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127. IL SECONDO CERVELLO

Un bravo con la B maiuscola a nostro Dio Creatore è il caso di dirlo. È il caso di dirlo più spesso di quanto non avvenga. Chi ha costruito il corpo umano ci sorprende sempre di più per la sua infinita competenza, bravura, abilità e generosità. Ci ha dato non solo un corpo che non va mai contro se stesso. Non solo un corpo capace di autoequilibrarsi in continuazione a rispetto della legge ippocratica per cui la Natura è Sovrana Guaritrice di tutti i mali. Ci ha dato persino un secondo cervello indipendente e autonomo localizzato nel colon, ovvero una sorta di chiave che regola stress, ansia e tensione.
Il nostro secondo cervello enterico vive dunque nel ventre e svolge importanti funzioni che si riflettono sull’intero organismo. A maggior ragione, si impone un rispetto religioso per  il nostro organismo.
Ne è convinto anche Michael D. Gershon, esperto di anatomia e biologia cellulare della Columbia University, che ha presentato a Milano la teoria dei due cervelli. L’intestino, pur avendo solo un decimo dei neuroni del cervello cranico, è in grado di svolgere in modo autonomo delle funzioni fondamentali. Aiuta a fissare ricordi, traumi, entusiasmi ed emozioni del passato, oltre che segnalare gioia e dolore, stati di forma ed eventuali depressioni. Non è un caso che le cellule intestinali producano il 95% della serotonina, il neurotrasmettitore del benessere.

Chissà che, approfondendo la questione, non si finisca per scoprire  che il cervello addominale è la matrice biologica integrale dell’inconscio, ossia un vero e proprio direttore d’orchestra del nostro organismo.Qualcuno già valuta le scoperte di Gersohn sul medesimo piano di quelle copernicane sul sistema solare, ossia preziose e rivoluzionarie. Due occhi, due braccia, due gambe e due cervelli, uno pulsante in testa e l’altro attivissimo nel colon. Questa la struttura del corpo umano.

Sino ad oggi si pensava che il sistema nervoso enterico regolasse al massimo funzioni zonali quali l’assorbimento delle sostanze alimentari, l’afflusso di sangue e di linfa, nonché la peristalsi che convoglia e spinge ritmicamente il cibo nel canale digerente. Succede invece che, a differenza degli altri circuiti neuronali periferici, il circuito neuronale intestinale funziona anche se tagliamo i suoi collegamenti e le sue fibre connettive col cervello cranico e col midollo spinale. Se isoliamo un pezzo di intestino e lo mettiamo su un tavolo, esso continua incredibilmente a funzionare.

Questo non succede con altri organi. Apparato respiratorio, vescica e muscoli necessitano per esempio la sovrintendenza dell’ipotalamo e dei centri cranici per funzionare. Oltre a questo, i centri nervosi viscero-addominali possono essere stimolati col massaggio, col movimento e col respiro, come insegnano tutte le discipline orientali.

Per decenni l’intestino è stato considerato una struttura periferica, deputata a svolgere funzioni marginali. Ma la scoperta di attività che implicano un coordinamento a livello emozionale ha rivoluzionato questo pensiero.

Valdo Vaccaro

 

Estratto dalla mia tesina online Cervello cranico e cervello addominale

Credits Img

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