Se chiediamo a un centinaio di individui quale sia secondo loro il bene più grande e più importante di questa vita terrena, ciò che vorrebbero possedere più di ogni altra cosa al mondo, almeno il 90% (se non di più) risponde la salute.
Già, ma come illustrato nel paragrafo dedicato alle profezie auto-realizzate, il concetto di salute è un concetto “personale” dipendente in larghissima parte dalle proprie convinzioni. Così come un concetto “personale” dipendente in larghissima parte dalle proprie convinzioni è quello di guarigione. Qui possono entrare in gioco due variabili: non solo le convinzioni “storiche” dell’individuo ma pure nuove convinzioni “indotte” allo scopo.
Una delle credenze/convinzioni più radicate nella gente riguarda l’importanza dei medicinali e della necessità di utilizzarli quale unico rimedio per riacquistare la salute perduta. E’ ormai ampiamente provato come anche un non-farmaco (ad esempio una semplice pasticca di zucchero) somministrato a un paziente convinto si tratti di una medicina “vera”, possa produrre nel paziente stesso miglioramenti come se avesse assunto realmente il medicinale. Potenza della convinzione. Convinzione che quel farmaco è quello giusto per farlo guarire. E’ l’effetto placebo.
Il termine placebo, che deriva dal futuro del verbo latinoplacere, letteralmente “io piacerò”, è quindi una sostanza non medicinale che, pur priva di efficacia terapeutica specifica, viene somministrata al paziente comunicandogli che si tratta invece del farmaco a lui necessario per guarire.
La veridicità dell’effetto placebo è ben documentata. Posso citare, ad esempio, i risultati dello studio condotto nei primi anni cinquanta da Henry K. Beecher della Harvard University dove è chiaramente evidenziato che per una vasta gamma di malattie tra le quali l’ipertensione, la tosse, l’asma, nonché in caso di altre patologie accompagnate da dolore, circa il 30-40% dei pazienti migliorava le proprie condizioni dopo l’assunzione di un placebo. Spesso l ‘effetto placebo inizia già prima della somministrazione del non-farmaco, nel momento stesso in cui il medico annuncia la futura terapia che sarà somministrata.
Stesso concetto, ma al contrario, vale per il cosiddetto effetto nocebo – dal futuro del verbo latino nocere, letteralmente “nuocerò”, che si verifica quando un sintomo o una malattia, indipendentemente dai farmaci assunti per curarla, peggiora in seguito alla scarsa fiducia riposta dal paziente nel farmaco stesso o addirittura nel medico curante.
Anche in questo caso però, ciò che mi interessa, è evidenziare ai vostri occhi, ancora una volta, quanto contino le nostre convinzioni nel dirigere la nostra stessa vita.
Continua
I BAMBINI DEL NUOVO MILLENNIO
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