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07. L’IMPORTANZA DELLE CONVINZIONI

Prima di iniziare ad l’attribuire una definizione al termine credenza, e in seguito al termine convinzione, voglio chiarire subito che non tutte le credenze/convinzioni sono negative. Quelle positive, se abbiamo la fortuna di averne molte, costituiscono i binari che ci conducono al successo e all’auto-realizzazione. Quelle negative, al contrario, sono le “palle al piede” che ci limitano. Il segreto sta proprio nel riconoscere queste nostre credenze/convinzioni rafforzando le positive e trasformando in positive quelle negative.

07_credCos’è, quindi, una credenza? Ogni volta che, sin dalla nascita, persone da noi considerate “autorevoli” quali i nostri genitori, i nostri nonni, i nostri insegnanti… ci hanno trasmesso, ovviamente a fin di bene, un’informazione, una qualsiasi informazione, noi l’abbiamo assunta quale assolutamente vera, e quindi certa. L’abbiamo fatta nostra e riflessa nella vita quotidiana, impostandoci mentalmente per vivere proprio nell’osservanza di quella informazione. Non poteva essere altrimenti che così, secondo noi! Si è creato uno stato paragonabile a una vera e propria ipnotizzazione alla quale si è stati inconsciamente sottoposti. Quindi, tutte le nostre esperienze di vita da lì in poi, si sono plasmate attorno a questa informazione.

I fatti che si sono succeduti difficilmente avrebbero potuto, di conseguenza, lasciarci uno spiraglio per mettere in discussione questo “dogma”, anzi, hanno contribuito a “fissarlo”. Soprattutto nel momento in cui ha iniziato a produrre in noi sensazioni emozionali, oltre che reali, nel bene e nel male. E’ questo il momento in cui si è accelerato e compiuto il processo di “cementazione”: ecco che è stata generata una credenza. Diciamo quindi, riassumendo, che la credenza prende vita da una semplice opinione (o credenza) altrui che ci viene trasmessa. I fatti della vita, che noi stessi indirizziamo, ci inducono a ritenere che sia proprio così; ci auto-convinciamo che sia così, a prescindere da qualunque altra cosa, divenendo addirittura impermeabili alla ricezione di nuove informazioni che potrebbero farci sorgere dei dubbi sulla bontà della credenza stessa. Siamo nella fase in cui, se la credenza ha matrice negativa, depotenziante o limitativa, abbiamo costruito la nostra cella e posizionato le sbarre. Chiudiamo la porta a chiave nel momento in cui, involontariamente, radichiamo così fortemente in noi quella credenza negativa che la nostra fiducia in essa diviene illimitata. La credenza è ora convinzione.

Finché le credenze negative restano al livello di interpretazione e di tendenza a ritenere che, sulla base di informazioni ricevute ed esperienze vissute, questi assunti siano veri, c’è ancora qualche spiraglio di uscita. Il passaggio da credenza a convinzione avviene con la fortificazione della credenza, cioè quando ci si scorda che si tratta di una semplice informazione che i fatti reali potrebbero ancora modificare o mettere in dubbio, ma la si considera come fosse verità assoluta. Certezza. E più il tempo scorre più queste certezze, ora convinzioni, si radicano in noi impedendoci anche solo per un istante che l’illuminazione del dubbio ci rischiari la mente.

Le convinzioni derivanti da certezze negative sono, quindi, vere e proprie limitazioni personali. Tutti i nostri comportamenti, dal più banale al più complesso, tutti i nostri pensieri, desideri, sicurezze e insicurezze, sono indotti dalle nostre convinzioni. Nessuno di noi agisce senza appellarsi, inconsciamente, a questi dettami vincolanti. E lo ripeto, nel bene e nel male.

La sfida è essere in grado di raggiungere la consapevolezza di vivere, pensare, essere, senza alcun condizionamento limitante auto-indotto. Imparare, quindi, a riprogrammarsi modificando le convinzioni negative che vincolano inconsapevolmente le nostre scelte, è l’unico modo per realizzare cambiamenti veri, concreti e definitivi nella nostra vita.

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