano. Sono oltre 20 anni che tra psicoterapeuti, terapia emozionale N.E.I., terapia breve strategica, Ville Turro C.P.S. …non ne viene fuori. La sua malattia è stata definita: stato paranoideo, narcisista, oppositivo… Non ha voluto riconoscere il suo problema e si è messo in opposizione con gli psicologi. Mi sento responsabile perché non ho insegnato a mio figlio a farsi carico delle sue responsabilità e ho sempre fatto io le cose per lui. Il padre lo ha trascurato fin dalla adolescenza e poi ci siamo separati. Non riconosce il suo valore nel mondo del lavoro e delle donne…”

Il seguito alla sua e-mail è stato incontrare entrambi, madre e figlio. Pietro lo ritengo una splendida persona, creativo, coltissimo, molto vitale e dialettico. Utilizza i meccanismi di difesa schizoidi della razionalità e dell’isolamento per non confrontarsi con vissuti infantili ed adolescenziali di disistima e autosvalutazione. Con Pietro è in atto un processo terapeutico, che rispetta i suoi tempi, di elaborazione dei contenuti psicodinamici e che tende a costruire complicità ed alleanza tra di noi. Il progetto è di aiutarlo nella consapevolezza e nella capacità di trasmutare le emozioni negative in opportunità per la sua evoluzione psicologico-spirituale.

Contemporaneamente opero con la madre affinché costruisca nella sua mente l’immagine di un figlio sereno, armonico, coerente e maturo nella relazione con il femminile e gratificato del suo lavoro.

La invito ad usare le tecniche della medicina telesomatica in modo da inviare amorevolmente questi pensieri e queste immagini al figlio Pietro per elevarne le vibrazioni, interiorizzando questi nuovi modi di vivere.

In questo modo non solo cambia “l’immagine interna” del figlio nella coscienza di Anna ma, soprattutto, l’informazione energetica arriva come modello di nuove positive comunicazioni in Pietro.

Nel suo campo energetico mentale ed emozionale giungono, grazie al potente entanglement quantistico madre-figlio, nuove immagini e pensieri con qualità, forma e livello vibrazionale tipici di una persona con autostima, coerenza e armonia nella propria esistenza.

32. MALATTIE E TRASMUTAZIONE DELLE EMOZIONI NEGATIVE – PARTE 2

L’incontro con Massimo presenta molte interessanti caratteristiche negli eventi sincronici.

“La sincronicità avviene come coincidenza di eventi nello spazio e nel tempo, come qualcosa che va ben oltre il puro caso; si tratta di una peculiare interdipendenza di eventi obiettivi tra loro oppure di eventi obiettivi sincronici con lo stato soggettivo dell’osservatore”

C. G. Jung.

Come è noto l’evento sincronico racchiude sempre un significato profondo che ha la finalità di guidare la vita verso il suo scopo finale: il progetto divino che rende autentica l’esistenza.

L’incontro con Massimo è avvenuto presso una nota concessionaria di automobili di Brescia. Ero intenzionato a sostituire la vecchia autovettura monovolume, usata per la famiglia, con una nuova, e pertanto ho iniziato la “comune” visita ai vari concessionari per operare una scelta valida. Decido per la nuova autovettura ed entro nelle trattative per ”l’usato”. In questa occasione incontro Massimo.

E’ Massimo la persona incaricata di ritirare il mio “vecchio usato”. E’ evidente la sua difficoltà deambulatoria con incapacità a mantenere a lungo l’equilibrio in posizione eretta. Anche il suo modo di esprimersi non appare fluido e sciolto. E’ inevitabile parlare della mia professione. Basta la frase rivolta a mia moglie: “Daniela, non acquistiamola di colore nero, non mi va di presentarmi con una macchina nera a casa dei pazienti”, perché Massimo mi chieda alcune chiarificazioni riguardo alla malattia di cui è affetto: atrofia cerebellare di N.D.D.

Sono trascorsi alcuni mesi ed ora, con Massimo, cerchiamo di individuare i passaggi critici della sua esistenza a seguito dei quali possa aver prodotto persistenti emozioni negative in grado di alterare i meccanismi autoimmunitari e di equilibrio omeostatico.

In sintesi, tutta la vita di Massimo non è stata coerente ai suoi talenti, desideri, bisogni autentici dell’anima. Per amore e rispetto del padre ha scelto una professione ben lontana dal suo desiderio di operare come tecnico e dirigente sportivo nel mondo professionista del calcio. Per motivi economici ha dovuto supportare il padre in officina e nella vendita di automobili. Lo stress, le frustrazioni lavorative, il rancore inconscio represso, gli stimoli materiali continui del mondo degli affari lo hanno inoltre distratto dalle relazioni familiari e dai legami d’amore profondo. Solo ora scopre l’affettività, la tenerezza paterna verso le figlie e la complicità coniugale.

Non è da escludere che la tensione continua per raggiungere obiettivi economici per “salvare il padre” dal fallimento abbia interferito con i meccanismi di protezione delle membrane cellulari (vedasi puntate precedenti riguardanti le ricerche di B. Lipton) a sede cerebellare.

Ovviamente, sono ipotesi difficili da sostenere.

Di fatto, “le sincronicità” della sua malattia e del nostro incontro stanno cambiando radicalmente la sua vita. Massimo scopre il profondo valore degli affetti, dell’amore vero per la vita. Tuttora è impegnato a trasmutare l’autoaggressività che sviluppa di fronte all’impotenza di non riuscire a controllare i sintomi. All’età di 45 anni, per la prima volta, sente parlare di corpo eterico e di energie mentali che possono influenzarlo.

Entrambi ci auguriamo che il percorso intrapreso di trasmutare le emozioni negative possa fermare la malattia, unitamente alle cure farmacologiche e fisiatriche che, ovviamente, continua. Per ora il primo risultato è che per Massimo si apre un nuovo modo di vivere per dare autenticità alla sua esistenza.

Forse per Massimo può essere rassicurante conoscere la storia clinica di Elena e Teresa. Entrambe sono affette da sclerosi multipla, una malattia demielinizzante, ad origine sconosciuta.

Riguardo l’origine della sclerosi multipla “la teoria che riscuote i maggiori consensi è quella autoimmunitaria e/o infettiva da virus lento. Non esiste un test che permetta di porre diagnosi certa di sclerosi multipla, per cui il clinico si trova sempre di fronte ad un dilemma diagnostico e terapeutico specialmente nelle fasi iniziali” (J Gilroy, J. S. Meyer).

Elena e Teresa hanno messo ordine, chiarezza, pulizia nella loro vita familiare, affettiva, lavorativa. Da tempo praticano gli esercizi per trasmutare le emozioni negative e seguono una via spirituale: rispettivamente buddista per Elena e cristiana per Teresa.

I classici sintomi dell’astenia, delle parestesie, dei disturbi del visus e della motilità ecc… sembrano essersi fermati.

Elena ha divorziato da un marito che non amava. Lavora come vigile urbano in una grossa cittadina veronese. Teresa ha lasciato la famiglia d’origine, il padre e la madre perennemente in lotta e violenti tra loro, per trasferirsi a Londra, dove lavora come commessa.

I trattati di neurologia, a proposito del decorso della sclerosi a placche, parlano di forme benigne, con remissione dei sintomi, nel 30% dei casi. Elena e Teresa rientrano in questa statistica. Sicuramente esistono processi sincronici tra l’origine della loro malattia e la decisione attuale di non voler più a che fare con i meccanismi che generano emozioni negative.