Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

57. L’ANELLO PIU’ DEBOLE DELLA CATENA

LEGGE DELLA SINERGIA E DEL MINIMO

Come già spiegato, possiamo avere in una catena 100 anelli indistruttibili di acciaio inox, ma se solo uno di essi è fatto di latta, la catena cede all’istante, non appena va sotto sforzo, proprio in quel punto critico.

La legge della sinergia e del minimo ci spiega che, se per fare 1 grammo di materiale nutritivo utile servono 0,8 grammi di calcio, 0,2 grammi di ferro e 0,1 grammi di molibdeno, è il molibdeno a comandare, non il calcio e il ferro. Per cui possiamo anche assumere un chilo di calcio e ferro, ma diventeranno tutti veleni non assimilati nel corpo.

IL LATO SPIRITUALE DELLE COSE

Pensiamo forse che il fatto di aver fagocitato 21mila maiali, vitelli, galline, anatre, oche, tacchini, lepri, fagiani e struzzi, come fa l’americano medio nel corso della sua vita, non abbia nulla a che vedere con gli anelli che formano la catena della nostra salute ed esistenza?
57vvPensiamo forse che tutto questo non abbia correlati verificabili e pesabili su una tabella di accurato controllo, e su una scheda diagnostica completa e realistica?
Pensiamo forse che le nostre perdite di autostima non vengano registrate sul monitor generale e sul nostro karma presente e futuro?
Crediamo forse di essere soltanto mossi e toccati dagli aspetti visibili e materiali delle cose?

… Ma questa è stupidità manifesta. Ce l’ha insegnato un grande Maestro come Giordano Bruno, barbaramente trucidato dai Papi a Campo de’ Fiori in Roma, nel febbraio del 1600.

IL PUNTO DI CEDIMENTO E DI ROTTURA

Ecco pertanto la necessità assoluta di rivolgere le nostre attenzioni al nostro punto fragile, al nostro punto di rottura.
Ma nelle analisi mediche, per ogni valore che si cita ce ne sono almeno cento che si ignorano e si tacciono.
L’anello più debole della nostra catena è, assai spesso, quello spirituale, quello morale, quello etico.
E nessuna prova del sangue è in grado di evidenziare valori fondamentali quali il rispetto per noi stessi e per il prossimo, il benessere, l’armonia, la serenità, la voglia di riderci sopra, l’accettazione sincera della prova suprema, cioè l’accettazione della vita e di quello che avviene al di là di essa, al di là delle apparenze.

CURA DELLA NON CURA

A questo punto è facile capire perché l’igiene, di matrice naturalistica, pitagorica e ippocratica, abbia scelto come suo emblema e come suo sistema terapeutico la “cura della non-cura“, intesa come non-cura del sintomo.

L’igiene osserva e prende nota degli allarmi, delle “spie rosse”, delle eruzioni, dei gonfiamenti, delle infiammazioni, delle anomalie, ma rivolge le sue vere attenzioni sui precursori delle varie patologie, sugli stili di vita intossicanti, serrando il rubinetto numero 1 esterno, quello dei nuovi veleni giornalieri in arrivo, e aprendo nel contempo il rubinetto 2 degli scarichi e della detossificazione (mediante digiuni ad acqua, frutta, chelazioni naturali, astinenza dalle proteine animali e da tutte quelle cose che danneggiano il nostro corpo e il nostro spirito)…

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