LETTERA
Ciao Valdo. Tantissime persone sconsigliano di mangiare pomodori, melanzane e patate per via della solanina. Meglio tutto cotto ad alte temperature, se proprio si deve mangiare, dicono. Invece tu sconsigli la passata di pomodoro o la salsa e consigli patate crude. Puoi illuminarmi su questa solanina? Grazie. Un abbraccio.
Andrea
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RISPOSTA
MI SIA PERMESSO BOCCIARE E RESPINGERE L’ARGOMENTO
Ciao Andrea. Grazie per la breve ma preziosa questione che mi poni. Tantissime persone che sconsigliano? Tantissimi irresponsabili direi. Per forza poi che la gente va pure in crisi e non sa più cosa diavolo mangiare. E’ davvero pazzesco che si sollevi l’argomento solanina, sostanza diffusissima in 3000 piante eduli, meno eduli e anche velenose, com’è giusto che sia, in una natura varia e complessa, dove tante creature devono sopravvivere.Il corpo umano tollera la solanina senza problemi, se non si supera una certa soglia. Le coccinelle, o dorifore delle patate, invece, vivono di solanina soltanto, visto che si nutrono da mattina a sera esclusivamente delle foglie di questa pianta, e senza che questo le danneggi.
UNA CONGIURA MEDIATICA MONDIALE CONTRO LE BANCARELLE E L’ORTROFRUTTA
Si sta facendo di tutto per mandare fuori giri i prodotti che la natura ci offre. Un’offensiva continua, iniqua e martellante. Un mese contro le arance, il mese dopo contro i pompelmi, poi contro gli ananas, poi contro le inquietissime mele, poi contro la soia (cerca online la mia tesina “Sbigottimento eccessivo sulla soia”), e adesso contro patate e pomodori. Lo scopo è sempre quello. Dirigere e incanalare la gente verso bistecche, salumi, patatine fritte, vini, caffè, cole, farmaci e integratori. Verso sostanze cento volte più inquinanti e pericolose delle peggiori mele-arance-patate circolanti sul mercato.
Pure le melanzane contengono solanina, ma non al punto tale da arrecare danno. Tanto più che esse sono cibo stimolante per il fegato e il pancreas, oltre che lassativo, diuretico, anti-anemico e calmante. Tanto più che affettate e cotte al minimo, sono una delizia, sia nei panini vegani che nelle versioni alla parmigiana.
VEDIAMO DI NON CADERE NELLE TRAPPOLE DEL CODEX E DELLA MONSANTO
La solanina è un alcaloide tossico soltanto in laboratorio, nelle concentrazioni e nelle formule sintetiche dei chimici. Quando sta nelle piante virtuose ed eduli, che l’uomo consuma da anni e a livello di massa senza conseguenze negative, apparenti e occulte, essa non rappresenta alcun pericolo.
Con un minimo di criterio e con l’accompagnamento di verdure crude e di frutta presa in altri momenti della giornata, la questione della solanina è ben poca cosa. Già il solo parlarne indica che siamo fuori strada, e che stiamo abboccando al Codex Alimentarius e a chi sta pianificando una scomparsa delle piante da tubero e da seme, in vista di enormi estese coltivate a granturco e fagioli transgenici.
SFIDO CHIUNQUE AD ANDARE OLTRE IL MEZZO CHILO DI PATATE IN UN PASTO
E’ calcolato che ci siano 40-50 mg di solanina per 1 kg di polpa. Un uomo di 70 Kg dovrebbe consumare in un pasto qualcosa come 4 chili di polpa o 150 grammi di foglie di patata (immangiabili) per causare a se stesso qualche inconveniente, tipo sonnolenza e irritazione delle mucosa intestinale. E sappiamo che con 3 o massimo 4 patate, totale mezzo chilo, siamo sazi al massimo grado. Il problema riguarda in ogni caso le patate vecchie e mal conservate, o esposte alla luce e ai raggi solari. Le patate novelle o giovani sono dunque esentate dal discorso. La cottura in ogni caso non neutralizza la solanina che è sostanza termo-resistente.
