Vegetarianismo? Va là. Parliamo di cose più serie.
Che senso ha, dunque, fare a certe persone delle domande o delle proposte sui cibi, sull’essere vegetariani o carnivori? “Vegetariano? Perché, esiste anche della gente che riesce a vivere senza mangiare carne? Deve sicuramente trattarsi di persone strambe o, peggio ancora, gravemente malate” è una delle risposte che ti puoi attendere.
In altre parole, la gente è priva di fondamentali. Parlare di cibo e di salute in questi casi fa quasi sorridere. È come andare fuori tema.
“Ci sono i supermercati e offrono davvero di tutto. Quello che c’è sulle scansie esiste perché merita di esserci. Ogni cosa è persino etichettata e firmata. Cosa mai si può volere di più? Le industrie di oggi sono bravissime e meritano credito. E se qualcosa va storto ci sono medici in gamba e ospedali attrezzati. Di cosa andate cianciando voi igienisti e voi vegetariani? Non è piuttosto che vi manchi qualche proteina o addirittura qualche rotella?”
Decenni di diseducazione ed incuria hanno prodotto una massa amorfa ed obbediente
L’acqua minerale xxx fa male? Ma se la prendono quelli della nazionale!
Il caffè è un veleno per il corpo? Ma se più lo mandi giù e più ti tira su! E poi lo apprezzano tutti, medici in testa.
Le vitamine in pillole sono da evitare? Ma se le prescrivono i migliori dottori!
Il latte che causa osteoporosi? Ma vatti a far visitare!
…E via di questo passo.
Anni e anni di diseducazione e di incuria, non casuali ma pianificati e mirati, stanno producendo questo tipo di risultato, con massima gioia e conforto per le industrie della carne e del latte, degli integratori minerali e delle pseudo-vitamine, del tè e del caffè, del vino e delle bibite gassate, dei superalcolici e dei dolcificanti industriali.
Una massa amorfa ed obbediente che si fida dei fornitori e non crea alcun problema. Una massa dotata ben inteso di fondamentali. I fondamentali deviati che fanno comodo alle industrie alimentari sbagliate, esattamente come previsto nei loro piani mefistofelici.
Totale unanimità su computer e quattro cilindri, ma insanabili divergenze sul motore umano
Ma se parli invece di software o di motoristica, ti ritrovi circondato da tanti piccoli geni. Tanti Leonardo da Vinci e tanti Pico della Mirandola. Nessun segreto sull’alimentazione dei motori elettrici, dei motori diesel o a benzina, dei razzi spaziali. Sulle benzine e sugli ottani, sugli oli e sugli additivi si conosce ogni cosa a menadito. Si sa tutto in modo preciso, obiettivo e condiviso, senza ombra di dubbio. Quello che vale a Tokyo vale anche a Detroit, a Stoccarda e a Modena. Un buon meccanico motorista giapponese non ha bisogno nemmeno di imparare la lingua italiana per trovare occupazione in Italia. L’importante è che si parli la lingua dei motori.
Come mai queste difficoltà ad accordarsi sul motore umano e sul carburante umano?
È giusto chiedersi a questo punto come mai non si riesca a trovare un accordo valido pure sul motore di gran lunga più importante, che è quello umano. Un accordo sul carburante ideale per farlo funzionare al meglio.
Qualcuno dirà che ciò è impossibile, perché ogni uomo è diverso dall’altro, o perché il motore umano non è un meccanismo standard. Esso sta all’interno di un organismo soggetto a voglie, gusti, ragionamenti, pregi e difetti, abitudini e convinzioni, all’interno di un soggetto pensante che fa uso e consumo di se stesso e del suo motore a suo piacimento. Sembra quasi che il libero arbitrio, l’intelligenza umana, più che servire alla giusta causa della buona carburazione, sia invece strumento di malfunzionamento.
Un motore umano che funziona male, va “a tre”, batte in testa, si surriscalda, si grippa, si brucia, smette per sempre di funzionare e ti lascia per strada, proprio a causa dell’intelligenza umana usata male.
L’intelligenza sconfitta dalla saggezza istintuale? Sembra proprio di sì.
Questo non succede affatto con gli altri esseri viventi. Gli animali hanno da sempre raggiunto una unanimità di opinioni circa il proprio motore. La mucca giapponese, la renna lappone, il bisonte americano, il bue argentino, il bufalo asiatico, pur non potendo usufruire di interscambi di opinioni, pur non avendo frequentato alcuna università della nutrizione, pur non potendo chattare per Internet coi propri colleghi, sanno a memoria cosa va bene e cosa non va bene per il loro organismo, conoscono alla perfezione quale è il carburante adatto a far funzionare i loro meccanismi interni. In più non sono soggetti a influenze culturali e propagandistiche perniciose.
Non esistono dei gruppi di bovini interessati a far lievitare il consumo di un certo cibo rispetto a un altro. Gli animali sono esseri semplici, precisi, affidabili, sinceri. Non tradiscono, non imbrogliano, non tirano bidoni. L’intelligenza e il libero arbitrio sconfitti e surclassati dalla saggezza istintuale? Sembra proprio di sì.
Nella società umana, la verità il più delle volte non conviene e non ripaga
Se l’intelligenza non si usa, o se si usa male, anziché portarci a comportamenti onesti e cristallini, anziché condurci a una migliore comprensione della vita, a una lettura e a una interpretazione creativa della realtà, essa ci porta regolarmente alla scemenza, alla dabbenaggine, alla credulità da un lato, e al trionfo della furbizia, dell’opportunismo, dello sfruttamento ideologico e materiale dall’altro.
Sfruttamento dell’uomo sull’uomo, dell’uomo sull’animale e sulla natura in genere.
Perché la società umana, diversamente da quella animale, non è composta da tanti singoli che si fanno pacificamente i propri affari, o pensano a saziarsi del cibo a disposizione per far trascorrere la giornata, per riposare la notte e rifare poi la medesima cosa il giorno dopo. La società umana è composta da consumatori disordinati e influenzabili, e da venali fornitori di cibo-carburante. E’ organizzata in gruppi e coalizioni dedite alla accumulazione egoistica ella ricchezza. Gli uomini vivono circondati da condizionamenti, da informazioni capziose, da insegnamenti poche volte giusti e troppe volte sbagliati. Nessuno ha interesse a vendere verità o almeno lembi di verità. Perché la verità, nella stragrande maggioranza dei casi, non conviene e non ripaga.
Con le prossime puntate di questo blog, capiremo meglio perché la dieta vegana-crudista rappresenta il giusto carburante del “motore umano”, in grado di liberare dalla dipendenza da farmaci e farmacie.
(Estratto dalla tesina “E’ tutta una questione di fondamentali”)..
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