L’imbecillità scientifica totale, connessa a chi rincorre una qualsiasi singola vitamina, è un dato di fatto. Tutte le vitamine operano in sinergia, in simpatia e aggregazione, o in contrasto e antitesi, al pari dei minerali, per cui è assurdo parlare di carenze vitaminiche singole e unilaterali.
La vitamina B12, la più imponderabile e sottile delle vitamine, più puzza e colore che reale sostanza, si trova regolarmente aggregata col vasto gruppo delle vitamine B, mentre è in contraddizione e contrasto con la vitamina C e col ferro, ed è pure antitetica all’acido folico (B9) che si comporta da sostituto e vicariante nei riguardi della B12, per cui più bassa è la B12 e più alta è la B9.
La balla colossale della B12 “regina e nobile” sopravvive solo grazie alle sue caratteristiche sfuggenti e spettrali, e anche perché essa fa da ultima foglia di fico al carnelattismo perdente su tutti i fronti della scienza. La medicina è fatta di tanta tecnica antispirituale, ma essa ama paradossalmente aggrapparsi agli spiriti secondo lei benigni (come la B12) o secondo lei maligni (batteri e virus), mancando in continuazione i veri obiettivi e le vere cause dei disordini e delle malattie.
La carne e la vitamina B12
La carne non ha vitamina C e ha poco ferro, salvo che non sia al sangue e che non venga mangiata cruda (ma anche in quel caso si ottiene un effetto-sberla da ferro-eme che produce stimolazione e non ultranutrimento, come comunemente si crede. Si usa dire che ha zinco. Ma cuocendola lo zinco ridiventa inorganico e non serve.
Ha vitamina B12? Sì, anche troppa. Basta vedere quanta B12 in eccesso ha la gente comune nutrita a bistecche regolari o anche occasionali. Più alta la B12 e più alta la densità patologica del sangue (la B12 è elemento cicatrizzante ovvero anti-fluidificante), per cui la scorrevolezza sanguigna va a farsi benedire, ed è da lì che partono le crisi diabetiche (insulina che arriva in ritardo sul campo di battaglia), gli infarti e gli ictus (esattamente il contrario di quanto si afferma).
Come stanno i vegani a B12?
L’arte di vivere e di stare in massima salute consiste nel massimizzare la salute e la fluidità del proprio sangue. Questo vuol dire tenere la B12 ai minimi livelli possibili, senza andare ovviamente in carenza.
E in effetti i veri vegani godono di ottima salute per merito della loro perfetta accoppiata B12 al minimo (sui 100 pg/ml) e B9 al massimo (intorno al 20-25 ng/ml, contro la gamma 3-16 della FDA), vitamina C naturale ai massimi livelli, sangue scorrevole e libero da leucocitosi.
La gamma FDA per la B12 è 157-1059 pg/ml, ma le quote da 200 e i 1000, e soprattutto quelle verso il massimo non sono affatto positive, indicando situazioni di sangue denso che porta a ictus, infarto e cancro. Occorre inoltre considerare che le quote genuine erano state fissate dalla WHO a 80 pg/ml e vennero portate dalla FDA a 157 nei tempi folli del carnivorismo imperante degli Anni ’70, in accoppiamento logico e perverso coi 300 g/giorno di proteine, le quali vennero poi ridotti via via a 250, 200, 150, 100, per giungere ai 75 g odierni (sempre eccessivi e pericolosi rispetto agli 11-25 stabiliti dai medici igienisti della ANHS – American Natural Hygiene Society, con l’avvertenza che, oltre i 25 g di proteine al giorno porta alla micidiale acidificazione del sangue umano).
Dove sta la B12?
Dire che la B12 è presente solo negli alimenti di origine animale non è sbagliato, è folle, è bestemmia. La B12 va per tracce e chi parla in quel modo lo fa solo perché è sprovvisto di picobilance. La B12 si trova in tutti i vegetali contenenti il gruppo B, nelle verdure verdi, nelle carote e nei tuberi, ma soprattutto nei cereali integrali e nella frutta secca non arrostita, tipo arachidi, mandorle e simili.
È vero che entra nel metabolismo dell’omocisteina. Ma perché non si dice prima che gli sbalzi di omocisteina arrivano tutti dall’alimentazione carnea, ovvero dal micidiale aminoacido metionina?
Non esiste al mondo un vegano che venga colpito da infarto ed ictus per motivi alimentari.
Valdo Vaccaro
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