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84. VEGAN: OBIEZIONI E RISPOSTE (PARTE 7)

84. VEGAN: OBIEZIONI E RISPOSTE (PARTE 7)

Eccoci giunti all’ultima puntata dedicata alle obiezioni più comune che vengono fatte ai Vegan…
– Gli animali sono stati messi a disposizione dell’uomo, per farne l’uso che ne crede.

Questa è il comodo punto di vista antropocentrico, villano, triviale e cinico dell’uomo.
Quando riusciremo, con strumenti, col pensiero, con le percezioni telepatiche ed extra-sensoriali, a decifrare finalmente il linguaggio degli animali, riusciremo a captare la loro autorevole e competente opinione in proposito.
Di sicuro l’animale non è stato creato per essere mangiato dall’uomo.
Come già visto ai punti delle puntate precedenti, l’uomo è strutturato per mangiare frutta e verdura, non carni o altre proteine di origine animale.

– Gli animali non hanno un’anima.

La struttura fisica di uomini e animali è praticamente identica, come è identica la morte fisica alla fine del rispettivo ciclo vitale.
Dove sta mai la logica di affermare che l’uomo è dotato di anima e l’animale no?
Nella parte materiale forse?
No, perché gli animali hanno pure la sensibilità, le emozioni e il corpo eterico o aura.
Nella parte spirituale forse? Ancora meno.
Abbiamo visto che gli animali si comportano molto meglio di noi, al punto da poterci dare spunti ed esempi di comportamento etico.

– La Chiesa Cattolica afferma che gli animali sono fatti per essere utilizzati dall’uomo. 

Questo non deve sorprendere nessuno.
L’Irlanda, il paese più cattolico al mondo, non è a caso anche quello a più intensa attività macellatoria.
I libri sacri contengono più massacri di uomini e animali, più sgozzamenti e spargimenti di sangue, che qualsiasi altra opera scritta esistente.
La casta sacerdotale del padre di Gesù non era altro che una corporazione di macellai – ha scritto giustamente Paolo Ricci.
Uno dei testi più illuminanti in proposito rimane La Bibbia, gli Ebrei ed Altre Storie di Bruno Melas (Stampitalia-Teramo, 1999).
D’altra parte, il fatto che 4 Concili della Chiesa di Roma (Ankara 314, Gangrense 324, Braga 577 e Aquisgrana) abbiano sancito l’obbligo per tutti i prelati cattolici di nutrirsi di carne e di evitare il vegetarianismo, la dice lunga sulla politica della Chiesa di Roma, ed anche sulle ovvie e decantate tendenze dei preti a divorare tacchini, capponi, prosciutti, trippe e bistecche, con abbondanti vini di accompagnamento, perché, in casi come questo, melius abundare quam deficere.
Occorre ricordare che il Clero, finché ha avuto il potere temporale, fino a quando ha potuto contare sulla sua funesta e implacabile Inquisizione, si è sempre servito della pena di morte contro le opinioni diverse da quella ufficiale (…)

(Fine)..

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