Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

22. GLI IMMORALI PREMIATI

02/10/14

Per i benpensanti, per chi si uniforma alle certezze dei «molti», è sconfortante imbattersi in certe frasi terribili dei Vangeli, come questa:

«Non sono venuto per i giusti, ma per i peccatori». (Matteo 9,13)

O addirittura:

«Si fa più festa in cielo per un peccatore che si accorge di aver torto, piuttosto che per novantanove giusti che non sentano il bisogno di accorgersi di nulla!» (Luca 15,7)

Ancor più stressante, per le persone per bene, è la parabola del figliol prodigo, in cui il giovanotto scapestrato viene premiato mentre suo fratello, che è sempre stato irreprensibile, scopre di aver sbagliato tutto. E per difendere la Maddalena dai farisei disgustati dalla sua immoralità, Gesù dichiara scandalosamente:

«Le sono perdonati i suoi molti peccati, perché lei ha molto amato. Invece chi ha pochi peccati da farsi perdonare, è perché ama poco». (Luca 7,47) 

«Ma come? E io?» avrebbe tutto il diritto di esclamare il benpensante, l’odierno fariseo, «io che mi sono sempre comportato bene, io che sono un buon cristiano e rispetto i comandamenti… Anch’io sarei dunque uno che ama poco? E lei sarebbe meglio di me?»

Eh, sì. Il testo dei Vangeli non lascia altra possibilità. C’è qui un concetto del merito e della colpa, che contrasta diametralmente con la morale tradizionale e che ancor oggi lascia sgomenti. Ma soprattutto, c’è qui una lucidità, un coraggio del pensiero, che anticipa di duemila anni certe faticosissime intuizioni della psicologia e anzi, le supera decisamente.

Noi (psicanalisti inclusi) siamo abituati a considerare il senso di colpa un nemico, un freno tormentoso: le Scritture ce lo presentano invece come una via fondamentale, una fonte di scoperte e persino di sapienza. È come se ci venissero a dire che la bronchite o l’ulcera sono non malanni ma maestre di salute.

Cosa sapevano a questo riguardo gli antichi, che noi ancora non sappiamo? E perché noi l’abbiamo dimenticato? Comincia a costruirti l’Arca, a rivedere il tuo dizionario, e ben presto lo scoprirai anche tu.

Igor Sibaldi

(continua)

 

Video: Causa ed Effetto

 

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1 commento su “22. GLI IMMORALI PREMIATI”

  1. Uno fa quello che fa, ma in qualsiasi momento puoi diventare diverso e poggiare la testa sul grembo del perdono come questo “Padre” che ama con mascolinità e femminilità. Braccio forte che sostiene e mano aperta che accarezza.
    Uno fa quello che è, ma il passato non ha potere su di te se quello che eri prima non esiste più, come la Maddalena, che servendosi degli stessi riti della prostituzione ama liberamente con lacrime e capelli che diventano segni di guarigione. E’ forse questo ciò che abbiamo dimenticato?

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