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21. IMPARIAMO A RICONOSCERE LE NOSTRE EMOZIONI

Fehr e Russell affermano: “chiunque sa cosa sia un’emozione… finchè non gli si chiede di definirla…” In questa affermazione è indicata la difficoltà di semplificare in modo divulgativo il complessissimo mondo delle emozioni che la scienza, da qualche decennio, riscopre con grande interesse.

Il termine emozione ha origine dal participio passato del verbo latino “emovere”. Letteralmente significa muovere da, allontanare e in senso traslato: scuotere, sconvolgere. Emozionarsi significa, pertanto, avvertire la sensazione di “essere mossi”, di essere scossi da ciò che si prova e che sembra provenire dal nostro interno come risposta a stimoli percepiti.

Ci sono tanti modi di definire le emozioni

Tanti studiosi hanno proposto il loro modo in base alle teorizzazioni scientifiche che hanno formulato. Numerose sono le teorie sulle emozioni e ad ognuna di esse corrisponde una diversa definizione ed un diverso modo di sviluppare la metodologia della ricerca. Esistono approcci neurofisiologici, motivazionali, evoluzionistici, cognitivi, istintuali… Esistono teorie costruzionistiche, per cui le emozioni sono costruzioni sociali e culturali, teorie dimensionali e psicoanalitiche.

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Operando una sintesi di queste teorie e soprattutto semplificando possiamo affermare che l’emozione è una reazione soggettiva, per lo più intensa e di breve durata, ad un evento che si presenta nell’ambiente esterno o nel mondo interno della persona. L’emozione è caratterizzata da cambiamenti fisiologici generalizzati in tutto il corpo (si modifica la respirazione, la pressione arteriosa, il battito cardiaco, le secrezioni…), produce cambiamenti dell’atteggiamento mentale (si modifica il pensiero, il controllo di sé, le funzioni e le abilità cognitive…) e induce reazioni nel comportamento che ci portano ad agire nell’ambiente modificando l’espressione facciale, il tono della voce, la gestualità…

Queste reazioni si presentano con caratteristiche individuali, anche se possono presentare modalità comuni di espressione, indipendentemente dall’età, razza, sesso. L’emozione è, pertanto, una combinazione di processi affettivi ed intellettivi che insorge, come risposta improvvisa, agli stimoli ambientali che ci colpiscono.

D. Goleman riferisce l’emozione “a un sentimento, ai pensieri, alle condizioni psicologiche e biologiche che lo contraddistinguono, nonché ad una serie di propensioni ad agire”.

Gli aspetti funzionali alla vita

Nelle puntate precedenti abbiamo visto le basi biologiche ed in particolare gli studi aggiornati delle neuroscienze riguardo ai collegamenti neuronali ed ai neuropeptidi coinvolti nei processi emotivi; con la puntata odierna approfondiamone gli aspetti funzionali alla vita e la loro classificazione.

Possiamo semplificare gli aspetti connessi con la funzione delle emozioni sottolineando in particolare il loro ruolo in:

– motivazione a rinforzare comportamenti vitali: le emozioni rivolgono un ruolo importante nel predisporre l’individuo verso un certo insieme di possibili comportamenti. Ad esempio la carenza di ossigeno crea un bisogno di ossigeno, e l’emozione della paura di soffocare induce il senso di intervenire con urgenza nel risolvere la situazione di ipossia;

– agire una comunicazione sociale: le emozioni agiscono un’importantissima funzione nelle relazioni interpersonali e permettono di comunicare da individuo a individuo.

Darwin è stato il primo scienziato ad indicare come le emozioni abbiano un ruolo importante nei processi di adattamento all’ambiente e ne ha sottolineato la loro utilità nelle comunicazioni sociali;

creare informazioni: le emozioni fanno sì che l’individuo sia aggiornato sui propri bisogni ed obiettivi, che apprenda riguardo alla presenza nell’ambiente di situazioni pericolose oppure utili alla evoluzione.

Sono in fondo anche degli indicatori che rivelano il proprio stato interno ed il mondo esterno.

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Le risposte emozionali costituiscono degli insieme dinamici multifunzionali. Si manifestano all’interno di una continua interazione tra organismo e ambiente che subisce significative modificazioni in base ai bisogni della persona, alle regole sociali, alle credenze ed ai condizionamenti inconsci.

Il rapporto tra le risposte neurofisiologiche individuali (arousal: attivazione fisiologica) e l’interpretazione cognitiva del dato emozionale (appraisal) rappresenta l’aspetto fondamentale, il punto nodale, del processo emozionale.

Le emozioni sono state classificate in tanti modi

Ekman e Frieser hanno individuato sei emozioni di base innate e universali: rabbia, disgusto (repulsione), paura, tristezza, felicità (gioia) e sorpresa.

Tomkins ipotizza che esistano otto emozioni fondamentali (affetti): tre positive (interesse, sorpresa, gioia) e cinque negative (angoscia, paura, vergogna, disgusto, rabbia) e le indica come emozioni primarie, cioè risposte strutturate, innate, a certi stimoli.

Goleman, nel testo “intelligenza emotiva” parla di otto famiglie emozionali (collera, tristezza, paura, gioia, amore, sorpresa, disgusto, vergogna) e sostiene che “vi sono centinaia di emozioni, con tutte le mescolanze, variazioni, mutazioni e sfumature. In effetti le parole di cui disponiamo sono insufficienti a significare ogni sottile variazione emotiva”.

Bhagavan Das M.A. nel suo volume “la scienza delle emozioni” suddivide le emozioni principali tenendo conto sia della cultura cristiana che della cultura sanscrita, descrive approfonditamente le emozioni complesse ma soprattutto va oltre la scienza delle emozioni per proporre “una scienza superiore che ha per oggetto le fonti stesse della vita, i principi ultimi dell’universo, la scienza della pace dell’anima, che trascende l’amore e l’odio: la scienza del Sé infinito”.

In conclusione

La nostra vita è come un oceano infinito di movimenti emozionali, a volte di intensità forte, corposa, a volte impercettibili, impalpabili. Emozioni forti, emozioni leggere che vanno riconosciute, accolte amorevolmente e, con dolcezza e pari fermezza, portate nel centro del nostro essere, per trasmutarle se negative, e utilizzarle come energia vitale per la nostra evoluzione.

Inizialmente possono essere risposte automatiche di un sistema somatopsichico che reagisce a stimoli dell’ambiente con complesse reazioni biochimiche e neuroelettriche. Possono essere sofisticate elaborazioni di uno psichismo che tende a favorire un sempre migliore adattamento dell’individuo al suo ambiente.

Ma ad un ascolto più profondo riusciamo a riconoscerle nella loro vera essenza: una energia, un “moto” dell’anima che ci comunica il vero senso della nostra esistenza, vivere nella verità e nell’amore.

Continua..

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