SIAMO DOTATI DI MARGINI DI TOLLERANZA AI VELENI
Tener presente che l’uomo è dotato di importanti margini di tolleranza ai piccoli veleni e agli anti-nutrienti che stanno un po’ in tutti gli alimenti naturali, tipo la solanina, i cianogeni dei semi di pesche, albicocche, prugne e nespole, la feniletilammina del vino, del cacao e dei formaggi, l’acido fisico e i fitati della soia.
Nessun margine di tolleranza invece per i veleni veri, che lo acidificano fino all’osso e lo portano a mandar fuori miasmi dall’alito, dagli occhi, dalle orecchie e da ogni poro della pelle. Di questo non se ne parla. Dicocadaverina e si volta pagina, dico caseina e si sorride, dico acidi urici e si sbadiglia, dico dialisi, diabete e cancro e si mettono le mani sugli occhi, come le scimmiette che non vogliono saperne di cose troppo brutte.
PER IL SUPER-INTOSSICATO OGNI NUOVA GOCCIA FA TRABOCCARE IL VASO
Se ci riempiamo di veleni importanti, che vanno a depositarsi stabilmente nel sistema, il corpo non offre margini di tolleranza ed è già strapieno. Ne ha abbastanza di spazzatura acida e putrefacente. E’ arrivato al punto di rottura, quello in cui basta la singola goccia per far traboccare il vaso. Ecco allora che carta la pseudo-allergia per la ciliegia, la pesca e la fragola, per l’anguria e la nocciolina, o l’allergia più seria per il glutine (celiachia), o l’intolleranza (ovvia) per l’alcol, per la caseina e per il fumo. Chiaro che in tali condizioni, anche la semplice buccia di patata diventa un problema, mentre sappiamo che nella buccia c’è pure la B12, per i fanatici di questa vitamina.
LE DIVINE BUCCE DI PATATA DEI LETAMAI RUSSI
La patata rimane sotto ogni punto di vista un alimento eccezionale e straordinario per la salute. Interi paesi, ed in particolare la Polonia, e la stessa Russia, sono riusciti a sconfiggere i rigori invernali immagazzinando patate e consumandole nei lunghi inverni del nord-Europa. Le bucce crude delle patate, sottratte di notte dai letamai delle dacie sovietiche, hanno salvato la vita a migliaia di soldati italiani in ritirata dalla Campagna di Russia (vedi romanzo autobiografico “Centomila gavette di ghiaccio” di Giulio Bedeschi).
Ogni alimento va valutato facendo un bilancio tra vantaggi e svantaggi. Quello che ci offre la patata ha dello straordinario. Alimento sano, ultra-digeribile per grandi e piccoli, soprattutto al cartoccio, al vapore, in padella acquosa e senza olio, ma anche al forno, senza superare le alte temperature. Questo per evitare la formazione di acrilamide, veleno che si forma a partire dai 120° e che va in crescendo fino a spopolare in modo micidiale sui 170°C.
E’ UNO DEGLI ALIMENTI PIU’ STREPITOSI
E’ un alimento energetico e plastico, oltre che anti-artritico. Cibo permesso ai diabetici, agli obesi e a coloro che non desiderano ingrassare (per il suo potassio). Si tratta infatti di un alimento-zavorra che favorisce le funzioni intestinali. Ha proprietà anti-ulcerose e cicatrizzanti. Calma le mucose digestive essendo antispasmodico. Nel diabete, la patata può sostituire il pane. Nelle pizzerie americane le patate grandi tagliate a metà e incavate al centro, fanno da base per saporita e digeribile pizza ai funghi e verdure, nella versione chiamata “pizzatato”.
La patata cruda grattugiata, e l’estratto o centrifugato, è alimento curativo specifico per ulcere gastriche e duodenali, per dispepsie, epatismo, litiasi biliare, stipsi, emorroidi, glicosuria, scorbuto. Da cruda, la patata ha pure proprietà emollienti e diuretiche, per cui diventa pure amica dei reni e del sistema urinario.
