LO ZUCCHERO RAFFINATO
Se pensiamo che l’assunzione di zucchero raffinato 1) Sottrae preziosa vitamina C all’organismo come fanno le sigarette, 2) Uccide diversi batteri simbionti che nel nostro organismo producono vitamine del complesso B, 3) Altera il ciclo di regolazione glicemica, 4) Stimola il pancreas che reagisce allo zucchero puro con una ipersecrezione di insulina, 5) Comporta eccesso insulinico seguito da ipoglicemia e superlavoro pancreatico, 6) È causa ovvia di diabete e di sbalzo iperglicemico alternato a scarsità di zucchero, 7) Determina sonnolenza post-prandiale, 8) Altera il metabolismo e influisce sui delicatissimi equilibri ormonali, 9) Decalcifica le ossa e può portare alle carie dentarie, 10) Determina chiaramente intensificazione di tumorosità nella gente, visto che le comunità che non conoscono ancora lo zucchero raffinato non sanno nemmeno cosa sia il cancro, 11) Provoca ulcerazioni gastriche e intestinali, 12) Favorisce allergie e malesseri psicologici…
… non è affatto casuale che il più basso livello di tumorosità mondiale si sia registrato in Olanda due anni dopo l’occupazione nazista, quando zucchero e caffè erano quasi scomparsi dalla tavola.
Tutti gli studi sulla prevenzione e la cura naturale del cancro confermano che più si mangia zucchero e più si rischia di sviluppare tumori di vario genere.
Si sa che la salute non genera business, e anche che la prevenzione primaria non genera mercato. Si sa che la malattia dà da mangiare a tutto il sistema sanitario. Come già diceva un anonimo e trasparente medico egizio 3.500 anni fa “un quarto di quanto mangiamo serve per nutrire il corpo, il restante serve per nutrire noi medici”.
IL CLUCOSIO: ESSENZIALE PER LA CELLULA
La cellula per nutrirsi, e dunque per le centinaia di migliaia di reazioni che avvengono nel suo citoplasma, aerobiche o anerobiche, necessita di di trasformare ciò che ingeriamo sotto forma di carboidrati, in glucosio.
Senza glucosio la cellula deperisce e muore rapidamente.
Per gli appassionati del metabolismo cellulare riferito ai nostri 100 trilioni di cellule, occorre ricordare che i passaggi del ciclo di Krebs (Glucosio, glucosio 6, fosfato, glucosio 1, difosfato 6, e via avanti, che ci portano all’acido piruvico), sono soltanto la prima delle fasi più importanti…
IL CICLO DI KREBS
Il ciclo di Krebs, detto ciclo degli acidi tricarbossilici o dell’acido citrico e dell’acido peruvico, è un ciclo metabolico di importanza fondamentale in tutte le cellule che utilizzano ossigeno nel processo della respirazione cellulare. In questi organismi aerobici, esso è l’anello di congiunzione delle vie metaboliche responsabili della degradazione o del catabolismo dei carboidrati, dei grassi e delle proteine in anidride carbonica e acqua con la formazione di energia chimica.
Il ciclo di Krebs è una via metabolica anfibolica, poiché partecipa sia a processi catabolici che anabolici. Il ciclo fornisce infatti anche molti precursori per la produzione di alcuni aminoacidi tipo l’alfa-chetoglutarato e l’ossalacetato, oltre che e di altre molecole fondamentali per la cellula. Il ciclo è così denominato in onore dello scienziato anglo-tedesco Sir Hans Adolf Krebs, che propose nel 1937 gli elementi chiave della via metabolica. Per questa scoperta ricevette nel 1953 il Premio Nobel per la medicina.
CONCLUSIONI
Non demonizziamo dunque l’elemento glucosio che assieme all’acqua è alla base della vita. Ricordiamoci che gli istinti di base dell’uomo sono l’istinto del dolce, del salato e del grasso.
Cerchiamo piuttosto di saperne fare un uso corretto per evitare di affaticare gli organi che presiedono al nostri processi metabolici, fegato e pancreas in primis.
Ricordandoci però che l’organismo, come illustra opportunamente Harrison nei suoi trattati di medicina interna, non è mai un assieme di compartimenti ma un tutto unico, per cui una disfunzione al pancreas, una infiammazione del coledoco, direi persino una marcata forma ipocondriaca, possono scatenare reazioni imprevedibili in diversi organi bersaglio del corpo umano, prescelti in base ai nostri punti più deboli e al nostro tallone di Achille.
Valdo Vaccaro
Estratto dalla conferenza di Verona del 7 Giugno 2014
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