Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

224. PRENDERE UN IMPEGNO CON SE STESSI

Ogni volta che è necessario trovare la fantomatica “motivazione” per fare qualcosa, come ad esempio riprendere l’attività fisica, rimettersi a dieta, o riprendere in mano un progetto rimandato da tempo, le abitudini di pensiero negative sono già schierate in prima fila… Perché accade questo? E come uscirne? Ce ne parla Elisa Renaldin in questo articolo estratto dal suo libro Riaccenditi! (Anima Edizioni)

 

Nel momento in cui occorre occuparsi di mansioni che annoiano, lavori che stufano, rapporti che mettono alla prova, la pesantezza è dietro l’angolo. Ogni volta che è necessario trovare la fantomatica “motivazione” per fare qualcosa, come ad esempio riprendere l’attività fisica, rimettersi a dieta, o riprendere in mano un progetto rimandato da tempo, le abitudini di pensiero negative sono già schierate in prima fila, e l’umore scende drammaticamente in picchiata per andare a schiantarsi sul suolo della mancanza di voglia. A rincarare la dose, come se non bastasse, fanno capolino anche una serie di memorie non propriamente positive su situazioni irrisolte, conflitti, ricordi poco edificanti, episodi già vissuti che rispuntano come funghi fuori stagione. Il cervello funziona per associazioni, e se una tendenza negativa si fa spazio, ecco che anche il resto del battaglione giunge sgomitando da ogni dove.

Per porre rimedio con urgenza a questo flusso demotivante, occorre, per l’ennesima volta, focalizzarsi su qualche elemento positivo di se stessi, nonché ricentrarsi. Già, perché lo spazio che si crea nel cervello e che fa passare l’orda barbarica di stanchezza, malavoglia e dubbio, è dovuto a un’assenza: la nostra. Se noi ci assentiamo, qualcuno arriva a prendere il controllo della nostra mente. È già stato detto in mille modi e da centinaia di autori, maestri, filosofi, pensatori e guru, ma resta impossibile da fissare nella memoria per via della tendenza irriducibile, ormai divenuta automatismo, di distrarsi e, quindi, assentarsi da se stessi.

Prendere l’abitudine di ricordarci di noi, riconnetterci alle nostre sensazioni, ricontattando la parte più elevata, saggia, creativa, intuitiva e sensibile, ci permette di non perderci troppo per la strada. Bene, la prima cosa da ricordare è che, se proprio vogliamo avvalerci dell’immaginazione, è bene usarla per ipotizzare gli scenari migliori, e non certo quelli nefasti e demotivanti. Il nostro archivio cerebrale è strapieno di contenuti, e sta a noi scegliere quale film proiettare sullo schermo. Sceglieremo quello che ci vede protagonisti di una tragedia? Di una commedia? Sceglieremo un film romantico? D’avventura? Un film storico? Di fantascienza? Perché non provare a mettere a frutto le stesse abilità che utilizzano i bambini? Loro viaggiano sulle ali della fantasia con piccoli stimoli e pochi spunti, e da lì partono per i loro viaggi immaginativi in cui tutto è possibile, e così non fanno altro che esercitare le loro capacità attrattive e di manifestazione, oltre che essere padroni dei loro stati emotivi.

Allora, ripassiamo: controllo degli stati emotivi. Se la prospettiva di tutto ciò che dobbiamo fare è deprimente, non sostiamo a lungo sull’idea di noi che, pesantemente schiacciati dagli impegni, restiamo soffocati sotto un masso di obblighi, doveri, responsabilità, compiti noiosi, rotture di scatole, incontri seccanti, ingorghi nel traffico e fastidi di ogni tipo. Non voliamo nel fumo nero e denso dell’apatia e dello sconforto, lì non potremo far altro che precipitare! Molto meglio restare ancorati saldamente a un’immagine di fantasia divertente, eccitante, proiettando noi stessi all’interno di una vicenda entusiasmante, circondati da stimoli, visioni, immagini, sensazioni che desideriamo sperimentare, ipotesi suggestive e possibilità avvincenti. Per lo meno staremo pilotando noi l’astronave, scegliendo che direzione prendere e su quale pianeta emotivo atterrare. Diversamente verremo senz’altro dirottati o subiremo un ammutinamento.