PREZIOSA ANCHE COME CATAPLASMA ESTERNO
La fecola, buona per tante specialità culinarie, è utile anche per applicazioni esterne, in dosi di 100 grammi per 1 litro d’acqua. Cataplasmi di patata cruda grattugiata, con aggiunta di olio di oliva, attenuano e aiutano il sistema immunitario nel risolvere flemmoni, erisipela, scottature, piaghe e ulcere alle gambe, geloni, eruzioni e screpolature.
SUCCO ANTIDIABETICO, ANTIULCEROSO E ANTIPARASSITARIO
Mezzo bicchiere di succo di patata cruda, 4-5 volte al giorno, per un mese, è cura efficacissima contro il diabete e le ulcere gastroduodenali. Per rendere la bevanda piacevole, si può aggiungere del miele, del succo di carota o di limone. Mezzo bicchiere al giorno va bene per tutte le altre affezioni temute o in corso, quindi per sani e malati.
Contro i parassiti intestinali, basta mangiare per tre sere consecutive un’insalata di patate grattugiate, condita con 60 grammi di olio di noci (ma anche di oliva extra o con dell’avocado).
LA PATATA PRODUCE STATO DI ALCALOSI, AL CONTRARIO DELLE PROTEINE ANIMALI CHE CAUSANO ACIDOSI
Somministrando quotidianamente ai diabetici da 1 a 1,5 kg di patate non stracotte, si nota un miglioramento salutistico generale ed anche una attenuazione dei sintomi morbosi, che sono la glicosuria (zuccheri nelle urine), la poliuria (eccesso di urine) e la polidipsia (sete intensa). Questa azione è dovuta alla composizione magica delle patate, che contengono potassa, magnesia, acidi citrico e malico, sostanze che producono uno stato di alcalosi (l’esatto opposto della acidosi provocata dalle micidiali proteine animali oltre il tetto proteico dei 24 grammi/giorno).
Il grande naturopata francese Jean Valnet cita le qualità anti-scorbutiche della patata. Dei soggetti-cavia sono stati preservati e salvati dallo scorbuto con somministrazione quotidiana di semplice acqua e farina grezza di avena, più 15 grammi di patata cruda.
IL RICORSO AL FRICO E PATATE NON VA SEMPRE DEMONIZZATO
Durante il rigore climatico dell’inverno, retrocedendo un po’ dal veganismo drastico al vegetarianismo (e con tutte le riserve etiche del caso), le patate si mescolano magnificamente al formaggio di malga, e si associano ancor meglio col frico friulano, costituendo un cibo base per molti contadini e per gli abitanti della montagna. Se gli tiri via pure quello, anziché migliorarsi vanno a riempirsi di trippe e di lardo.
CON LE PATATE I FANNO PURE OTTIME TORTE
Non mancano le torte di patata.
Cuocere al vapore 1 kg di patate, pelarle, schiacciarle, aggiungere un pizzico di sale ed impastare. Fare un tortino su un foglio infarinato, aggiungervi uvetta, fichi secchi e datteri e cuocere al forno a 120°C per un’ora.
Ottimi pure gli gnocchi dolci con l’interno riempito di marmellata di susine senza zucchero, specialità istriana. Le patate bollite non vanno conservate fuori o dentro il frigo per oltre 24 ore.
LA CAMPAGNA FA DA SPIA E DA TESTIMONE A QUANTO BOLLE IN PENTOLA
Detto questo, ogni volta che faccio un giro per le campagne, fa rabbia e malinconia notare che il 90% dei campi è coltivato a mais e il 10% a soia, tutto per gli animali da macello. Terreni altamente trattati a erbicidi e al famigerato Round-up della Monsanto, e privi di qualsiasi erba spontanea. Tanto che, per trovare del tarassaco, della valeriana e dell’acetosa, uno deve andare sui fossi e nelle zone non coltivate e non rovinate da una agricoltura sempre più limitata, cieca, violenta e avvelenante.
