Gli insegnamenti buoni esistono, ma bisogna andarseli a cercare
Non tutto è imbroglio e perversione a questo mondo. Se l’uomo si accontenta di vivere da pecora e di seguire semplicemente il gregge, lo può anche fare. Ma se decide invece di armarsi di senso critico e di cercare il vero per conto suo, lo può trovare senza alcun dubbio. Il genere umano ha dalla sua la fortuna di saper leggere e scrivere, di poter lasciare i suoi messaggi scolpiti sui libri e sulle opere d’arte. Abbiamo alle spalle civiltà splendide come quella egiziana, quella greca, quella romana, ma anche le grandi civiltà asiatiche e latino-americane. Abbiamo una fila di autori prestigiosi che hanno lasciato il segno in ogni momento della storia. Da Pitagora a Platone, da Ippocrate a Galeno, da Leonardo a Rousseau e Voltaire, e a tantissimi altri.
Kautchakoff non era una pecora. Andava controcorrente. Aveva tutti contro. Ma vinse.
Se ci sono dubbi su chi ha torto o ragione, esistono studi irreprensibili di gente che si è dedicata vita natural durante alla cernita della verità. Esistono prove, dimostrazioni, esperimenti, da parte dei migliori ricercatori in campo medico e nutrizionistico. Ci sono le scuole igienistiche-naturali americane e le scuole di Arnold Ehret, ma anche gli esperimenti memorabili di Kautchakoff, il quale fu capace già nel 1930 di dimostrare scientificamente – cioè con tanto di misurazioni accurate – che, ad ogni piatto di carne e di cibo cotto, il sangue umano si ammala e fa scatenare immediati attacchi di leucocitosi, con leucociti che da 6 mila unità per mmc di sangue (quota normale) diventano 18 mila in fase di digestione proteica (con grosso dispendio energetico, ormonale ed enzimatico), mentre, nel caso di piatti vegetariani non cotti, la digestione semplice e leggera non produce alterazioni di sorta.
Kautchakoff non era una pecora. Andava controcorrente. Aveva tutti contro. Ma riuscì brillantemente nel suo intento. Riuscì a dimostrare che il carburante ideale per il motore umano non è di sicuro la carne.
Gli stessi ricercatori di Harvard hanno saputo sconfiggere il partito del latte e della bistecca
I ricercatori dell’Università di Harvard hanno pure condotto un test formidabile durato 12 anni su 78 mila donne americane divise in due gruppi, dimostrando come nemmeno il latte e i prodotti caseari siano la benzina giusta. Non si trattò di impresa facile. Furono boicottati e minacciati.
Andare contro la NDC e la FDA, contro i partiti del latte e della bistecca, non è cosa agevole negli Stati Uniti d’America, a dispetto della Statua della Libertà che fa la guardia alla Grande Mela. Ma gli scienziati di Harvard ce la fecero a condurre in porto il loro lavoro: osteoporosi, facili fratture ossee e tumori al seno, hanno colpito intensamente il gruppo delle consumatrici abituali di latte, yogurt, latticini, gelati, mentre ciò non è successo col secondo gruppo di donne vegane.
Cambridge 2000, l’esperimento principe della nutrizione
L’esperimento principe sui cibi, quello più completo e significativo, è stato però quello condotto dalla dottoressa anglo-cinese Khaw, coadiuvata da una grossa equipe di medici britannici, all’Università di Cambridge nel 2000. Il test ha riguardato 40 mila soggetti di diverso sesso ed età, suddivisi in tre gruppi onnivoro, latte-ovo-vegetariano e vegan) ed è durato la bellezza di 20 anni.
I risultati sono stati straordinari e chiari. Roba da mozzare il fiato. Il gruppo onnivoro è stato falcidiato da cancro e cardiopatie, i vegetariani hanno pure subito dei danni, mentre il gruppo crudista-vegano ne è venuto fuori intatto.
Le tabelle della FDA ridicolizzate dalla scienza medica inglese
L’esperimento ha pure messo sotto accusa le tabelle della FDA americana che stabiliscono una quota minima di 40-60 mg al giorno di vitamina C. Tale quota ridicola, esposta sulle bacheche di tutti i pediatri del mondo, non è affatto in grado di contrastare efficacemente radicali liberi e cadute immunitarie, ovvero quei meccanismo specifici che portano spesso al cancro. Il minimo va invece aumentato di almeno 5-6 volte, per cui si parla di almeno 300 mg di acido ascorbico al giorno (naturale, non sintetico).
Da qui la necessità di almeno cinque pasti giornalieri di frutta (non cotta, non zuccherata o salata o lavorata) per ognuno di noi, se vogliamo davvero difenderci dai mali peggiori.
Cosa ha dimostrato l’Università di Cambridge e cosa significa la formula “five-a-day”
La formula “five-a-day” è infatti sulla bocca di tutti i salutisti del mondo, ma anche di tutte le persone che stanno attente a quanto succede di importante in fatto di salute, e di coloro che hanno capito che le verità importanti non arrivano con l’antenna della televisione, ma bisogna andarsele a cercare. Cambridge ha dimostrato in modo assoluto ed incontrovertibile alla gente, ai medici ed ai pediatri del mondo intero, alle istituzioni corrotte ed irresponsabili, che il carburante ideale per entrambi i sessi, per gli umani di tutte le età e di tutte le razze, è lafrutta fresca e secca integrata da verdure, semi, germogli, radici.
Ed ha pure dimostrato con prove schiaccianti che il carburante attualmente in uso da parte del genere umano (vale a dire: carne, latte, pesce, crostacei, pasta, pasticcini, pane commerciale, cibi conservati e cotti, bevande dolcificate e gassate, birra, vino, caffè, tè, farmaci e integratori di ogni specie) porta regolarmente al cancro, all’infarto, al diabete, al blocco renale.
Stiamo dunque attenti a chi credere e a chi non credere
Stiamo dunque tutti più attenti alle scelte che facciamo. Stiamo attenti a chi credere o non credere. Il nostro mondo è pieno zeppo di falsi luminari e di falsi profeti, col camice e senza camice. Fare le pecorelle e seguire la corrente può diventare un gioco estremamente pericoloso. Salvo che uno non trovi divertente prenotarsi alle sale operatorie, ai trapianti di rene e ai trapianti di vescica, alle meraviglie della chirurgia moderna e ai farmaci antirigetto.
C’è troppa gente interessata a mantenere lo status-quo
Paradossalmente, gli esperimenti citati, ma anche tanti altri simili che non abbiamo qui inserito per motivi di spazio, vengono regolarmente insabbiati, ignorati, sottratti alle attenzioni del grande pubblico, proprio per le conseguenze che essi potrebbero provocare sulle abitudini e sui consumi. C’è troppa gente interessata a mantenere lo status-quo.
Rivoluzionare i fondamentali e i consumi della massa che si rivolge ai comuni supermercati, a negozi e ristoranti, significa mettere il mondo sottosopra. Molto meglio lasciare le cose come stanno, raddoppiare i consumi di carne, raddoppiare le stalle, raddoppiare i fast-food, raddoppiare i chirurghi, raddoppiare i trapianti, raddoppiare le onoranze funebri.
(Estratto dalla tesina “E’ tutta una questione di fondamentali”)..
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