Ci sono innumerevoli esempi di artisti e creativi che utilizzano la fantasia come veicolo, e questo non solo mantiene alto il loro umore e la loro voglia di fare, ma li rende anche più attivi, stimolando la resa e la creatività. Sono orami diverse le aziende che, al loro interno, sviluppano lo spazio per poter interagire coi colleghi in modo informale, avere pause per riossigenare il cervello e perfino per poter fare una breve attività fisica che alza l’energia e il tono dell’umore. Ora, non iniziate con la lagna imperitura e col lamento cronico “eh, ma la mia azienda…”. Non importa, il cambiamento avviene dentro di noi, ed è lì che ci riconnettiamo a qualcosa di nostro, che è vivo e attivo indipendentemente da ciò che avviene esternamente. Non fraintendetemi, non si tratta di estraniarsi dalla realtà, ma di pilotare la percezione della realtà, così da essere voi al comando ed evitare di essere trascinati sottoterra da non si sa bene quale ondata negativa di pensiero.

Salite a bordo della vostra astronave e pilotatela! C’è da fare uno sforzo di immaginazione? Certo, ma la mente lo fa di continuo, specialmente quando ci proietta verso ipotetici futuri disastrosi, e quando ci catapulta indietro in invivibili scenari ormai passati, facendoci rotolare in quel fango più e più volte, peggio di come farebbe una scrofa, a risentire ancora quell’odore, a riprovare ancora quel fastidio, che sentiremo ancora più pesante, brutto, fetido e fastidioso di quanto non fosse stato in realtà. Ecco cosa fa, la mente. È bravissima in questi giochi, e di solito il meccanismo parte senza che ce ne accorgiamo. Di botto sentiamo la pesantezza e il malessere, e non abbiamo idea di dove arrivino. Sono arrivati perché ci siamo assentati, lo ribadisco. È in quel momento che occorre riprendersi alla svelta, e salire in sella alla moto dei nostri processi mentali. Il vero guidatore della moto non è il vostro ego, ma sarebbe quella parte immensamente più ampia e capace che potete chiamare come vi pare: Anima, intuito, essenza, divinità interiore, e che viene puntualmente buttata giù dalla sella da chi pensa di essere il proprietario della moto (cioè, ipoteticamente, il vostro meccanico di fiducia).

E allora anche in questo caso si tratta di prendere un impegno con se stessi e scegliere di esercitare la propria volontà sulle proprie tendenze mentali automatiche che portano verso il basso. Occorre riconnettersi con la propria parte volitiva, integra, che sa di potere, ed è incarnata apposta per fare; ma se viene continuamente detronizzata, non è più in grado di governare. Rimettiamola al suo giusto posto, incoraggiandola a tornare grazie al pensiero focalizzato su ciò che per noi è piacevole, stimolante e incoraggiante.

È importante sviluppare un rapporto amorevole con se stessi, dandosi tutta l’attenzione e la premura possibile, è indispensabile mantenere un contatto con la parte più profonda di sé, uno spazio in cui si percepiscono stima e rispetto di se stessi, un luogo in cui ci si sente capaci, di valore, adeguati, all’altezza in ogni circostanza. Lasciamo fuori le voci di mamma e papà che dal passato ancora riverberano ripetendo “non vali abbastanza”, “la fiducia te la devi meritare” e altri frammenti negativi che si scagliano verso di noi come punte di frecce avvelenate. Alziamo lo scudo della fiducia e proteggiamoci dai dardi infuocati della demoralizzazione.

Ognuno deve capire come funziona, e usare i suoi “trucchetti”. Con voi funziona la musica, come per me? E allora riempitevi le orecchie e usate la spinta emotiva per tenervi alti nelle vostre emo- zioni. Per voi è efficace il movimento? E allora dateci dentro: muovetevi, datevi una scossa, saltate, ballate, prendetevi quei pochi minuti che vi servono per riattivarvi e rigenerarvi. Preferite stare in silenzio e meditare? Allora prendetevi quel tempo necessario per ricentrarvi e tornare forti e stabili. Avete bisogno del contatto con la natura? Uscite un momento e respirate, osservate ciò che è intorno a voi e assorbite le vibrazioni benefiche dell’ambiente e della luce naturale. Ma non trascurate mai, mai, mai l’importanza di questi piccoli ma essenziali agganci per mantenervi vivi, stabili, forti e centrati. Ognuno ha bisogno delle sue piccole pillole di benessere, e finché assumerete queste anziché l’ultimo ritrovato dell’industria delle droghe, sarete senz’altro messi meglio della grande massa informe e spenta che vi circonda.

Elisa Renaldin, dal libro Riaccenditi! – Riscopri la tua natura più autentica e vivi la vita che vuoi (Anima Edizioni)

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