Non un singolo campo seminato a patate, a rape, a zucchine, a bietole. Non un centimetro quadro riservato alla patata.
Si può essere più deficienti e autolesionisti di così?
COMINCIAMO A RIDURRE DRASTICAMENTE I CAMPI DI MAIS
I ministri dell’Agricoltura dovrebbero imporre per legge che almeno 5 campi su 10 siano coltivati a patate e ad alimenti per l’uomo, premiando gli agricoltori bravi e multando pesantemente chi non rispettasse le regole. Spingere dunque gli agricoltori a piantare patate al posto del mais, e poi ricompensarli andando a comprare le loro patate. Patate di sicuro non irradiate, come quelle del supermarket, prive il più delle volte di germinabilità e di vita.
In ogni casa ci dovrebbe essere a disposizione una riserva di un quintale di patate sistemate ordinatamente in cassette tenute in una cantina scura ed arieggiata. Altro che salami, prosciutti e musetti o altre mummie appese, altro che materiale da obitorio e da cimitero infilato nel frigorifero di casa! Questo significa ragionare con la testa e non coi piedi.
VALORIZZARE LA PICCOLA AGRICOLTURA FAMILIARE
Non è poi che, al di là delle Alpi e degli oceani, le cose vadano diversamente.
Il fantastico Brasile è diventato leader mondiale nell’uso dei pesticidi. Già nel 2009 si parlava di 173 milioni di tonnellate/anno, 3700 kg per ciascun brasiliano, con le multinazionali Basf, Bayer, Monsanto, Dupont, Sygenta, Bunge e Shell Chimica, a contendersi ogni possibile fetta di mercato.
La vera strada alternativa è quella di valorizzare la piccola agricoltura familiare, gli orti e i frutteti, la collaborazione e gli scambi tra coltivatori, perché no il baratto libero da tasse al posto della moneta.
Serve insomma una vera e propria inversione di rotta. Un forte ritorno alla natura.
POMODORO FRUTTO DELL’ETERNA GIOVINEZZA
Quanto al pomodoro, non è assolutamente vero che contenga solanina. Contiene invece tomatina, che è 10 volte meno concentrata della solanina. Anche qui contano le valutazioni concrete e non le ipotesi terroristiche. Ricchissimo di vitamina A (13%), di acido folio B9 (5%) di diammina B1 (8%), di vitamina C (33%), di betacarotene e di licopene, viene definito come “Il nemico dell’invecchiamento“, il nemico numero uno dei radicali liberi, il chelante che manda fuori ed elimina le scorie.
Energetico, rivitalizzante, equilibratore cellulare, eupeptico, rinfrescante, anti-scorbutico, anti-infettivo, disintossicante, alcalinizzante, diuretico, dissolvente urico, eliminatore dell’urea, evacuatore intestinale, anti-astenia, anti-inappetenza, anti-gottoso ed anti-artritico, anti-reumatico, contrastatore della iper-viscosità sanguigna, dell’azotemia, della litiasi urinaria e biliare, della stipsi, dell’enterite, della pletora e degli stati congestionali.
RICOSTITUENTE E DELIZIOSO
Due bicchieri al giorno di succo fresco di pomodoro abbassano sensibilmente il colesterolo. Tre bicchieri al giorno per 3 settimane o un mese, mescolato anche al 50% con succo di sedano, rappresentano ottima cura ricostituente.
Se invece si parla di succo di pomodoro conservato e quindi necessariamente pastorizzato, rimane ottimo dal punto di vista del sapore, ma pessimo per la salute, visto che la devitalizzazione gli ha tolto gli enzimi, gli ha sottratto le vitamine, gli ha pervertito i sali minerali, e lo ha reso purtroppo prodotto acidificante. Ciò non toglie che, sulla pizza vegana a crosta sottile, tante fette sottili di pomodoro fresco, inserite “on top” a tarda cottura, rendano la pizza quanto mai deliziosa e digeribile.
Valdo Vaccaro
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